Se la fame è di casa

Alla Caritas di Castagnito 50 persone ogni mese chiedono alloggio. Don Renzo: «Due anni fa erano 10»

Roero. Se l’assegnazione di dieci alloggi di edilizia residenziale pubblica, martedì 12 in via Geriglio a Sommariva del Bosco (di cui parliamo nell’articolo sotto), ha alleviato, almeno un poco, la “fame di casa” che nell’ultimo anno, nel Roero, è cresciuta in maniera esponenziale, sono ancora tante le famiglie che restano in lista d’attesa, in difficoltà per un lavoro che patisce la crisi del comparto automobilistico e metalmeccanico e per bollette e affitti che non accennano a calare.
Dieci, quelle in lista a Sommariva del Bosco, a Canale non si sa – apriranno l’iscrizione a metà marzo – sono almeno cinque tra Santo Stefano, Monteu e Vezza, anche se, in realtà, secondo la Caritas sarebbero molte di più.

Don Renzo Costamagna, parroco di Castagnito e responsabile di uno dei centri di ascolto Caritas più attivi della Sinistra Tanaro, sciorina numeri allarmanti: «Due anni fa venivano a chiedere una casa una decina di persone al mese, a volte meno. Oggi sono almeno 50. Arrivano da tutto il Roero e a volte dalla Langa del Barbaresco; hanno perso il lavoro o se ne tengono stretto uno che ha lacci da schiavitù. C’è gente che vive in stalle, riattate alla bell’e meglio. Ci sono stranieri soli, spesso irregolari, ma anche giovani coppie, famiglie, padri separati che hanno lasciato la casa all’ex moglie e non sanno dove andare». Don Renzo alza un braccio, lo sguardo che corre oltre la finestra, verso una collina vicina. Nella neve, lo scheletro di una casa in costruzione. «Costantin dormiva là. Un volontario della Caritas lo ha visto farsi strada nella neve all’imbrunire e mi ha avvertito. Siamo andati a prenderlo la sera. La neve era entrata fin vicino al giaciglio che si era preparato». Don Renzo racconta storie e soluzioni, a volte temporanee, a volte durature. «A Canove il Comune ha ricavato una casa nelle vecchie Poste e vi ha trovato alloggio una famiglia di romeni con due bimbi piccoli. A Guarene tre famiglie italiane si sono sistemate negli appartamenti ricavati in un edificio comunale e pagano un affitto concordato con contratti di quattro anni rinnovabili. Nell’housing sociale di San Giuseppe di Castagnito il contratto è di diciotto mesi, ma si può rinnovare».

Tra le 50 persone che, ogni mese, chiedono un tetto a don Renzo, molte hanno famiglia, anche numerosa: «Tanti sono braccianti agricoli o manovali, i panettieri sono i più “facili” a cui trovare lavoro. Negli appartamenti ricavati nella canonica, abbiamo visto nascite, matrimoni, morti. Sebastian vi ha alloggiato da piccolo, coi genitori, ora studia all’università. Pedro è arrivato con sua madre, dall’Argentina, alla ricerca di parenti che erano emigrati in Svizzera da tempo e si sono disinteressati di loro. Ora lavora in una grande azienda albese, è molto benvoluto, una signora gli ha affittato un appartamentino ad Alba. Ci sono persone di buon cuore che ci mettono a disposizione alloggi a prezzi irrisori, ma anche chi ha palazzi vuoti e non vuole dare un tetto a chi è in difficoltà, perché teme di trovarsi danneggiato l’immobile. Noi, però, cerchiamo di dare un accompagnamento non solo economico – pagando le bollette, se necessario – ma anche umano, lavorativo, morale, affinché la povertà non avvilisca anche il cuore».
Valeria Pelle

