Carcere di Alba, dopo la legionella timori di soppressione

ALBA Nubi minacciose sulla casa di reclusione “Montalto”. Dopo tre casi di legionella accertati e uno sospetto che hanno imposto lo sfollamento (effettuato sotto il coordinamento del direttore pro tempore Domenico Arena, in sostituzione della direttrice Giuseppina Piscioneri, in congedo), si teme che il carcere possa non riaprire. Da più parti si sostiene che gli alti costi per la ristrutturazione – si parla di almeno 8 milioni di euro per lavori della durata tra i 6 e i 12 mesi – potrebbero spingere il Ministero a disporne la chiusura definitiva. Si dovrebbe sapere qualcosa in più dopo la riunione in programma giovedì 21 gennaio, a Torino, nella quale si parlerà anche della proposta di accorpare la direzione della struttura albese con Fossano.

carcere-alba01

Nel frattempo, abbiamo interpellato il sindacalista Vicente Santilli, segretario regionale Sappe. Queste le sue parole: «È normale che ci sia preoccupazione, ma al momento non ci sono notizie di una possibile chiusura. Penso sia opportuno, previa la risistemazione, riaprire: lo Stato ha inserito Alba tra le case di reclusione idonee a ospitare collaboratori di giustizia e ha affidato la gestione del reparto psichiatrico Rems presso la casa di cura “San Michele” di Bra. In attesa di conoscere costi e tempi degli interventi, collaboreremo alla costituzione del gruppo di 20-30 agenti che resterà ad Alba per presidiare il complesso e vigileremo affinché i restanti ottanta dipendenti vengano inseriti in altre carceri».

Segue con attenzione i temi legati alla giustizia e pure la vicenda anche l’avvocato Roberto Ponzio, che ha dichiarato: «Sarebbe incredibile se in una costruzione piuttosto recente come lo è quella del carcere di Alba emergessero problemi strutturali tali da decretarne la soppressione. Le conseguenze sarebbero inquietanti per i cento agenti e le loro famiglie, per la città – che perderebbe un ulteriore tassello – e per il tribunale, strettamente legato all’istituto penitenziario, le cui possibilità di riapertura verrebbero pressoché ridotte a zero».

Si è percepita preoccupazione pure sabato 16 gennaio durante la presentazione del garante comunale dei detenuti Alessandro Prandi. Il grillino Ivano Martinetti ha chiesto di non abbassare la guardia e ha evidenziato l’assenza nella sala comunale della direzione carceraria. «Il sistema penitenziario regionale non può permettersi di perdere una struttura così importante», ha affermato Prandi, aggiungendo: «Io e il garante regionale Bruno Mellano ci impegneremo per tenere accesi i riflettori sugli interventi di messa in sicurezza e affinché venga garantita ai detenuti la continuità nei percorsi di studio, lavoro e attività culturali».

Enrico Fonte e Manuela Anfosso

Banner Gazzetta d'Alba