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Sito. 66 posti a rischio cassa

MONTICELLO Alla trentina di dipendenti della Sito in cassa integrazione da luglio se ne potrebbero aggiungere altrettanti. Della grave situazione in cui versa la storica azienda roerina discuteranno proprietà e sindacati in un’assemblea che si terrà probabilmente giovedì o venerdì, in seguito alla richiesta dei vertici aziendali di rinviare l’incontro convocato per mercoledì 6 febbraio alle 11. Il peso della situazione emerge tutto nell’amarezza di un condizionale usato dall’amministratore Sergio Leone: «L’anno prossimo avremmo dovuto festeggiare i 60 anni». Leone illustra con franchezza la situazione: «La crisi del settore auto e il congelamento del mercato motociclistico ci hanno fatto perdere in tre anni il 50% del fatturato, pari a dieci milioni di euro. Ma non siamo riusciti a contenere in proporzione le spese». Le difficoltà già hanno mietuto vittime nello stabilimento che da 18 anni l’azienda ha in Polonia e pure nella sede roerina, dove sono impiegate 85 persone, divise in amministrazione, nei settori progettazione, sviluppo e commerciale, e nell’officina di produzione. A luglio era stata richiesta la cassa integrazione per 44 persone. «Per dodici dipendenti il periodo di cassa è stato continuo e le loro mansioni sono state cancellate», precisa Pina Mosca, sindacalista Fiom Cgil. «Ora potrebbe essere coinvolta un’altra ventina di dipendenti, per un totale di 65-66 persone». Leone non si sbilancia sulle cifre: «Tutelare i dipendenti è la nostra priorità. Abbiamo chiesto di posticipare l’assemblea per aver più tempo di studiare strategie tali da penalizzarne il meno possibile, mantenendo l’azienda in produzione». Ma non nasconde le difficoltà: «Stiamo garantendo gli stipendi e, dal 1° luglio, abbiamo anticipato tutti i salari della cassa integrazione straordinaria. Oggi, 4 febbraio, ho avuto l’ultimo benestare. Speriamo che lo Stato inizi a rinfonderli poiché, oltretutto, l’Inps non ci erogherà dei soldi, ma ci darà la possibilità di scalare gli importi pagati dal modello f24. Quindi c’è il concreto rischio di non recuperare tutto ». E domani? «Stante la situazione, non me la sento di fare previsioni». Mosca, confrontando procedure che ormai si affastellano a pile, segnala l’effetto domino: «Il 20 per cento delle aziende in difficoltà non paga gli stipendi. E ormai in crisi sono tante».

v.p.

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