Dieci famiglie hanno trovato un tetto

Sommariva del Bosco Martedì 12 febbraio sono state consegnate le chiavi dei 10 alloggi di edilizia residenziale pubblica, costruiti di recente in via Geriglio. Ma altre dieci famiglie restano in attesa. Presenti il presidente dell’Agenzia territoriale per la casa di Cuneo Marco Buttieri e il sindaco Andrea Pedussia. Per fronteggiare l’emergenza abitativa a Sommariva del Bosco, l’Atc, che dal 1993 ha sostituito l’Istituto autonomo per le case popolari, nel cercare di risolvere le emergenze abitative, ha acquistato dal Comune un palazzo in via Mazzini dove intende realizzare altri alloggi. «Quindici», auspica Pedussia,«se si troveranno i fondi».
Per avere diritto all’assegnazione di un appartamento, il richiedente deve rispondere ai requisiti legati al reddito, indicati nel bando, e non avere abitazioni in proprietà.
«Alcune situazioni di difficoltà si sono palesate solo nel tempo», dice Pedussia, «e il numero delle famiglie che, pur avendo bisogno di aiuto, non sono riuscite a entrare in graduatoria è alto».
In casi di grave disagio, il Comune interviene in favore dei nuclei familiari con la riduzione dei costi di mensa e scuolabus. «Si tratta di una misura adottata», evidenzia Pedussia, «quale dimostrazione di sensibilità verso chi è in difficoltà». Nel caso di disagio economico, le condizioni di reddito per ottenere il contributo sono stabilite secondo i parametri Isee. Di concerto con i servizi sociali, il Comune ha anche attivato un periodo di tirocinio formativo e attività che prevedono l’introduzione di alcune figure di supporto ai cantonieri. Termina in questi giorni il periodo di sperimentazione. «Questo intervento», spiega Pedussia, «introdotto in collaborazione con i servizi sociali a favore di chi era senza lavoro, ha coinvolto cinque persone alle quali è stata riconosciuta una retribuzione per un periodo di due mesi».
Fulvio Lovisolo

Soluzioni tra le rocche

Nell’ambito del programma regionale “10.000 alloggi entro il 2012”, il Comune di Canale ha realizzato sei appartamenti destinati all’edilizia residenziale sovvenzionata, già assegnati a giugno 2012, e sei rivolti agli ultrasessantacinquenni, recuperando un immobile di proprietà comunale nell’area di via San Martino, al confine tra la nuova Casa di riposo e il centro Asl. Per tali interventi il Comune ha ottenuto due finanziamenti: 546.167 euro per l’edilizia residenziale sovvenzionata e 601.118 euro per gli over 65. «Dal 17 marzo», spiega il vicesindaco Enrico Faccenda, «i canalesi ultrasessantacinquenni potranno presentare la domanda in Comune. Una commissione valuterà i requisiti e stilerà una graduatoria per procedere all’assegnazione degli appartamenti, che dovrebbe avvenire entro giugno. Con questi ultimi alloggi confidiamo di riuscire a sopperire alle richieste degli anziani di Canale. Come già per l’edilizia residenziale sovvenzionata, le persone che vi abiteranno, se lo vorranno, potranno usufruire della mensa, della lavanderia, del medico e di tanti altri servizi alla persona, messi a disposizione dalla casa di riposo».  e.c.

Santo Stefano Roero da tempo pensa a dare un tetto a chi è in difficoltà: grazie a un finanziamento di 110 mila euro ricevuto nel 2006 ha realizzato due case “popolari” nelle ex scuole elementari di Nostra Signora delle Grazie e Valle dei Lunghi, e ora ha in corso un nuovo progetto, molto più ampio, la cui realizzazione dovrebbe partire in autunno. Si tratta della creazione di 13 alloggi di edilizia pubblica nella frazione Valle San Lorenzo, nell’ex casa di riposo acquistata dal Comune. «Sono parecchie le famiglie o le persone che hanno bisogno di aiuto», commenta il sindaco Renato Maiolo. «Perciò abbiamo pensato a un progetto con altri Comuni del Roero: Montà, Monteu e Vezza». La Regione ha stanziato un finanziamento di un milione e 800 mila euro, pari al 90 per cento dei costi, il restante 10 verrà coperto da Santo Stefano. Gli alloggi verranno affittati per circa 200 euro al mese alle persone residenti in uno dei Comuni convenzionati. Per ora già 18 famiglie hanno inviato la richiesta, ai primi 13 verrà affittato un alloggio, gli altri rimarranno in lista d’attesa. «A far domanda sono stati soprattutto anziani, che vivono con una pensione di 400 euro al mese», continua Maiolo. Gli alloggi saranno costituiti da una camera da letto e da un bagno e avranno in comune un’ampia cucina.

r.b.

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