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Papa Francesco e l’Anno della Fede

«Inizio il mio ministero apostolico durante quest’anno che Benedetto XVI, con intuizione veramente ispirata, ha proclamato per la Chiesa cattolica Anno della fede, che desidero continuare e spero sia di stimolo per il cammino di fede di tutti ». Così papa Francesco si esprimeva il 20 marzo, in occasione del suo incontro con tutte le “Chiese sorelle”. Nell’ottobre scorso il cardinale Bergoglio, ancora arcivescovo di Buenos Aires, aveva scritto una lettera pastorale finalizzata a dare inizio all’Anno della fede; nel testo – pubblicato recentemente in italiano con il titolo “Varcare la soglia delle fede” – invitava la sua Diocesi a vivere intensamente questo tempo speciale promosso da Benedetto XVI.

Porte chiuse e porte aperte

Jorge Mario Bergoglio iniziava la sua lettera con una triste constatazione, che è diventata esperienza di troppa gente: trovarsi davanti a tante porte chiuse: «Il crescente senso di insicurezza sta portando a bloccare le porte, a porre sistemi di vigilanza, telecamere di sicurezza, a diffidare dell’estraneo che bussa alla nostra porta…  è più di un semplice dato sociologico; è una realtà esistenziale che va segnando uno stile di vita». Ben venga allora un Anno della fede che invita a varcare la soglia della fede, a spalancare le porte!».

«L’immagine di una porta aperta – scriveva il cardinale Bergoglio – è sempre stata il simbolo della luce, dell’amicizia, della gioia, della libertà, della fiducia. Quanto abbiamo bisogno di ritrovarla! La porta chiusa ci famale, ci paralizza, ci separa. Iniziamo l’Anno della fede e paradossalmente l’immagine che Benedetto XVI ci propone è quella di una porta che dobbiamo varcare per poter incontrare ciò che tanto ci manca».

Ora papa Francesco ha espresso chiaramente il suo intento di portare avanti il cammino già iniziato e non ha chiesto alcuna variazione al programma già prestabilito: il suo intento è di tener aperta quella porta, anzi allargarla il più possibile: «Gesù è la porta e bussa alla nostra porta affinché gli permettiamo di varcare la soglia della nostra vita… Ringraziamo Dio per questa opportunità, per questo cammino di fede».

I principali appuntamenti

Particolarmente significativa è stata la festa dei cresimandi, giunti pellegrini a Roma da tutte le parti del mondo nei giorni 2728 aprile, e una quarantina di questi hanno ricevuto il sacramento della Confermazione dalle mani del Papa stesso, con l’invito preciso a «non aver paura dei grandi ideali».

Dopo la festa della Cresime, domenica 5 maggio è stata la giornata delle confraternite e della pietà popolare, che per papa Francesco è uno strumento privilegiato di evangelizzazione. Il 19 maggio, solennità di Pentecoste, è la giornata dei movimenti, delle associazioni e delle aggregazioni ecclesiali. Il 2 giugno è prevista la solenne adorazione eucaristica in contemporanea mondiale. Il 16 giugno è la giornata dell’Evangelium vitae, per dimostrare il valore sacro della vita umana in ogni sua fase. Il 7 luglio è la giornata dei seminaristi, delle novizie e dei novizi. Ci sarà poi l’atteso appuntamento a Rio de Janeiro per la grande Gmg, con tutto quello che comporterà quella fiumana di giovani. Il programma proseguirà con la giornata dei catechisti il 2829 settembre; il 1213 ottobre sarà la giornata mariana e il 2627 ottobre la giornata della famiglia. L’Anno della fede avrà la sua chiusura il 24 novembre, solennità di Cristo Re.

«Gesù solo è e sempre sarà la porta», si legge ancora nella lettera di Jorge Bergoglio. «Niente va al Padre se non attraverso di Lui. Se non ho Cristo, non cammino incontro a Dio. Come porta ci apre il cammino verso Dio e come Buon Pastore è l’unico che ha cura di noi a costo della sua stessa vita».

Giovanni Ciravegna

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