
POIRINO Il tentativo di costruire una porcilaia di grandi dimensioni in località Ternavasso, a Poirino, con sei stalle lunghe 100 metri e in grado di ospitare oltre ottomila capi, era stato fermato dal Comune torinese nella prima metà del 2024.
A favorire lo stop municipale aveva contribuito la ferma opposizione del comitato Pro Ternavasso e di una serie di associazione ambientaliste, tra cui Comuneroero, che vedevano nel progetto il rischio del deperimento di un’area di alto valore culturale, naturale e paesaggistico, oltre alla penalizzazione delle attività ricettive presenti nella zona.
L’azienda proponente (Marchisone, di Villanova Solaro) aveva presentato un ricorso al Tar contro la decisione del Comune. La discussione davanti al Tribunale amministrativo era prevista a dicembre. Il ricorso, stando a quanto ha comunicato la vicesindaca Valeria Gioda, avrebbe obbligato l’azienda e il Comune a utilizzare inutilmente risorse economiche per un risultato scontato.
Pertanto, come ha spiegato la vicesindaca, «nei mesi scorsi, attraverso una serie di incontri, siamo giunti a un compromesso che ha convinto Marchisone a ritirare il ricorso». Il Comune ha però autorizzato la ditta alla costruzione di una porcilaia di dimensioni ridotte rispetto al progetto iniziale, con tre stalle contenenti circa quattromila capi. Il comitato e le associazioni sono insorti, esprimendo preoccupazione per il fatto che un impianto ridotto possa portare a successive espansioni dello stesso.
La vicesindaca ha però garantito che sono previste modifiche al Piano regolatore per limitare il numero di capi per area, impedendo così che allevamenti più grandi (o più allevamenti di dimensione ridotte) possano sorgere nella medesima zona. La soluzione non ha però convinto il comitato, che suggeriva un’idea diversa: portare avanti l’idea della sostenibilità territoriale dell’intera area e adottare una delibera più restrittiva, come hanno già fatto i Comuni di Santena e Carmagnola.
Federico Tubiello
