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Un giovane di 200 anni

Anche la “San Vincenzo” albese, fondata dal vescovo Luigi Grassi, vuole unirsi a tutta la “San Vincenzo” internazionale che celebra quest’anno il bicentenario della nascita del Beato Antonio Federico Ozanam che il 23 aprile del 1833, esattamente 180 anni fa, appena ventenne – compiva gli anni proprio in quel giorno – era tra quei sei giovani studenti universitari che, nella redazione de La Tribune Catholique a Parigi, con il prof. Emanuel Bailly, docente universitario e proprietario del giornale, diedero vita alla Conferenza della Carità, il nucleo originario di quella che nel 1845 sarebbe diventata la Società di San Vincenzo de’ Paoli.

Scriveva il giovane Ozanam al prof. Bailly: «Bisogna formare un’associazione di mutuo incoraggiamento per i giovani cattolici, dove si trovi amicizia, sostegno, esempi. Ora il legame più forte, il prestigio di una vera amicizia, è la carità e la carità non può esistere senza spandersi all’esterno; è un fuoco che si spegne in mancanza di alimenti e l’alimento della carità sono le opere buone. Se noi ci diamo appuntamento sotto il tetto dei poveri, serve più a noi che a loro, per diventare migliori e più amici».

Il giovane Federico ebbe il merito di porre le fondamenta del carisma specifico e delineò con il suo pensiero il percorso che avrebbe caratterizzato la vita e l’opera della Società. Giovani Paolo II, nell’omelia della Messa di beatificazione, avvenuta a Parigi il 22 agosto 1977 in occasione della Giornata mondiale della gioventù, invitava a guardare a Federico Ozanam non soltanto come una figura storica, lontana nel tempo, seppure esemplare, ma soprattutto come persona a noi vicina, un “contemporaneo” capace di parlare all’uomo di oggi, al credente del terzo millennio con un messaggio straordinariamente vivo, attuale, appassionante: un santo laico per il nostro tempo.

«Uomo di pensiero e di azione, apostolo della carità, sposo e padre di famiglia esemplare, grande figura del laicato cattolico, universitario che ha avuto parte importante nel movimento delle idee del suo tempo – disse il Papa –, Federico Ozanam è un modello di impegno coraggioso capace di far udire una parola libera ed esigente nella ricerca della verità e nella difesa della dignità della persona umana», e concludeva con l’auspicio che il «beato apostolo della carità diventi per tutti un appello alla santità».

Iniziativa di pochi giovani voluta per i giovani, l’opera della “San Vincenzo” continua oggi nei cinque continenti in 150 Paesi del mondo; gli “amici” della Conferenza sono attualmente 800 mila, riuniti in 45 mila conferenze, sotto il nome del grande protettore San Vincenzo de’ Paoli. Si tratta di una fonte di pensiero e un modello di impegno che chiede di essere riconsiderato e ripresentato: basterebbe pensare che il giovane torinese, il Beato Piergiorgio Frassati, e il grande sindaco di Firenze Giorgio La Pira ne fecero modello della loro vita.

Federico, dunque, modello per i laici e soprattutto per i giovani. Egli fu un autentico profeta, un uomo che, trasformato dallo Spirito Santo, è stato ed è capace di comunicare con la parola e con la vita la grande luce che Gesù ha portato nel mondo: l’amore per tutti, in primo luogo per i più poveri.

Giovanni Ciravegna

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