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Se l’amicizia nasce da una parola… in italiano

La crisi economica morde; per le famiglie si fa sempre più dura e i Comuni e il Consorzio socioassistenziale, con minori entrate da trasferimenti statali, fanno i salti mortali per alleviare le sofferenze sociali.

Spesso a pagarne le conseguenze più dure sono gli stranieri, che sommano le difficoltà economiche a quelle linguistiche. Ma, se i bambini, che sono nati qui o sono arrivati piccolissimi, hanno trovato nella scuola uno spazio privilegiato per integrarsi, per i loro genitori non è così facile, specie per chi parla italiano poco e male. Un colloquio di lavoro, cercare casa, una visita medica, l’incontro con i docenti dei propri figli possono diventare un incubo. Dal quale, però, è possibile svegliarsi. Lo hanno fatto i molti stranieri i quali hanno deciso di iscriversi ai corsi di italiano, promossi dal Ctp che, dall’anno scorso, si tengono sia alla sera (frequentati soprattutto da uomini) sia al mattino, per permettere alle donne di sedersi tra i banchi, quando anche i loro figli lo fanno.

Con una partecipazione, nel Roero, in crescita di oltre il 200 per cento rispetto all’anno scorso. E questi sono “solo” i dati relativi al Ctp, ai quali dovrebbero aggiungersi quelli degli imminenti corsi di italiano per stranieri, coordinati dalla cooperativa Orso e finanziati attraverso il progetto Petrarca.

Soddisfatto, il sindaco di Montà Silvano Valsania ricorda l’istituzione del corso montatese, a cui parteciparono dodici signore: «Un gruppo di donne marocchine con parecchi figli mi hanno chiesto d’istituire un corso d’italiano per dialogare con tutti. È un segnale forte di volontà d’inserimento nella collettività».Docente del corso, realizzato dal Centro territoriale permanente, il professor Valter Magarotto, che ha parole d’apprezzamento verso queste studentesse “speciali”: «Ho vissuto un’esperienza professionale molto stimolante perché avevo di fronte soprattutto mamme, molto giovani, spinte dalla necessità sia di seguire i figli a scuola che di stabilire una relazione con la comunità di residenza. Superando una serie di difficoltà logistiche, anche grazie all’aiuto di alcune volontarie, una decina di loro ha conseguito una certificazione di competenza linguistica pari al livello A2 del sistema europeo di valutazione. E inoltre, a seguito del corso, tra le volontarie montatesi e queste mamme si è creato un rapporto di amicizia che potrà agevolare ancora di più la loro integrazione».

g.b.

L’utilità dei corsi

Il Comune ha messo volentieri a disposizione i locali a titolo gratuito. Riteniamo che per favorire l’integrazione sia indispensabile che gli stranieri parlino almeno un po’ di italiano e conoscano almeno in parte la nostra storia», ha detto il sindaco

Silvio Beoletto

Fatima è una delle signore che frequenta il corso al mattino, insieme a una quindicina di partecipanti, con età compresa tra i 25 e i 40 anni, quasi tutte di nazionalità araba, sposate e con figli. Parla molto bene l’italiano ed è in Italia dal 1997: «In Marocco mi sono laureata; da tempo volevo partecipare a un corso di italiano per ottenere la terza media ma per diversi motivi non era stato possibile. Prima non erano stati organizzati corsi, poi non avevo la patente per spostarmi, mentre ora ce l’ho, e avevo anche i figli piccoli da seguire. Ora i bambini sono cresciuti, una è in terza elementare, l’altro alle superiori. Per il momento sono casalinga ma mi piacerebbe trovare un lavoro e penso che il diploma mi possa aiutare. Siamo molto contente del corso che frequentiamo. L’insegnante è bravo e ci ha detto che siamo abbastanza in gamba. Abbiamo fatto un test di ingresso. Per ora stiamo studiando la grammatica, più avanti passeremo a matematica e alle altre materie, storia, geografia. A giugno faremo l’esame per la licenza media». 

Rabia, in Italia dal 2009, mamma di un bambino di dieci anni, e ora in dolce attesa, lavora in un ristorante: «Abbiamo chiesto noi al Dirigente di attivare un corso in quanto non potevamo spostarci fino ad Alba, anche perché abbiamo tutte dei bambini. È stato disponibile e ne ha parlato con il Comune. Il nostro problema è la lingua. Tante di noi si vergognano perché hanno paura di dire delle cose sbagliate e questo non ci aiuta a inserirci nella comunità. Per sapere l’italiano perfetto dobbiamo studiarlo anche se impariamo già molto dai nostri figli che frequentano le scuole italiane. Ora abbiamo chiesto di poter usare due ore la palestra per fare un corso di ginnastica per sole donne, insieme alle signore italiane. Aspettiamo una risposta. I nostri figli vanno a scuola con gli italiani e dobbiamo integrarci. Io sono molto aperta. Mi piace la cucina italiana e fare nuove amicizie». 

Luigi Cabutto, dirigente scolastico a Canale, conferma: «Siamo partiti lo scorso anno con un progetto pilota che si era concluso con una festa interculturale. Le mamme, soddisfatte, hanno chiesto di poterlo continuare ma in quella forma non era possibile; così abbiamo domandato la collaborazione al Ctp di Alba che, vedendo a Canale una realtà corposa di immigrati, ci ha prima messo in lista e poi ha accettato la proposta. In totale sono una sessantina le donne che partecipano ai diversi corsi. Anche questo è un modo per avvicinare le famiglie straniere alla nostra realtà. Le nostre economie, senza di loro, non andrebbero avanti».

e.c.

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