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Stile arcobaleno per l’Italia

Anche voi foste stranieri.

Il monito che don Antonio Sciortino ha lanciato, intitolando così il suo ultimo libro, è rivolto agli italiani che neanche un secolo fa sono stati emigranti in tutto il mondo per lavoro, sicurezza e fortuna. Durante l’incontro tenutosi al tempio di San Paolo la scorsa settimana, il Direttore di Famiglia Cristiana ha parlato della “questione immigrazione”, individuando le responsabilità istituzionali e culturali dell’Italia.

Don Sciortino

Don Antonio Sciortino al Tempio di San Paolo di Alba (foto Gianpaolo Montisci)..

Don Sciortino: «Ci siamo fatti trovare impreparati e nonostante si prevedesse la possibilità di accogliere 50 mila profughi, 20 mila arrivi hanno mandato in tilt il sistema. Dobbiamo decidere come comportarci, ricordando che siamo già un Paese multiculturale, multireligioso e multietnico e soprattutto che oggi, senza gli immigrati, l’Italia non starebbe in piedi».

Don Sciortino ha poi invocato il diritto all’accoglienza, chiamando a testimone la Bibbia – un tema che sta spaccando la comunità civile, politica ed ecclesiale –, e ha fatto notare, senza mezzi termini, che gli stranieri sono una «scomodità», che però ci fa crescere. «Noi li vogliamo – gli stranieri –, perché servono, ma non li vorremmo», ha denunciato il Direttore del settimanale paolino.

«Il 10 per cento del Prodotto interno lordo (Pil) viene dalla forza lavoro degli stranieri», ha continuato don Sciortino. «Sono loro che risollevano le sorti dell’Inps, con una popolazione giovane che versa i contributi e al momento non ne beneficia. Sono ancora loro a rappresentare l’unica nostra prospettiva di crescita demografica. Si reggono sugli stranieri settori come l’agricoltura, l’industria e l’assistenza. Gli immigrati sono una risorsa e in questo senso bisogna programmare il futuro del Paese. Partendo dagli immigrati, riconoscendo loro la cittadinanza, i diritti inalienabili della persona, tra cui la libertà religiosa, e favorendone l’integrazione».

Don Sciortino con il vescovo Giacomo Lanzetti

Don Sciortino con il vescovo Giacomo Lanzetti (foto Gianpaolo Montisci).

Non va per il sottile don Sciortino ad Alba, così come Famiglia Cristiana, che ha denunciato la scarsa organizzazione del Governo e delle Regioni ad accogliere i profughi, anche a causa dei sentimenti di egoismo e degli interessi locali diffusi in questi anni dalla Lega nord.

Resta uno spiraglio: «Il cammino verso la società “arcobaleno” è lento, ma non deve spaventarci. Le realtà solidali esistono, anche se in questo momento non riescono a emergere. Occorre, però, non creare altri alibi, sia che provengano dal mondo laico che da quello della Chiesa. Non è la presenza dei musulmani a mettere a repentaglio il cristianesimo. Bastiamo noi a svuotarlo dall’interno.

Cristina Borgogno

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