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Speciale Alberione: uno spettacolo ripercorrerà le tappe del suo apostolato

Speciale Alberione: uno spettacolo ripercorrerà le tappe del suo apostolato

ALBA Don.alberione.com, spettacolo in due atti sulla figura del beato fondatore della Famiglia paolina, sarà sul palco del PalaAlba per due serate: venerdì 26 e sabato 27 novembre. Rappresentato la prima volta l’11 ottobre 2014, al Teatro sociale, nelle celebrazioni per il centenario della Società san Paolo, per il nuovo anniversario ha cambiato veste.

Gian Paolo Montisci, regista dell’opera, ne racconta la genesi: «Mi sono diplomato con il Teatro delle dieci di Torino e, da un certo periodo, collaboro con la compagnia Der roche di Montaldo. Anni fa avevamo rappresentato alcuni momenti della vita di don Alberione: la Famiglia paolina apprezzò e fummo incaricati di preparare uno spettacolo per i cento anni della congregazione; per la stesura dei testi, ci affidammo ad Angela Prestianni, all’epoca feci l’aiuto regista». Lo spettacolo fu diretto da Fulvia Roggero: il titolo, Don.alberione.com, è un omaggio all’interesse del beato per le forme di comunicazione.

L’ingresso è gratuito, ma occorre prenotarsi al più presto sul sito di Alba capitale: alba2021.confindustriacuneo.it alla sezione Eventi.

«Sono convinto che, se fosse ancora vivo, non esiterebbe a investire nei nuovi media: ma la conclusione dello spettacolo tratta proprio questo tema», riprende il regista. Rispetto al 2014, il copione è stato leggermente modificato. Continua Montisci: «Assieme ad Angela abbiamo optato per una narrazione più snella. C’erano canti, musiche e canzoncine che accompagnavano gli stacchetti: li abbiamo eliminati per rendere lo spettacolo più fruibile e immediato. Per il contesto del 2014 andavano benissimo, ma ora vorremmo proporlo su diversi palcoscenici. Sono state inserite alcune scene divertenti, ma sempre attinenti alla realtà: in tipografia lavoravano i chierici, ma erano comunque ragazzi di vent’anni, sicuramente vispi, scherzosi e giocherelloni, come tutti a quell’età. L’altra volta quest’aspetto era assente».

Gli attori sono per lo più membri della compagnia Der roche di Montaldo, ai quali si sono aggiunti alcuni ex compagni della scuola di recitazione frequentata da Montisci, che puntualizza: «Di solito si cimentano in commedie e spettacoli leggeri, per cui lo sforzo richiesto è stato notevole. Hanno accettato la sfida e collaborato con impegno: a loro va il mio ringraziamento. Abbiamo chiamato il nostro gruppo Albron, ossia grande pioppo in piemontese, storpiatura del cognome dell’Alberione. Un albero capace di dare frutti che continuiamo a raccogliere ancora oggi». Allo spettacolo ha collaborato anche il maestro Paolo Paglia, componendone le melodie. In tutto, gli attori coinvolti sono una quindicina: alcuni hanno doppi ruoli. Conclude Montisci: «Rispetto alla prima rappresentazione, questa volta il luogo è iconico: saremo proprio di fronte a dove tutto nacque».

L’autrice cheraschese Angela Prestianni aggiunge: «Quando mi fu chiesto di scrivere il testo, conoscevo superficialmente la storia del beato. Man mano che mi documentavo è aumentata la curiosità: è incredibile come un sacerdote sia riuscito a inserirsi pienamente nel tessuto industriale della città. I fatti narrati sono tutti accaduti realmente, a parte alcune scene e situazioni che ho dovuto immaginare. Nel 2014 impiegai un mesetto per comporre il copione: ora, per renderlo più fluido e raccorciarlo sono stati sufficienti alcuni giorni».

Gli spettatori avranno modo di intendere anche il lato umano del religioso fossanese, secondo Prestianni «non molto gioviale. Era molto esigente, dettava ordini ed era energico. Un sacerdote con il piglio dell’industriale: si alzava alle 4, andava a Messa e subito al lavoro. I giovani li formava a sua immagine e, così facendo, ha creato un impero. Dallo spettacolo emerge anche l’appoggio fornito da diverse figure, in primis suor Tecla Merlo. Per le donne, a differenza di altri in quell’epoca, aveva il massimo rispetto. Il pubblico, inoltre, avrà modo di verificare l’incredibile somiglianza tra l’attore protagonista e l’Alberione».

d.ba

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