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UNO SU DUE al pronto soccorso

Ospedali: il pronto soccorso regge assai bene all’estate bollente
Il pronto soccorso di Alba.

EMERGENZA I dati dell’Azienda sanitaria di Alba e Bra fanno pensare che il pronto soccorso possa essere considerato una sorta di “seconda casa”. È al Dea (Dipartimento emergenza e accettazione) del San Lazzaro che nell’arco di un anno entra almeno un residente su due.

Il pronto soccorso di Alba.
Il pronto soccorso di Alba.

Come spiega Enzo Aluffi, direttore del reparto di medicina e chirurgia di accettazione e di urgenza, «circa il dieci per cento dei pazienti dell’ospedale di Alba accede alla struttura sanitaria passando attraverso il pronto soccorso. In totale, gli accessi al pronto soccorso di Alba sono stati 47.500 nel 2011, circa 46.000 nel 2012. Nel 2013, abbiamo registrato 34.500 accessi a fine settembre. Per quanto riguarda il bacino braidese, gli ingressi si sono attestati nel 2011 e nel 2012 sui 24 mila». In tutta l’Asl la media ammonta a circa 70 mila ingressi in 365 giorni, circa 191 ingressi ogni giorno.

Enzo Aluffi, direttore del reparto di medicina e chirurgia di accettazione e di urgenza e il direttore generale dell'Asl Francesco Morabito.
Enzo Aluffi, direttore del reparto di medicina e chirurgia di accettazione e di urgenza e il direttore generale dell’Asl Francesco Morabito.

Un codice rosso al giorno. Il dato interessante, prosegue Aluffi, può essere estratto paragonando gli ingressi al pronto soccorso al totale della popolazione. Considerando che la zona di Alba racchiude un bacino di circa 106 mila abitanti, e che gli ingressi al pronto soccorso si attestano sull’ordine delle 45 mila unità, il calcolo è semplice: circa il 45 per cento (uno su due) dei residenti nell’albese, nel giro di un anno, entra almeno una volta in pronto soccorso. «I codici rossi, ovvero le patologie più gravi (ad esempio quelle di origine neurologica), sono circa uno al giorno nel bacino albese, in linea con quelli regionali e nazionali. Per la maggior parte, il servizio si occupa del trattamento dei codici gialli, ovvero problematiche di media entità». Secondo Aluffi «il pronto soccorso di Alba e Bra rappresenta un’eccellenza. Continuiamo a lavorare con passione, erogando un servizio quotidiano al meglio delle nostre potenzialità».

Matteo Viberti

L’altro lato del 118: tra scherzi stupidi e pericolosi, mal di denti e cani abbandonati

“ Il 118 è un’area limite. “Vivisezionare” le telefonate in arrivo, il comportamento degli utenti, la rappresentazione del concetto di emergenza, equivale a “studiare” una parte della società in cui viviamo. Come spiega Mario Raviolo, responsabile della centrale operativa 118 di Cuneo, «nella Granda, nel 2012, abbiamo ricevuto 99.144 telefonate, circa 270 al giorno. Non tutte le chiamate portano all’invio dei mezzi, eventualità verificatasi “soltanto” in 37 mila casi, di cui circa 15 mila codici verdi, 15 mila codici gialli e 5.929 codici rossi». La ragione di questo scarto, tra chiamate ricevute e ambulanze inviate, è curiosa. «Riceviamo almeno dieci telefonate al giorno da utenti che segnalano cani abbandonati. Sebbene il tentativo sia di dare risposta a tutti, non possiamo occuparci di queste situazioni. Inoltre, nel 2012 abbiamo registrato circa 640 codici bianchi (quasi due al giorno): casi inappropriati di richiesta. Ad esempio, chi chiama lamentando un mal di denti». La sfilza di bizzarrie potrebbe proseguire all’infinito.

La centrale operativa nel 2012 ha erogato 2.522 consigli: «Succede che l’utente chiami il 118 perché non riesce a reperire il proprio medico», spiega Raviolo. «Il problema è che, magari, provava a contattarlo nell’orario notturno». Ma il dato più drammatico è incarnato dai 1.126 scherzi (quattro al giorno) ricevuti al 118. «Si tratta soprattutto di ragazzini, che chiamano dalle cabine telefoniche denunciando, ad esempio, incidenti stradali in verità mai avvenuti. Talvolta gli operatori esperti se ne accorgono, riescono a evitare l’intervento. Altre volte i mezzi vengono inviati, con grande dispendio di tempo ed energie, a discapito di altre situazioni gravi e reali». Un altro dato riguarda le case di riposo, che “assorbono” il 35 per cento degli interventi del 118. Nelle scuole il servizio di emergenza ha effettuato soltanto lo 0,54 per cento degli interventi totali, indice di un buon grado di sicurezza delle strutture formative. Secondo Raviolo «non è mai capitato che, in caso di bisogno reale, i nostri mezzi non venissero inviati in modo efficace e tempestivo».

m.v.

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