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Lavoro, poca luce in fondo al tunnel

ECONOMIA. Le statistiche di questi tempi aprono squarci di ottimismo ma subito dopo di pessimismo. Secondo l’indagine pubblicata da Confartigianato Piemonte il 15 ottobre e relativa al quarto trimestre 2014, le imprese subalpine che ipotizzano un fatturato fino a 25 mila euro salgono dal 32,16 al 33,09 per cento. Anche il segmento che ipotizza un fatturato da 25 a 50 mila è in crescita, passando dal 16,70 per cento al presente 17 per cento. È un segnale inatteso, che potrebbe preludere a un nuovo assetto del lavoro: il piccolo cresce a discapito del grande. Le imprese di dimensioni moderate sembrano adattarsi meglio al contesto, mentre appare sempre più difficile per i “grandi”. Le imprese che ipotizzano un fatturato da 50 a 150 mila euro annui scendono dal 10,72 al 10,67 per cento; quelle che prevedono introiti da 150 a 400 mila euro diminuiscono dal 3,16 al 3,07 per cento; quelle oltre i 400 mila euro si attestano sullo 0,18 per cento.

fabbro

La stessa dinamica sembra verificarsi sul fronte dei dipendenti: le ditte con organico da uno a tre dipendenti salgono dal 40,77 al 42,31 per cento, mentre quelle con un totale maggiore di collaboratori registrano parametri in discesa. Ancora una volta, l’atomizzazione delle imprese e la loro frammentazione in tanti piccoli nuclei sembra la reazione evolutiva del tessuto piemontese al contesto di crisi.

Il vero nodo critico – non è una novità – riguarda l’occupazione: le previsioni di aumento scendono in percentuale dall’1,23 all’1,08, mentre le imprese che ipotizzano diminuzioni salgono di molto: dall’1,76 al 3,8 per cento. I parametri del mercato del lavoro a prescindere dagli effettivi guadagni delle imprese – sono in contrazione.

Anche la produzione industriale se la passa male: gli intervistati che prevedono un incremento scendono ancora dall’1,58 all’1,27 per cento. Coloro che temono diminuzioni salgono dal 24,96 al 26,40 per cento.

Confermando i quattro sondaggi precedenti, sia le previsioni di investimenti per ampliamenti, sia quelle per sostituzioni permangono sullo zero. Le aziende intenzionate ad assumere manodopera specializzata sono ancora una volta sullo zero per cento. Le imprese rimangono schiacciate dalla scarsa disponibilità di risorse e dalla paura.

Tra timore e difficoltà strutturali, sembrano emergere i prodromi di un drastico cambiamento sul fronte del lavoro. Una sorta di disaggregazione, in cui i piccoli riescono a muoversi con maggiore audacia, a essere più ottimisti, a smobilitare risorse. Anche se produttività e occupazione rimangono congelate.

Matteo Viberti

 

Maggi (Ires): ma le riforme restano ancora da fare

maurizio maggi iresANALISI. Maurizio Maggi è un dirigente dell’Ires Piemonte. Quali sono le mosse politiche e strategiche da effettuare per consolidare questo trend positivo? «Le riforme di base che avrebbero dovuto permettere il superamento definitivo della recessione, fino ad ora, non sono state effettuate. Ad esempio quella sulla trasparenza finanziaria. Poi le riforme sulla produttività: il Paese è invecchiato, dobbiamo tenere conto di questo dato. Infine la pubblica amministrazione, che a oggi è molto appesantita. Non perché esistano troppi dipendenti pubblici o perché costino troppo. L’Italia ha meno dipendenti di Francia e Inghilterra, anche il loro il costo (rispetto al Pil generale) è più basso rispetto al resto d’Europa. Ma perché in Italia ci vuole così tanto per realizzare un appalto, indire un bando o rendere attuativa
una legge? Fino a quando non sapremo rispondere a tali domande, non supereremo lo stallo».

m.v.

 Nepote (Ires): credito per il manifatturiero

daniela nepote iresCREDITO / 1 . Daniela Nepote fa parte dell’Istituto di ricerche economiche e sociali del Piemonte. Ires ha condotto uno studio – intervistando i dirigenti delle banche piemontesi – sul sistema bancario locale e le richieste di credito degli imprenditori.

Quali sono i risultati?

