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Il Papa ci è davvero vicino

ALBA Nei giorni scorsi, in occasione della visita ad limina dei Vescovi del Piemonte-Valle d’Aosta, ho avuto l’opportunità di incontrare papa Francesco. Ne ho ricavato una forte impressione, che ha confermato pienamente quella a distanza consentita dai mezzi di comunicazione. Egli è depositario di una calda umanità profondamente intrisa di Vangelo, che si impone con semplicità e autorevolezza certamente non comuni.


La prima dimensione è stata testimoniata egregiamente dalla sua grande capacità di porsi in sintonia con noi, dal desiderio non affettato ma profondamente sincero di conoscerci, ascoltarci, apprendere, dalla sua disponibilità a riflettere con noi, a sentire pareri e proposte, a esplorare ipotesi e soluzioni. La stessa collocazione in cerchio, da lui voluta, è stata la plastica dimostrazione di questo stile dialogico e amichevole che ha caratterizzato il nostro incontro. La dimensione evangelica della sua persona è risaltata in una semplicità tutt’altro che mondana e nella consapevolezza di una responsabilità che intende assumere senza sconti, ma sollecitando il contributo di quanti sono chiamati in qualche modo a condividerla. Tutto ciò in una visione di fede trasparente, insieme semplice e profonda, cordiale e coraggiosa, che non si nasconde i problemi della Chiesa e le urgenze con cui è chiamata a confrontarsi. Al riguardo il Papa non ha nascosto di nutrire un profondo desiderio di cambiamento, per il quale non ha esitato a confrontarsi anche con noi. Noi Vescovi ci siamo sentiti del tutto compresi nel nostro compito pastorale e siamo stati assicurati sulla sua vicinanza, oltre che sulla possibilità di fare riferimento a lui per qualsiasi nostra esigenza. Dire che si è creato un clima di amicizia è forse riduttivo, perché più che tra amici ci siamo ritrovati veramente in famiglia. Il Papa ha apprezzato la fraternità che ci lega come Vescovi del Piemonte e certo il suo incontro l’ha approfondita e lui stesso si è inserito in essa con grande capacità di convincimento. A ciò ha contribuito anche l’origine piemontese della sua famiglia.

Egli conosce assai bene la nostra terra, a cui è legato da un affetto di vecchia data, che ora ha rinvenuto nuove motivazioni. Non è senza significato che salutandoci, in modo informale si sia lasciato andare all’affermazione: «Un giro per il Piemonte me lo devo proprio fare!». Noi lo speriamo, ma comunque sappiamo di poter contare su un Papa che, anche da lontano, sa essere egregiamente padre di tutti. Le attese e le speranze che le sue parole e i suoi gesti continuano a suscitare, dentro e fuori la Chiesa, ci fanno guardare a lui con fede e fiducia. Davvero la barca di Pietro è consegnata a mani affidabili e a un cuore grande. La simpatia che lui sa spontaneamente suscitare è un motivo in più per pregare ogni giorno per il Papa e la sua nevralgica missione. In conclusione ci ha rivolto alcune raccomandazioni, che volentieri condivido con tutti voi: innanzitutto, a conferma della sua profonda devozione alla Madonna che stiamo imparando a conoscere, a pregare con fiducia la Consolata; e poi a dedicare massima cura e attenzione ai sacerdoti, specie anziani, alle famiglie e ai giovani. Faremo tesoro di questi suggerimenti anche nella nostra Chiesa locale, a nome della quale ho ringraziato il Papa per il decreto di beatificazione dell’albese padre Girotti, il primo da lui firmato. Di più, mi sono permesso di invitarlo alla beatificazione che sarà celebrata il prossimo anno. Forse l’opportunità di vederlo ogni giorno ai pasti condivisi vicino alla sua tavola a Santa Marta gli ha ricordato questa proposta… Di certo siamo ritornati nelle nostre Diocesi con rinnovata fiducia che il Signore continua ad assistere la sua Chiesa, che papa Francesco intende aprire sempre meglio al servizio di ogni persona.
+ Giacomo Lanzetti, vescovo di Alba

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