Sicurezza ponti: dopo la tragedia di Genova, le autorità proprietarie preferiscono non parlare

Dopo la tragedia di Genova, le autorità proprietarie preferiscono non parlare della situazione

INFRASTRUTTURE/3 Il viaggio che Gazzetta ha avviato lungo ponti e cavalcavia presenti sul nostro territorio è prettamente informativo, volto a fornire un servizio alle migliaia di persone che giornalmente transitano sulle infrastrutture presenti in zona. Non si tratta né di un monitoraggio, né tantomeno di un tentativo di verifica della loro stabilità.

Del resto, non ne abbiamo né la competenza, né gli strumenti; in taluni casi, ci mancano addirittura le informazioni, visto che gli enti preposti alla gestione di queste infrastrutture, a ogni livello, sono restii a fornirle. Volendo entrare nel dettaglio di ciascun ponte, da più parti ci siamo sentiti dire grosso modo queste parole: «Se succede qualcosa la responsabilità è nostra. Quindi non preoccupatevi, perché se un ponte è pericoloso viene immediatamente chiuso.

E poi dare informazioni sullo stato di salute dei singoli ponti crea inutili allarmismi». Sono frasi frutto della paura che si è scatenata in tutto il Paese dopo i recenti drammatici eventi. Se si guarda alle aree più prossime a Langhe e Roero, il primo disastro si è verificato nell’aprile 2017, quando crollò il viadotto della tangenziale di Fossano su via Marene: per miracolo non ci furono vittime. L’infrastruttura è stata ricostruita e riaperta in due anni, con un investimento di 1,1 milioni di euro. Poi è arrivato l’episodio che ha cambiato il corso delle cose.

Ci riferiamo al viadotto Polcevera di Genova, conosciuto come ponte Morandi, in funzione dal 1967, che il 14 agosto 2018 è in parte crollato, provocando un’autentica strage: 43 morti e oltre cinquecento sfollati. Nel febbraio 2019 è stata demolita anche la parte rimasta in piedi e in estate è stato dato il via ai lavori di costruzione del nuovo viadotto, attualmente in corso.

L’ultimo grave fatto, che solo per un caso non si è trasformato in tragedia, riguarda il viadotto Madonna del monte dell’autostrada A6 Torino-Savona, tra Savona e Altare, crollato durante le abbondanti piogge
del 24 novembre scorso a causa di una frana, che ha interessato l’area su cui poggiavano i pilastri. La ricostruzione è stata realizzata in tempi record tanto che la scorsa settimana è stato inaugurato il nuovo viadotto.

Venendo ai ponti di casa nostra, due settimane fa abbiamo preso in esame le grandi infrastrutture provinciali, con particolare attenzione a tre ponti: oltre a quello Albertino sul Tanaro ad Alba, abbiamo analizzato il ponte sul fiume Bormida a Cortemilia – proprio in queste settimane oggetto di opere di manutenzione per 1,2 milioni di euro – e quello di Pollenzo sul Tanaro, lungo la provinciale 7, per il quale, dopo alcuni lavori del 2018, restano prioritari gli interventi di consolidamento dei pilastri (3 milioni di euro).

e.f.

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