
L’INTERVISTA Egea non è più la casa delle buone energie. Lo slogan è sparito dall’ingresso del gruppo, dove svetta il nuovo logo, più sobrio. E forse non poteva che essere così, dopo un anno di fuoco che ha permesso di evitare il fallimento, ma che ha implicato un prezzo molto elevato – in soldi persi, in primis – per tutti i cittadini bruciati dalla vicenda.
Dal 1° agosto, con la nascita della nuova Egea holding, Iren è entrata nel palazzo di corso Nino Bixio. È stato nominato un nuovo amministratore delegato: Gianluca Riu, manager del gruppo torinese, già transitato in Egea tra il 2015 e il 2016, come responsabile del settore energia.
La sua prima uscita pubblica è stata in Municipio, durante la terza Commissione. A margine, lo abbiamo intervistato.
Riu, come sta oggi Egea?
«Il momento è delicato, alla luce delle gravi perdite registrate e di tutti i processi da strutturare. Stiamo lavorando su un’attenta pianificazione finanziaria, per stabilizzare e migliorare la gestione. L’aspetto positivo è che i vari rami d’azienda funzionano».
Avete già apportato qualche modifica?
«Iren detiene la metà di Egea holding, che non è ancora una controllata del gruppo. Ci stiamo muovendo passo dopo passo. Ad Alba ho ritrovato manager e professionisti molto capaci, che con responsabilità hanno portato avanti l’azienda. Abbiamo già riorganizzato le linee di business, così da imprimere un maggiore coordinamento. Se penso ai prossimi passaggi, l’integrazione con Iren sarà sempre più forte, anche per la fornitura energetica».
Qualche cambiamento a livello apicale?
«Abbiamo nominato un nuovo direttore finanziario: Alessandro Giussani, che lavorava già in Iren. Come dicevo, sarà questo l’aspetto da monitorare di più».
Per il personale, quali sono le vostre prospettive?
«Oltre a garantire i posti di lavoro, abbiamo già inserito alcune figure. Egea ha perso diversi dipendenti, a causa dell’incertezza legata alla crisi. C’è bisogno di nuovi ingressi: è chiaro che prima guardiamo a chi fa già parte di Iren, ma non solo. Tra gli assunti degli ultimi mesi, alcuni sono del tutto nuovi».
Egea, prima della crisi, ha vissuto una certa fase di sviluppo, con l’apertura di parecchi sportelli: pensate di mantenerli tutti?
«Non abbiamo piani contrari in tal senso. È chiaro che, con il tempo, ragioneremo in un’ottica di razionalizzazione, per evitare anche sovrapposizioni con Iren».
A seguito della crisi che ha coinvolto l’azienda, i clienti sono rimasti fedeli o sono emigrati verso altri fornitori?
«Non abbiamo registrato un calo significativo. Ciò vuol dire che le persone hanno mantenuto una certa fiducia verso l’azienda».
Alba e gli altri Comuni hanno perso il ruolo di soci. Oggi, per voi, sono soltanto clienti: come cambiano i rapporti, Riu?
«Iren ha da sempre un forte legame con i territori in cui opera, a prescindere dall’azionariato. Per noi, cambia poco, anche perché i Comuni dell’Albese sono clienti con un peso molto importante. Basti pensare al teleriscaldamento ad Alba, che andrà di nuovo a gara nel 2027: è un obiettivo a cui guardiamo già con molta attenzione».
La nuova Egea continuerà a elargire contributi a enti e associazioni della nostra zona?
«A oggi serve muoversi con prudenza, ma di certo valuteremo caso per caso. È importante avere rispetto anche per tutte quelle persone che hanno perso molto a causa di quanto accaduto. Per il 2024, bisognerà avere un po’ pazienza su questo fronte».
E l’ipotesi di lasciare ai Comuni quote di Egea acque?
«Un’ipotesi rimasta fuori dagli accordi e, di conseguenza, non considerata».
Come vi muoverete sul tema della gestione del ciclo idrico integrato?
«Non ci incateneremo certo all’acquedotto, perché ormai il futuro è ben delineato. Per quanto sia nostro interesse mantenere il servizio, abbiamo già avviato un confronto serrato con l’Ato in vista del passaggio. Si stanno anche valutando alcune collaborazioni. La questione, per tutti, va risolta in tempi brevi».
Iren aspetterà quattro anni per acquisire la restante metà di Egea?
«Ci sono già sviluppi potenziali per il breve periodo. Penso alla partita del teleriscaldamento ad Alessandria, che potrebbe permetterci di attivare un aumento di capitale già a inizio 2025, così da superare il cinquanta per cento. Sono ipotesi ancora da valutare, al vaglio delle strutture competenti di Iren».
Come si chiuderà il 2024?
«Ci aspettiamo una ripresa per tutti i rami, con un margine operativo lordo sui 55 milioni di euro, superiore alle previsioni iniziali. Abbiamo creduto fin da subito in questa operazione e i dati ci stanno dando ragione».
Francesca Pinaffo
