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L’export del vino sabaudo supera il miliardo di euro

Non piace l’arrivo degli investitori stranieri sulle colline del Barolo

L’INCHIESTA Secondo i dati pubblicati dal consorzio di tutela Barolo, Barbaresco, Alba, Langhe e Dogliani, nel 2015 nei vigneti del Piemonte la produzione è stata pari a 2,47 milioni di ettolitri (+2,7% sul 2014) di vino. Per fornire una misura, in Italia si stima una produzione di circa 46 milioni di ettolitri, con un aumento del 10% sul 2014.

Il valore economico del vino piemontese restituisce molto bene la sua potenza se consideriamo il mercato: a prezzi agricoli di base, nel 2015 il prodotto ha raggiunto un valore di 386 milioni di euro (circa il 10% della produzione agricola regionale).

L’export del vino sabaudo supera il miliardo di euro

I dati proseguono su ordini dimensionali impressionanti: le aziende vitivinicole in Piemonte sono 19.100 su 67mila, mentre gli ettari vitati sono circa 43mila. Una dinamica peculiare degli ultimi anni, poi, sembra la crescita della componente femminile: sono 22mila le aziende condotte da donne, che rappresentano un terzo dei 64mila occupati in agricoltura. Infine, sono 54 le cantine cooperative, con circa 12mila soci, che rappresentano un terzo della produzione vitivinicola regionale.

Interessanti anche i dati sull’export, che continua il suo trend positivo: nel 2014 il fatturato si è attestato su 1,04 miliardi di euro su un export agroalimentare complessivo da 4,7 miliardi. Il valore dell’export di vino rappresenta circa il 22% delle esportazioni agroalimentari piemontesi e circa il 20% (ovvero un quinto) dell’export enologico nazionale. Il Piemonte esporta in media circa il 60% della sua produzione: tradotto in numero di bottiglie vuol dire 56 milioni di Asti su 66 milioni totali, 23,8 milioni di Moscato d’Asti su 28 milioni, 10 milioni di Barolo su 13,3, ben 3 milioni di Barbaresco su 4,5 milioni, 11 milioni di Barbera d’Asti su 22, quasi 11 milioni di Gavi su 13,6 e 2,2 milioni di Roero Arneis su 5,5. Il 70% del vino esportato viene assorbito dai Paesi europei, il restante 30 dagli Stati extra Ue.

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Per quanto riguarda la provincia di Cuneo, gli ettari di superficie degli impianti ammontano a 15.400, in leggera contrazione rispetto al 2014 (-1,3 per cento). La Granda produce 250mila quintali di uva (+3,1% rispetto al 2014), tutta destinata alla vinificazione. Gli ettolitri di vino prodotto lo scorso anno ammontavano a 876mila (+9,6 per cento rispetto al 2014).

m.g.

Siamo diventati ricchi ma non abbiamo strade e Internet

Agricoltura e denaro, un ossimoro, un modo di mettere insieme parole contrastanti. Perché agricoltura nella coscienza collettiva sembra aver sempre coinciso con concetti di umiltà e modestia, di frugalità e assenza di ostentazione. Perciò la trasformazione – che ha reso ricchi agricoltori e viticoltori di Nebbiolo da Barolo – stupisce e solleva reazioni. Alla domanda: «Pensi che l’arricchimento dell’agricoltura locale rappresenti un fattore positivo?», la maggior parte dei 120 intervistati ha risposto “sì”.
Ma all’entusiasmo si allegano critiche: «Restano problemi inerenti i collegamenti viari, autostradali e ferroviari che, per motivi dovuti a mancanza di risorse pubbliche, o sono scadenti o totalmente assenti, o incompiuti. Ma agevolerebbero la presenza turistica, velocizzerebbero collegamenti, scambi ed efficienza (Internet è assente nelle colline)».

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