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Fegato “esploso” dopo incidente sul lavoro, salvato a Torino

Trapianto all'ospedale Molinette per un fossanese ai limiti dell'impossibile

“Sanitari, a giugno 2.416, oggi 4.561”
Immagine di repertorio

TORINO Il suo fegato era praticamente “esploso” dopo un grave incidente sul lavoro: un agricoltore di 55 anni della provincia di Cuneo è stato salvato con un trapianto eseguito all’ospedale Molinette. Sono stati necessari quattro passaggi in sala operatoria e il complesso degli interventi è stato definito dalla Città della Salute ai limiti dell’impossibile. L’incidente si era verificato due settimane prima. Il 55enne, che era impegnato nel silos della sua azienda agricola, aveva riportato lo schiacciamento della parte superiore destra dell’addome contro il braccio di una pala agricola ed era stato portato all’ospedale di Cuneo dove, per l’imponente lacerazione del fegato, è stato operato quattro volte. Poi si è reso necessario un trapianto ed è stata attivata l’emergenza nazionale.

«È stato un miracolo, un miracolo avvenuto nei giorni di Pasqua. Ed è una storia d’amore». Lo ha detto all’Ansa la signora Claudia, moglie dell’agricoltore 55 enne, Martino, salvato dall’ospedale Molinette di Torino con un trapianto di fegato e un complesso di interventi che i sanitari hanno definito “al limite dell’impossibile. La coppia ha un’azienda agricola a Fossano, in provincia di Cuneo, che produce latte. I figli, Marianna e Massimiliano, sono studenti. Claudia definisce “angelo” il donatore: «Della donazione di organi non si parla molto e noi stessi non ne sapevamo più di tanto. Ma da una vita che viene a mancare possono sbocciare altre vite. Noi siamo credenti ed ecco, a me viene in mente la parabola del chicco di grano che cade nella terra e produce frutti, rinasce». La signora ha anche parole di elogio per i medici (il dottor Donati a Cuneo, che nell’immediatezza ha salvato la vita a mio marito e il dottor Romagnoli a Torino che ha trovato un angelo) e sottolinea che lei e gli altri componenti della famiglia hanno trovato la vicinanza, il conforto e il sostegno costante di parenti, amici, conoscenti: «Non siamo mai stati soli, neppure per un giorno».

Ansa

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