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Alba-Asti in treno o in bicicletta? Prosegue il dibattito

Continua la discussione sul futuro della linea ferroviaria Alba-Asti (leggi QUI e QUI), interrotta da alcuni anni per l’inagibilità della galleria Ghersi. L’Amministrazione di Alba, insieme a quelle di diversi paesi limitrofi e alla Regione Piemonte, continua a sperare nella riapertura, mentre alcuni amministratori dell’astigiano e della Valle Belbo auspicano che, come suggerito dall’europarlamentare Alberto Cirio, venga definito un progetto da candidare ai finanziamenti dell’Unione europea per trasformare la tratta ferroviaria in una pista ciclabile dell’Unesco. Di seguito alcune lettere e comunicati stampa recapitati alla nostra redazione nei giorni scorsi.

In merito ai comunicati emersi sulla vicenda treno-pista ciclabile, vorremmo precisare che nessuno si deve sentire autorizzato a parlare a nome di tutte le amministrazioni locali, soprattutto in una tematica in cui le posizioni sono piuttosto variegate. Proprio questi differenti punti punti di vista ci portano ad esprimere la nostra, opinabile ma legittima, perplessità in merito alla linea che ha deciso di intraprendere la Regione Piemonte. Non ci si può infatti presentare come se questo fosse l’anno zero ovvero come se la tratta fosse sospesa da qualche mese. Da diversi anni nessun treno transita più su questa tratta di circa 50 km (Asti-Neive-Nizza Monferrato) che, pur essendo tecnicamente utilizzabile, non viene riaperta (a differenza della rimanente tratta Neive-Alba su cui sussiste un’effettiva criticità tecnica nella galleria Ghersi). Se, come si legge sul comunicato, “i treni erano frequentatissimi” ci si domanda quale sia stata la vera motivazione della chiusura di questa tratta. Ci risulta che non ci fosse più la sostenibilità economica quanto a rapporto costo/utente. È evidente che in questa condizione di incertezza, o meglio, di certezza che la tratta avrà poco futuro, il progetto pista ciclabile assume una rilevanza straordinaria e non percorrerlo sarebbe un’occasione persa. Inoltre i firmatari di tale comunicato ritengono che la pista ciclabile debba percorrere le Valli Belbo e Tinella (cuore del sito Unesco) e non costeggiare a poche decine di metri la Asti-Alba nella Valle Tanaro (fuori dalla zona Unesco). Ognuno rimarrà della propria idea, ma a volte sarebbe più opportuno lasciare la strada (ferrata) vecchia per imboccarne una nuova, ricordando a tutti noi che oggi stiamo difendendo un’infrastruttura inutilizzata e non un servizio per i cittadini.
Il sindaco di Canelli e vicepresidente della Provincia di Asti, Marco Gabusi – il sindaco di Coazzolo e consigliere provinciale di Asti con delega ai trasporti, Fabio Crosso – il sindaco di Calosso, Giuseppe Ugonia – il sindaco di Santo Stefano Belbo, Luigino Icardi

TRENO

Il sindaco di Alba Maurizio Marello si dimostra sempre più ammalato di “renzite”, alternando continui proclami a promesse da campagna elettorale. L’ultimo caso riguarda l’ipotesi di recupero della linea ferroviaria Alba-Asti-Nizza Monferrato, sposata in toto da Marello e, secondo lui, anche da tutti gli altri sindaci interessati ma dall’incontro con l’assessore regionale ai trasporti Balocco non è scaturito nulla di concreto, se non l’ennesimo proclama inconcludente. Ora, fermo restando che l’unanimità di pareri dei sindaci tanto sbandierata da Marello non è pertinente con la realtà, il vero problema è un altro. Fare ripartire il treno Alba-Asti è sicuramente importante, ma dobbiamo guardare in faccia la realtà e, soprattutto, i conti della Regione. Ripristinare la galleria Ghersi e mettere in sicurezza l’intero tratto costerebbe diverse decine di milioni di euro, cifra che aumenterebbe inesorabilmente se, come il buon senso prevede, il recupero interessasse anche l’elettrificazione della linea: continuare a usare inquinanti locomotori a gasolio sarebbe uno sfregio ad un territorio patrimonio dell’umanità. Sarebbe opportuno, pertanto, valutare con più attenzione progetti alternativi effettivamente realizzabili grazie ai fondi europei, così come auspicato dall’onorevole Alberto Cirio.
Carlo Bo, capogruppo di Forza Italia nel Consiglio comunale di Alba

ferrovia-treno-cuneo-nizza

Perché ferrovia contro ciclabile? Da mesi molti sindaci, assessori e organizzazioni stanno lavorando sinergicamente per (ri)creare le condizioni necessarie alla riapertura del servizio ferroviario locale di collegamento tra Alba, Asti e Alessandria. Queste condizioni sono oggi una realtà, come emerso nel confronto tenutosi ad Alba la scorsa settimana tra i rappresentanti del territorio e l’assessore regionale ai trasporti.
Sorprende, quindi, che quattro Sindaci astigiani abbiano diramato un nuovo comunicato per ribadire la loro contrarietà al tentativo di riaprire la tratta ferroviaria sospesa, suggerendo di dare corso alla sostituzione dei binari con una artificiale pista ciclabile.
Soprende, in particolare, perchè all’incontro di Alba la rappresentante del Sindaco di Canelli aveva annunciato l’interesse dell’amministrazione a riattivare rapidamente il servizio ferroviario o, altrimenti, a procedere nell’alternativa a due ruote. Sorprende perchè il Sindaco di Coazzolo aveva sollevato il problema delle risorse finanziarie ma non si era dichiarato contrario ad un progetto di riapertura del servizio locale su ferro. Sorprende perchè in una precedente riunione a Costigliole, il Sindaco di Santo Stefano Belbo aveva ribadito il suo “sì” alla ferrovia e anche il suo “sì” alla ciclabile. Sorprende perchè il Sindaco di Calosso, pur invitato al tavolo con la Regione, non si è presentato all’incontro e non ha indicato i suoi intendimenti.
Sorprende perchè l’assessore regionale Balocco ha confermato che la linea da Castagnole ad Asti e da Castagnole ad Alessandria è in ottimo stato e il suo ripristino non comporta costi proibitivi.
Non sarebbe l’ora di condividere tutti assieme un progetto e verificare seriamente la fattibilità di una soluzione che (a nostro parere) è oggi a portata di mano? Perché continuare a voler contrapporre treni e biciclette e non vedere la positiva loro integrazione?
Alessandro Mortarino, forum “Salviamo il paesaggio” e movimento “Stop al consumo di territorio”

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