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Quando la casa diventa un dramma

Parliamo con il presidente del consorzio socio-assistenziale Alba, Langhe e Roero Roberto Giachino. Il suo è un punto di osservazione strategico rispetto alle dinamiche sociali ed economiche albesi. Il Consorzio, infatti, gestisce e spartisce tra le fasce deboli della popolazione i fondi provenienti dalle istituzioni maggiori.

Due settimane addietro Gazzetta parlava di cinque sfratti che avverranno entro febbraio. Ci sono novità sul fronte abitativo?

«Nel giro di tre giorni mi sono arrivate notizie relative ad altri due sfratti esecutivi da aggiungere al conto di febbraio. Se continuiamo a questa drammatica velocità, la parola “emergenza” non basterà a descrivere la situazione».

Sta dicendo che molte famiglie albesi, nei prossimi mesi, finiranno in strada?

«Diciamo di sì. È il rischio. Anche se, nel concreto, lasceremo nessuno senza un tetto. Il Consorzio socio-assistenziale e il Comune provvederanno a garantire agli sfrattati un’abitazione. Solitamente proponiamo residenze temporanee in strutture alberghiere. Oppure lavoriamo per trovare collocazioni a canone d’affitto accessibile. Finora ce l’abbiamo fatta».

Eppure, con la recessione e i tagli, non restano molte risorse disponibili…

«Il Consorzio non ha disponibilità né possibilità aggiuntive rispetto a quanto fatto finora. Forse, il Comune destinerà 100 mila euro in via straordinaria: potremmo usare una parte del fondo per l’emergenza abitativa. Niente è certo. A ogni modo, dato che le risorse scarseggiano, programmiamo soluzioni alternative. Cercheremo di sollecitare le associazioni di volontariato a partecipare a bandi, mettere a disposizione locali, lavorare per evitare che altri albesi finiscano nel vortice dei “senza casa”. A costo di ricorrere allo strumento dell’“ospitalità”: accade sovente che alcuni nuclei familiari accolgano sfrattati per un certo periodo di tempo. È una forma di solidarietà che sostituisce l’intervento istituzionale laddove quest’ultimo si riveli insufficiente. Senza contare i “senza tetto” permanenti».

A chi si riferisce?

«Pure ad Alba ci sono persone che vivono permanentemente in strada. Servono strutture in grado di accoglierle e fornire loro i presupposti necessari alla sopravvivenza. Insomma, stilando un bilancio complessivo, navighiamo in brutte acque. Il Consorzio arranca, molte attività educative e di sostegno traballano a causa dei tagli ordinati dal Governo. Ad esempio, il Cinema vekkio di Corneliano, che cercheremo dimantenere in piedi insieme a tutti gli educatori operativi nell’ambito consortile (se parla a pagina 20). L’incertezza è molto diffusa, insomma. Bisognerà rimanere vigili e pure disposti a sacrifici».

m.v.

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