Sanità: l’emodinamica di Alba potrebbe funzionare senza stop, ma la Regione non dà il via libera

ALBA «I cittadini di Langhe e Roero sono pregati di avere problemi cardiaci gravi dal lunedì al venerdì, dalle 7 alle 20. Si ringrazia per la cortese collaborazione». A lanciare la provocazione è l’eurodeputato Alberto Cirio, che denuncia la scelta della Regione Piemonte di negare all’ospedale “San Lazzaro” di Alba l’autorizzazione alla copertura 24 ore su 24 del laboratorio di emodinamica per il trattamento d’urgenza degli infarti.

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L’europarlamentare Alberto Cirio davanti all’ospedale “San Lazzaro” di Alba insieme ai consiglieri comunali Prunotto, Bo, Rossetto, Boeri e Marengo.
«L’Asl Cn2 è dotata di un laboratorio per l’emodinamica tra i più recenti e all’avanguardia, donato generosamente dalla fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo e da alcuni industriali locali – sottolinea Alberto Cirio – Un servizio che, nel caso di pazienti con un infarto in corso, può rivelarsi determinante per salvare la vita. Il problema è che, con gli orari di apertura attuali, se a un qualunque cittadino di Langhe e Roero viene un infarto dopo le otto di sera o nel weekend, per ricevere soccorso bisogna percorrere almeno un’ora di strada e arrivare fino alle emodinamiche di Savigliano o Cuneo. Una totale assurdità dal momento che il 16 settembre scorso, con l’arrivo del nuovo primario, l’ospedale aveva attivato, senza alcun aggravio economico per l’ente ma solo attraverso la turnazione del personale, una copertura h24. Dopo solo un giorno, però, la Regione ha bloccato il servizio ritenendolo non in linea con la programmazione. Mi domando quale sia la logica, visto che non solo il servizio non costerebbe nulla, ma in base alle valutazioni dello stesso reparto di cardiochirurgia dell’ospedale “San Lazzaro” i tempi persi per trasportare il paziente da una struttura all’altra ne abbassano la probabilità di sopravvivenza».
Dai dati 2013 della Rete per l’infarto miocardico della Regione Piemonte, risulta che la provincia di Cuneo ha la mortalità per infarto peggiore di tutto il territorio piemontese, con un numero di decessi doppio rispetto a quello della provincia di Novara (4,4% decessi intra-ospedalieri nel novarese e 8,5% nel Cuneese). Nel Piano sanitario regionale è previsto che le due emodinamiche di Alba e Savigliano confluiscano in futuro nel nuovo ospedale di Verduno, per il quale però non si conoscono i tempi esatti di apertura. A questo si aggiunge che il Dea Alba-Bra è il secondo della provincia per numero di accessi: solo il 40% dei pazienti chiama il 118 all’insorgere di un infarto, il restante 60% giunge con un proprio mezzo e deve essere trasferito ad Asti o Savigliano, con un notevole ritardo delle terapie e di conseguenza un maggiore rischio di mortalità, anche perché il 118 ha più volte sottolineato la difficoltà ad eseguire il trasferimento di questi pazienti per carenza di mezzi e personale.
«Il recente caso di Pino Daniele – continua Alberto Cirio – è un esempio di quanto la tempestività sia determinante per salvare una vita. Qui abbiamo un macchinario donato dai privati alla sanità pubblica, un servizio garantito h24 senza un euro di costi in più ma solo con la turnazione del personale, una Asl con i conti apposto tra le più meritevoli di tutto il Piemonte, per cui davvero mi domando quale sia la logica nella scelta della Regione. Qualcuno a Torino pensa che due emodinamiche per tutta la provincia di Cuneo siano sufficienti, ma oggi io mi rivolgo al presidente Chiamparino in persona perché in gioco, insieme al buon senso, ci sono vite umane che qualcuno rischia di avere sulla coscienza. Garantire questo servizio non costerebbe nulla, mentre continuando a negarlo gli unici che rischiano di pagare, con la propria vita, sono i cittadini di Langhe e Roero».
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