Don MAZZI: Ritroviamo la parola

L’INTERVISTA Don Antonio Mazzi, prete e scrittore ultraottantenne, è originario di Verona. È l’ideatore della fondazione Exodus, associazione educativa che conta più di quaranta centri in Italia, con ventimila ragazzi coinvolti ogni anno. Mazzi ha inoltre creato il progetto Educatori senza frontiere, per spingere i giovani a operare nelle zone del Terzo mondo. In occasione della festa di chiusura dei 130 anni di Gazzetta e di avvio del centenario della Famiglia Paolina, domenica 15, il sacerdote, insieme con i ragazzi dell’associazione Juppiter, ha divertito e fatto riflettere il folto pubblico del teatro Giorgio Busca con Il grande albero. Lo abbiamo intervistato nel foyer.

don antonio mazzi

Don Mazzi, ci spieghi la similitudine uomoalbero.

«Ogni uomo possiede un fusto, le radici e la linfa: basta alzare le braccia al cielo per notare la somiglianza. Grazie a questa similitudine nello spettacolo organizzato con i ragazzi di Juppiter prevale un concetto: un albero (o un uomo) è forte ed è grande solo quando le sue radici sono profonde: amore, solidarietà, dolore, spiritualità sono i sentimenti che coincidono con la parte sotterranea. La parte centrale dell’uomo dev’essere un tronco, il centro il luogo della linfa e i rami le opere. Ogni cristiano deve quindi avere radici profonde, una grande convinzione interna e deve saper fare, essere in grado di agire con fede, carità e amore».

Esiste ancora, nel 2013, il concetto di famiglia?

«Prima del concetto di famiglia, questo mondo ha perso il concetto di relazione autentica. Così, l’idea di città o di famiglia si è estinta, come il concetto di comunità ecclesiale. La soluzione? Ritrovare la parola e il suo reale significato, al fine di scoprire un nuovo modo di comunicare: attorno a questo concetto rinascerà anche la famiglia».

Che cosa conta nella vita?

«È la spiritualità che conta, insieme con l’amore e l’altruismo. Spesso si confondono i valori e si crede che il benessere sia dato dal salario garantito. Il lavoro non è un elemento fondamentale. Occorre riscoprire quali sono i grandi valori intrinseci all’uomo, poi si potrà parlare del benessere materiale».

mar.vi.

Grazie per l’affetto ricevuto

Il “grazie” arriva da Gazzetta d’Alba, che ha chiuso gli eventi dedicati al suo lungo compleanno – l’ebdomadario di Alba, Bra, Langhe e Roero ha compiuto 130 anni nel 2012 – con una settimana fitta d’incontri, centrati sui cent’anni trascorsi dal momento dell’affidamento del giornale da parte del vescovo mons. Francesco Re a don Giacomo Alberione, fondatore della Famiglia Paolina. La settimana è stata scandita da celebrazioni religiose al santuario della Moretta, dove domenica 15 è stato svelato l’altorilievo realizzato da suor Angelica Ballan a suggello dello storico momento, la scintilla che diede vita alla Società San Paolo. Nella stessa serata, in un Teatro sociale gremito, è stata la volta di don Antonio Mazzi e della Caravona di Juppiter (lo spettacolo è stato sponsorizzato da Banca d’Alba), mentre venerdì 13, nel Tempio di San Paolo, Paolo Paglia e l’Orchestra da camera di Guarene – insieme al Coro polifonico diretto da Giuseppe Olivero e alla Corale San Lorenzo della Cattedrale di Alba – hanno offerto al folto pubblico presente un concerto dalla forte intensità, accompagnato all’organo da Gabriele Studer.

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