Scuola: è conto alla rovescia

COLLOQUIO Dopo le manovre dettate dalla spending review, anche le sorti dell’anno scolastico 2012-2013 risultano precarie: nomine in ritardo, caro- libri, assenza di agevolazioni per gli insegnanti di sostegno e per gli inidonei e manutenzione delle scuole a rischio. Sono le principali problematiche – peraltro di antica data – che abbiamo cercato di sviluppare, colloquiando con l’assessore regionale all’istruzione Alberto Cirio. Il Piemonte è in controtendenza rispetto alle altre regioni e si attende l’inizio di settembre per vedere concretizzato il cambiamento.

Cirio, come ha affrontato il Piemonte il tema delle nomine degli insegnanti?

«Per quanto riguarda il lavoro che la Regione ha svolto sul “fronte insegnanti” non si può parlare che di luci, considerando che l’istruzione è un settore difficile, dove non mancano le ombre. Quest’anno però non esiste l’“emergenza cattedre”. Sulla base della riforma “Gelmini”, si procederà all’immissione in ruolo di 1.600 insegnanti: alla provincia di Cuneo ne saranno assegnati 500, a Torino 900. La Regione ha inoltre incrementato il numero di docenti di sostegno, destinando 500 cattedre e raggiungendo il rapporto di un educatore ogni due ragazzi. Grazie allo stanziamento di 1 milione di euro, abbiamo inoltre sdoppiato le pluriclassi nei paesi di montagna, dove i ragazzi si trovano in classi da meno di dieci.»

E per la manutenzione e quindi la sicurezza degli edifici scolastici?

«Per ciò che riguarda l’edilizia scolastica la Regione ha investito 40 milioni di euro per ristrutturare oltre 250 scuole. Senza dubbio gli interventi aumenterebbero se dallo Stato si operasse in modo più efficiente. Servono finanziamenti: per renderli possibili bisogna cambiare politica. Per esempio, il Patto di stabilità lega le mani agli enti virtuosi, che non possono investire nemmeno in sicurezza. Inoltre, i finanziamenti devoluti al Mezzogiorno sono sproporzionati rispetto a quelli per il Nord».

Come sempre, si parla di aumento dei costi dei libri. Quale influenza può avere la Regione per calmierarli?

«Il caro-libri rappresenta il lato in ombra della nostra scuola. Ho scritto personalmente al ministro dell’istruzione Francesco Profumo, perché ci troviamo ad affrontare molte problematiche. Reputo non sia corretta la gratuità totale dei libri scolastici per le scuole elementari, che dovrebbe riguardare soltanto chi si trova in difficoltà economica. Bisognerebbe, invece, introdurre metodologie per permettere anche nelle scuole medie e superiori maggiori agevolazioni. Per ora non possiamo che protestare, perché è un settore di competenza statale».

Esistono nuovi progetti in Piemonte?

«Abbiamo stanziato 1,2 milioni per un bando che sarà pubblicato ai primi di settembre. Raccoglieremo i progetti delle scuole elementari e degli asili. Si mira a sviluppare la conoscenza della lingua francese, utile per i rapporti intrattenuti da sempre con le popolazioni vicine, e della lingua piemontese. Inoltre saranno realizzati corsi di specializzazione rivolti ai docenti».

Marco Viberti

Cartella sempre più cara

LE FAMIGLIE Il caro-scuola è solo una trovata giornalistica o esistono problemi legati ai costi dei libri e del materiale scolastico? Ecco due storie utili per chiarire la situazione.

Federica B. è infermiera e ogni giorno, finito il lavoro, deve pensare alle faccende di casa e ai suoi cinque figli. Da anni ha dimestichezza col mondo delle cartolerie e delle librerie, ma le sembra difficile riuscire a risparmiare. «Ho cinque figli e da più di dieci anni, durante l’estate, devo provvedere all’acquisto di libri, zainetti, penne, quaderni e materiale vario. Lavoro in ospedale e Paolo, mio marito, è libero professionista, motivo per il quale non è possibile beneficiare di agevolazioni. Per rientrare nelle fasce Isee occorre avere un reddito molto basso. Però le spese aumentano, soprattuttocomprando libri nuovi. Ho riflettuto a vari modi per ridurre i costi: in passato iscrivere a distanza di un anno nella stessa sezione i miei due figli più grandi non è bastato: inspiegabilmente le liste di acquisto sono variate. Il primo anno di liceo e il primo anno di medie sono i più critici: i volumi triennali e biennali raggiungono prezzi elevatissimi, per non parlare dei dizionari. Occorre inoltre sottolineare che i libri delle elementari non sono completamente gratuiti. I volumi di lingua straniera e gli eserciziari rappresentano salassi non trascurabili».

Maria F. appartiene alla generazione per cui «la scuola era un lusso». È originaria della Puglia e da quando ha quindici anni lavora ad Alba. Prima segretaria, oggi operaia, reputa doveroso garantire ai suoi figli ciò che lei non ha potuto ottenere. «Da anni cerco di risparmiare, comprando libri usati», spiega, «ma le spese non finiscono mai. Quest’anno i volumi sono quasi tutti di prima edizione e sembra sia impossibile rivendere i vecchi, perché fuori uso. Ma ciò che più ha inciso sul portafogli è il costo del materiale scolastico. Per intenderci: mio figlio maggiore frequenta il liceo artistico, mentre il piccolo ha nove anni, quindi ha ancora due anni di elementari. Per il primo, solo calcolando il costo del materiale, si superano i duecento euro, per il secondo il problema sono i quaderni, che si esauriscono in pochissimo tempo. Lavoro in fabbrica, ma sono divorziata: ogni spesa grava pesantemente sul bilancio familiare. Forse, prima o poi, si sentirà parlare di agevolazioni statali o regionali. Almeno l’istruzione (e tutto ciò che serve per istruirsi) dovrebbe essere garantita a tutti».

mar.vi.

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