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La STRADA per uscire dalla crisi

L’INIZIATIVA Una riflessione lontana dalla negazione della difficoltà, ma anche dalla inutile demoralizzazione. Questa la filosofia scaturita dal tavolo di lavoro a cui sedevano gli esponenti del mondo economico e commerciale locale. È stato – la scorsa settimana – un incontro dalle infinite potenzialità, organizzato dall’Associazione commercianti albesi (Aca) per radunare le forze contro una crisi dura da estirpare. La notizia è giunta come manna dal cielo, comunicata dal direttore Giancarlo Drocco: «Insieme ad Ascom Bra e tramite la cooperativa Ascomfidi, abbiamo stipulato un accordo con le banche, che concederanno prestiti alle imprese a tasso agevolato. L’obiettivo è mobilitare gli investimenti, puntando alla crescita di un sistema altrimenti “congelato”».

È stato creato un fondo di 12 milioni di euro grazie alla collaborazione di: Banca regionale europea (5milioni), Banca d’Alba (3 milioni), Cassa di risparmio di Bra (3 milioni) e Banca di credito cooperativo di Cherasco (1 milione). Gli imprenditori potranno attingere al fondo per richiedere mutui di entità compresa tra 5 mila e 100 mila euro, con tasso variabile dal 3,25 al 3,60 per cento. Si tratta di una possibilità rara in tempi di recessione, epoca in cui le banche “tengono stretti” i patrimoni, diffidano dei risparmiatori (sprovvisti di garanzie di pagamento), adottano atteggiamenti cautelari e attendisti. Insomma, sotto le torri si respira ottimismo. Come ha spiegato Alessandro Magliano, direttore commerciale di Banca d’Alba, «non bisogna giustificare lo status quo con l’incombere della crisi. Bisogna creare strumenti per restituire coraggio agli imprenditori. Ascomfidi offre una garanzia del 25 per cento sul pagamento dei mutui: scelta coraggiosa, che ha facilitato l’erogazione del fondo. Insieme ce la possiamo fare, supereremo il momento». Drocco ha concluso: «Non sappiamo se entro la fine del 2013 assisteremo ai primi segnali di ripresa. Però, questo è il momento per “intercettare” la crisi, arrestare la caduta e rinforzare il terreno».

Matteo Viberti

L’ira di Foglino e il salotto buono

Il convegno Aca (vedi gli articoli di queste pagine ) non è stato soltanto occasione di pianificazione strategica, ma trampolino emotivo, dal quale i vertici politici hanno “gridato” la loro rabbia. Seduto al tavolo dei relatori c’era Franco Foglino, assessore alle finanze di Alba, il quale ha spiegato: «Il Comune non ha debiti, un’eccezione all’interno del panorama nazionale. Nelle casse abbiamo risorse da destinare agli investimenti, euro che garantirebbero ossigeno all’economia, svariati milioni di euro. Purtroppo, il Patto di stabilità congela le possibilità. Faremo pressione sul nuovo Governo perché i vincoli vengano allentati: realizzeremo cantieri in città e creeremo occupazione, rilanceremo l’economia».

L’Assessore ha proseguito: «Roma ha azzerato i trasferimenti agli enti locali. Le spese correnti del Comune ammontano a 25 milioni di euro: cifra mastodontica, interamente finanziata dalle tasche dei residenti. Fino a trent’anni fa, il 60 per cento dei trasferimenti agli enti locali arrivava dallo Stato. Ora il Comune è poco più che un tramite tra il portafoglio dei cittadini e quello dello Stato. L’Imu è un esempio drammatico. Gli albesi hanno pagato 5 milioni e 400 mila euro, che sono volati direttamente aRoma senza che all’Amministrazione rimanesse un centesimo. Stesso destino toccherà al milione di euro derivante dalla Tares, la nuova tassa sui rifiuti». Infine il capo di gabinetto del Sindaco, Gianfranco Maggi, ha parlato di Piano regolatore e della possibilità che il nuovo strumento aiuti imprenditori, cittadini e commercianti a risorgere. Bisognerà attendere un anno prima della definitiva approvazione, poi le cose potrebbero cambiare per davvero: cantieri in arrivo, pedonalizzazioni, ristrutturazioni degli edifici pubblici, piste ciclabili, cartellonistica.

m.v.

Quando le banche scelgono gli albesi come figli PREDILETTI

Al convegno dell’Associazione commercianti albesi parliamo con Mario Spaltini, vicedirettore generale della Banca regionale europea. Scopriamo che l’albese, dalla prospettiva finanziaria, costituisce una vera eccezione rispetto al panorama nazionale, una geografia emancipata su cui investire e ragionare in linguaggi diversi.

Perché erogare 12 milioni di euro (di cui 5 provenienti dalla Bre) alle imprese, in un periodo in cui le banche si mostrano reticenti?

«Per comprendere la natura dell’intervento è necessario analizzare il territorio in cui ci muoviamo: il tessuto imprenditoriale albese è solido, affidabile e in grado di offrire garanzie. L’albese è capace di resistere meglio all’impatto della recessione rispetto alla grande parte del Paese. In passato i pagamenti dei mutui sono sempre avvenuti in maniera regolare. Perciò, per una banca come la nostra, erogare prestiti agli imprenditori albesi rappresenta un’operazione a basso tasso di rischiosità».

La fiducia da parte delle banche darà effettivo ossigeno alle imprese?

«Gli effetti benefici potrebbero emergere anche a breve termine. Perciò, a differenza delle precedenti erogazioni di credito, attiveremo un sistema di monitoraggio a cadenza mensile, un osservatorio capace di seguire i movimenti delle imprese, le metodologie di impiego e di investimento del capitale».

Per ora il vostro intervento si è concentrato sul mondo economico e commerciale. Eppure, un altro settore appare in crisi: il socioassistenziale. Pensate di intervenire anche su questo fronte?

«La fondazione Cassa di risparmio di Cuneo sta lavorando su questo frontemettendo a disposizione svariati milioni di euro per favorire la diffusione di sistemi di welfare alternativi. Con il contributo di tutti sarà possibile immaginare un futuro migliore».

m.v.

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