Sono tredici i dipendenti dell’Arpa industriale spa che hanno scelto la mobilità su base volontaria e nei giorni scorsi hanno lasciato l’azienda di via Piumati, produttrice di laminati plastici. La decisione di questi operai – 11 dei quali a pochi anni dalla pensione – è arrivata dopo un incontro con la Direzione dell’azienda che ha segnalato la necessità di effettuare un’ulteriore compressione delle maestranze, a fronte di un periodo di importante calo di commesse.
Spiega la rappresentante sindacale della Cgil, Rita Lo Iacono: «La grave crisi che sta continuando a colpire tutta l’Europa non risparmia neppure il mercato del laminato. Dalla Direzione arrivano messaggi poco incoraggianti: a parte una grossa commessa, che deve essere consegnata a metà mese (e che ha richiesto all’azienda di assumere tre interinali fino al 20 luglio, destinati alle presse) in generale gli ordini sono in netto calo. Per questo motivo, oltre a profilarsi di nuovo lo spettro della cassa integrazione, è stata fatta la proposta di uscita incentivata dal sistema produttivo. E 13 operai, dopo aver ragionato su questa offerta, hanno scelto di andare in mobilità. Alla grande maggioranza del gruppo mancano solo un paio d’anni per arrivare alla pensione».
E conclude la storica sindacalista: «Speriamo che il mercato offra a breve qualche segnale di ripresa, perché il clima di sfiducia che si respira in generale, e anche all’interno dell’azienda, non aiuta a vivere serenamente le giornate lavorative».
L’Arpa occupa, nello stabilimento braidese, circa 400 dipendenti che lavorano alla produzione di pannelli applicati in diversi settori quali l’architettura d’interni, l’arredamento, l’edilizia, il design, la cantieristica navale e gli allestimenti ferroviari. A febbraio 2009 era stata effettuata la cessione dell’intero capitale sociale all’azienda olandese Broadview holding B.V., che ha però sempre garantito il mantenimento della produzione in città.
Valter Manzone