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Il Tribunale di Alba perde la Procura, ma tira il fiato per due anni

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ALBA La “soluzione tecnica” annunciata ieri, mercoledì 4 settembre, a Roma, dal ministro della Giustizia Anna Maria Cancellieri nell’incontro con la delegazione di Langhe e Roero non si è fatta attendere. Nel tardo pomeriggio di oggi, giovedì 5 settembre, la Guardasigilli, con un decreto ministeriale, ha autorizzato –  per un periodo di due anni – la trattazione dei procedimenti civili ordinari e delle controversie in materia di lavoro, di previdenza e assistenza obbligatoria pendenti alla data del 13 settembre 2013 presso un numero limitato di sedi soppresse nell’ambito della riforma della geografia giudiziaria.

Tra le sedi temporaneamente salvate c’è anche quella di Alba, che nel prossimo biennio tirerà il fiato insieme ai tribunali di Bassano del Grappa, Pinerolo e Vigevano, selezionati per via del numero di abitanti interessati superiore a 180 mila unità – e a quelli di Chiavari, Lucera, Rossano (dove si svolgeranno anche i dibattimenti penali relativi ai procedimenti pendenti) e Sanremo – scelti in base all’indice di sopravvivenza media annuale fissato in 6.874 affari complessivi. La riforma entrerà in vigore il prossimo 14 settembre, senza alcun ripristino di Tribunali soppressi, ma consentendo che i soli processi civili pendenti presso le sedi soppresse sopra indicate siano trattati in tali sedi e ciò al fine di accelerare la loro definizione.

Tribunale di Alba (foto Marcato)

Cosa accadrà ad Alba? Spiega il sindaco Maurizio Marello: «Per ora dovremo rinunciare alla Procura, alle nuove cause e a quelle penali, che verranno trasferite presso il Tribunale di Asti. Nella sede albese, per due anni, verranno espletate le pratiche – pendenti – civili e quelle legate alle controversie in materia di lavoro e previdenza».

Al termine dei due anni, il presidio giudiziario albese chiuderà i battenti. La proroga concessa dal ministro Cancellieri, dunque, suona un po’ come una beffa, che rischia di assumere i tratti di una lunga agonia in vista della chiusura definitiva, fissata per il 2015.

Dopo la manifestazione organizzata a Roma e il faccia a faccia con il ministro Cancellieri, si sperava in una concessione più generosa, peraltro auspicata dall’intero Parlamento che, in controtendenza rispetto al Guardasigilli, avrebbe voluto una proroga per tutti i tribunali interessati dal decreto di soppressione. Invece, ha prevalso la linea dura e dello “zuccherino” – come lo ha definito il governatore del Piemonte Roberto Cota – per pochi “fortunati”. Zuccherino che comunque diventerà amaro nel giro di due anni.

Un'aula del Tribunale di Alba

«Forti delle rassicurazioni del ministro Cancellieri, oggi siamo un po’ delusi – ha commentato il sindaco di Alba Maurizio Marello – Ci saremmo aspettati maggiori concessioni. Dall’altro lato, possiamo tirare un sospiro di sollievo per essere riusciti a scongiurare – seppure in maniera temporanea – la chiusura del Palazzo di giustizia. Ora ricomincia una nuova battaglia per chiedere che il Foro di Alba, prima del 2015, venga inserito all’interno di un decreto correttivo, capace di restituire tutte le funzioni al nostro Tribunale. In questo senso fa ben sperare che il Ministro abbia riconosciuto le unicità del Tribunale albese, evitandogli la cancellazione immediata insieme ad altri sette tribunali italiani».

Fondamentale, in questa impegnativa sfida, sarà ancora il gioco di squadra. «Potremo tentare di giungere al decreto correttivo solo mettendo in campo quell’unità di intenti che abbia mostrato negli ultimi mesi e che ora applicheremo anche per riaccendere i riflettori sull’autostrada “Asti-Cuneo”. Ne approfitto per ringraziare i fautori di questa unità di intenti, ovvero i sindaci di Langhe e Roero che si sono mostrati uniti e attaccati al territorio come forse mai accaduto in passato. È un buon segnale, che però, per portare a risultati concreti – in questo caso, alla salvezza del Tribunale -, dovrà essere accompagnato in maniera altrettanto unitaria dalle istituzioni superiori», ha concluso Marello.

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