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Progetti per il castello

GOVONE Ha stucchi del Settecento ancor più raffinati di quelli di Racconigi e Stupinigi e sale cinesi tappezzate di pregiatissimi rotoli di carta di riso arrivati nel Roero a dorso di mulo da Londra, unico porto europeo aperto ai traffici con la Cina nel diciottesimo secolo. Inaugurerà a ottobre una mostra dei volumi originali della Biblioteca di Carlo Felice, sopravvissuta alla diaspora di arredi e statue che nel secolo scorso ha impoverito le sue sale. In questi primi mesi dell’anno il castello sabaudo di Govone, patrimonio dell’Unesco dal 1997, lucida i pavimenti, dà il via ai restauri più urgenti e prepara il calendario delle manifestazioni. Tra le quali, potrebbe esserci l’esposizione di due carrozze di Casa Savoia, una già restaurata e ammirabile in tutto il suo splendore, una da rimettere a nuovo, in un “cantiere aperto” che avrebbe già in sé un notevole interesse turistico. Vertono in questo senso i contatti aperti in questi giorni tra l’Amministrazione govonese e il Segretariato della Presidenza della Repubblica, che detiene la potestà sullo straordinario patrimonio di carrozze da parata di Casa Savoia. È solo un altro passo – il più recente – dei molti già fatti per valorizzare questo bene da parte del Comune, che lo acquistò nel 1897, per 90 mila lire – e per indebitarsi meno vendette gran parte degli arredi all’asta pubblica ricavando 70 mila lire –, e dall’associazione Govone e il castello, che cita, nel nome, il libro del prof. Edoardo Borra, e che, in questi anni, ha formato una quarantina di guide, a cui si aggiungono vari altri volontari di ogni età: la “veterana” ha 83 anni e ha imparato a usare il computer con maestria. L’impegno è tanto, come i soldi che servirebbero e le criticità da affrontare che, però, né il sindaco Giampiero Novara, né la presidente di Govone e il castello, Ornella Ponchione, negano. «Sappiamo che molto c’è da fare», ammette Novara, mostrando il piano di restauro da 15 milioni di euro, redatto dagli architetti Aldo Baldo e Loredana Dionigio e vistato dalla Soprintendenza. «Per questo ci impegniamo a raccogliere ogni possibile contributo pubblico e privato. Usiamo gli introiti delle visite guidate per restaurare sedie e arredi, abbiamo appena investito 5.000 euro per monitorare le crepe. A breve partirà il restauro delle sale cinesi e altri interventi, per un milione di euro. Il problema è, spesso, coprire la quota di cofinanziamento, perché il Comune deve affrontare anche altre emergenze sul fronte sociale, viario, strutturale».Mala necessità aguzza l’ingegno. Continuano Novara e Ponchione: «Stiamo studiando iniziative mirate e partecipiamo a tutti i bandi possibili, l’ultimo nella speranza di ottenere 50 mila euro per il restauro delle balaustre ». Mentre il 31 gennaio è andato ancora deserto il bando per la gestione del ristorante e si dovranno cercare soluzioni alternative, presto, «poiché i fondi ci sono», assicurano Novara e Ponchione, dovrebbe partire il restauro della preziosa cartina catastale dei domini del maniero, risalente al Settecento, e – sperano – il consolidamento degli stucchi della galleria di Benedetto Alfieri, di cui il tempo ha rivelato, in certi tratti, i disegni preparatori, veri “gioielli” per gli amanti dell’arte e della storia.

Valeria Pelle

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