«Sostanzialmente, nel trimestre preso in esame (aprile-maggio-giugno 2014), la domanda di impieghi bancari registra segnali di espansione invertendo il trend negativo delle ultime indagini. In particolare per il settore manifatturiero, dove si consolidano i segnali di espansione del credito che già si avvertivano a dicembre scorso. Allora il saldo positivo si attestava al 7,5 per cento, ma in quest’ultima rilevazione sale al 30 per cento, facendo risultare il manifatturiero il settore più dinamico. Nel comparto delle costruzioni e delle opere pubbliche invece il quadro è negativo: si conferma la contrazione della domanda di credito rispetto alla rilevazione precedente. Il segnale di novità è rappresentato da un contributo non più negativo alla domanda di credito per il finanziamento degli investimenti fissi. I giudizi espressi sull’andamento dell’attività-volume d’affari delle piccole e medie imprese raffigurano una fase di ripresa con scarso impatto sulla redditività. Si registra anche un moderato allentamento nelle condizioni di erogazione del credito».

Quali sono le previsioni?

«La domanda di credito nei prossimi tre mesi è prevista in crescita; si registra un clima espansivo per il comparto manifatturiero, mentre l’andamento critico per le costruzioni non accenna a migliorare. Nei confronti dei servizi, si conferma una domanda in espansione. Nelle prospettive si presenta un miglioramento per quanto attiene al fatturato delle imprese».

m.v.

Corino (Banca d’Alba): già 47 milioni per le Pmi

riccardo corino banca d albaCREDITO / 2 . Riccardo Corino è il direttore generale di Banca d’AlbaQuali le dinamiche locali a livello di richieste crediti? Ci sono miglioramenti?

«Dopo tre anni consecutivi di flessione, gli impieghi totali per Banca d’Alba sono in leggero aumento nell’ultimo trimestre. Continua la nostra azione di sostegno alle piccole e medie aziende del territorio. I mutui per la casa negli ultimi due trimestri sono aumentati del 18 per cento nel numero e addirittura del 22 per cento negli importi; anche questo è un chiaro segnale di un mercato che si sta muovendo, di una rinnovata voglia di investire nella casa come punto di riferimento».

Eppure la difficoltà è percepibile, anche a livello locale.

«La crisi nella nostra zona è giunta più tardi rispetto ad altre aree italiane. Le sofferenze sono in aumento, ma in linea con il trend nazionale. Questa situazione è generalizzata e coinvolge anche il settore bancario, in cui si sta generando una selezione naturale che premia sul mercato le banche più virtuose. Grazie ad accantonamenti molto prudenziali e un patrimonio di vigilanza che supera i 320 milioni, Banca d’Alba certifica e rafforza la propria solidità, che le consente di affrontare le difficoltà del momento e sostenere la clientela e la compagine sociale».

Parlando di imprenditori, esiste una spinta al miglioramento?

«Banca d’Alba ha recentemente disposto un plafond di 100 milioni di euro per le piccole e medie imprese locali. Un fondo da destinare a necessità quali l’acquisto di nuovi macchinari, l’ammodernamento di locali, l’ampliamento dell’attività, il ripristino del magazzino. Vogliamo dare nuova linfa allo sviluppo della comunità, rilanciando la nostra offerta di credito alle famiglie e alle imprese in modo proattivo. La risposta è stata eccezionale: sono già stati assegnati in poco tempo 47 milioni di euro a oltre 300 aziende locali, segno di fiducia nel futuro».

m.v.

Per lavorare, c’è chi riscopre Darwin

TESTIMONIANZA. «Ho studiato filosofia, volevo scrivere libri, diventare un intellettuale»: Alessandro, 27 anni, nato ad Alba. Le cose non sono però come le si vorrebbe. E quindi ha «iniziato ad applicare idee e concetti filosofici all’informatica. Ho capito che per avere successo nel mondo del lavoro avrei dovuto agire da solo. Ho pensato di realizzare un sistema on line di vendita di prodotti gastronomici. L’idea è costruire un sito di “baratto” di generi alimentari tra tutta Europa. Ci sono problemi legati alle spedizioni e alla sicurezza, ma sono sicuro che ce la farò». Alessandro cita Darwin: «Gli individui si adattano al contesto sviluppando nuove funzioni. Ho fatto così».

m.v.

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