Le fatiche di Supermario

È davvero così difficile accettare l’idea di una società moderna, in cui le città rimangano aperte giorno e notte? Impossibile immaginare di prendere un taxi in tempo utile quando si gira a Roma o a Milano? È scandaloso pensare che avvocati e commercialisti – anche ad Alba – possano pubblicizzare i servizi, magari low cost? O fermarsi, pure in Langa, a una stazione di servizio che proponga diverse marche di carburante, scegliendo il più conveniente? La risposta è sempre “sì”, in un’Italia in cui molte economie sono cresciute all’ombra di privilegi, esclusive e regolamenti.

L’arrivo repentino del “libero mercato” rischia di dare uno scossone dalle conseguenze imprevedibili. Perché un tassista che si è fatto un mutuo da 500 mila euro per acquistare una licenza dovrebbe accettare l’idea che diventi carta straccia? Elo stesso vale per un farmacista. Ma perché un’Italia chiamata ai sacrifici dovrebbe garantire rendite di posizione, marginalizzando i giovani e tartassando i consumatori?

MARIO MONTI. Il Governo di Mario Monti si lancia in un’altra sfida impossibile. Mentre scriviamo, il Consiglio dei ministri non ha ancora analizzato alcuna proposta di legge. Si parla però già questa settimana di un decreto blindato per recepire le proposte arrivate dall’Autorità antitrust, che dovrebbe fissare un calendario stringente su professioni, tassisti e benzinai. «Un decreto al mese», ha detto il superministro Corrado Passera. Il primo, oltre a segnare il percorso, dovrebbe contenere alcune misure concrete, che dovrebbero riguardare il settore dei carburanti, quello che rappresenta l’urgenza, con la verde che si avvicina a 2 euro al litro.

COMMERCIANTI. Per la verità già con la manovra di dicembre si era dato il via alla liberalizzazione degli orari di apertura dei negozi. Dall’inizio di quest’anno gli esercizi commerciali possono aprire anche di notte e anche nelle festività senza necessità di richieste al Comune. Abbiamo già detto delle reazione della categoria nello scorso numero di Gazzetta: Confesercenti parla di 80 mila piccoli esercizi a rischio chiusura e 240 mila addetti a rischio disoccupazione.

Per i BENZINAI si parla di razionalizzare la rete di distribuzione con misure atte a incrementare lo sviluppo di operatori indipendenti dalle compagnie petrolifere. Attualmente gli impianti di distribuzione sono costruiti dalle società petrolifere e sono dati in uso gratuito al gestore perché venda la benzina della società. Ad Alba i distributori di benzina sono 17. Le cosiddette “pompe bianche”, cioè quelle senza logo o appartenenti a piccoli operatori, sono pochissime. Nelle vicinanze ce ne sono due: una a T r e s t e l l e (Barbaresco) e una a Cherasco. Altra misura di cui si parl a r i – guarda la possibilità per i gestor i di vendere carburante di diverse marche.

TASSISTI. Questo sarà il capitolo più difficile. Sino ad ora le licenze sono state limitate per numero dai Comuni. Pertanto una licenza costa cara ed è diventata una sorta di pensione per i tassisti. D’altro canto cercare un taxi a Milano o a Roma è molto più difficile che cercarlo a Parigi. Peggio ancora di notte. I tassisti sono sul piede di guerra. Quando l’ex ministro Bersani aveva minacciato liberalizzazioni, avevano paralizzato Roma, con d i s a g i davvero pesanti. Per Mario Monti non sarà facile intervenire.

FARMACISTI. A dicembre si è deciso che i farmaci di fascia C (cioè quelli con obbligo di ricetta ma non mutuati) potranno essere venduti nelle parafarmacie. Sarà però l’Agenzia italiana del farmaco, nei prossimi mesi, a stabilire tempi e modi. Il Governo vorrebbe fare un passo in più: aumentare il numero delle licenze, liberalizzare gli orari e consentire a un titolare di possedere fino a otto farmacie. Aumenterebbero così il numero di farmacie (ma l’Italia è già nella media europea: una farmacia ogni 3.374 abitanti), ci sarebbero maggiori flessibilità di orari e diffusione delle parafarmacie, che potrebbero lanciarsi con il business dei farmaci fascia C. Attualmente ad Alba le farmacie sono otto e le parafarmacie sei.

PROFESSIONI. Qui il problema pare quello di riformare gli ordini professionali in modo che essi servano per garantire la correttezza dell’operato degli iscritti. È impossibile spiegare di quale apertura si stia parlando, perché la situazione varia e gli ordini in Italia sono tanti, tantissimi, alcuni forse inutili. In generale, la linea è di facilitare l’accesso da parte dei giovani, eliminare le tariffe minimee aprire al mercato tutto il settore delle professioni mediante l’abolizione di divieti (come il divieto di pubblicità) e di incompatibilità.

TRASPORTI. L’Autorità antitrust ha chiesto che sia resa rapidamente operativa l’Autorità dei trasporti per il settore ferroviario. Sarà così possibile vigilare sulla terzietà della gestione di tutte le infrastrutture ritenute essenziali per lo svolgimento di un corretto confronto concorrenziale nei servizi di trasporto ferroviario merci e passeggeri. Nel trasporto ferroviario regionale vanno previsti premi, in termini di risorse pubbliche, per le amministrazioni regionali che decidano di non rinnovare per altri sei anni l’affidamento diretto con Ferrovie.

AUTOSTRADE E BANCHE. Con i tassisti pronti a bloccare Roma si parla poco di liberalizzazioni che toccano – questa volta sì – i poteri forti. Si è parlato poco di modificare il sistema di revisione delle tariffe stradali previsto dalla convenzione tra Anas e Autostrade per l’Italia. Non si è parlato affatto invece di banche, in un Paese in cui il sistema bancario è controllato da banche italiane e la concorrenza con operatori stranieri è bassissima. L’unica misura di cui si parla – e che dovrebbe essere applicata immediatamente – è quella di vietare la vendita di polizze assicurative abbinate ai mutui. Il lavoro che attende “Supermario” è gigantesco, con le corporazioni sul piede di guerra.

Alessandro Cassinelli

Banner Gazzetta d'Alba