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Posta a giorni alterni: il Tar decide il 23 marzo

Poste, Regione e Anci alleati per garantire servizi più efficienti

POSTE  Si dovrà attendere ancora qualche settimana per sapere come andrà a finire la questione del recapito postale a giorni alterni in diciassette paesi delle Langhe. Giovedì scorso era attesa la sentenza del Tar del Lazio in merito al ricorso presentato dall’Anci Piemonte e da 41 Comuni contro il piano aziendale di Poste italiane, ma il Tribunale amministrativo ha rinviato la decisione al 23 marzo. Pochi giorni più tardi (dal 5 aprile) è previsto l’avvio della seconda parte del progetto, con l’introduzione della consegna a giorni alterni (o meglio: cinque giorni in due settimane) in alcuni paesi del cebano, mentre da maggio dovrebbe toccare al resto della Langa e al Roero.

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Il rinvio del pronunciamento non dispiace all’Anci Piemonte, come spiega il presidente Andrea Ballarè: «La decisione del Tar del Lazio conferma l’impressione positiva avuta a novembre, quando la Camera di consiglio, nel rifiutare la richiesta di sospensiva avanzata nel ricorso, si è pronunciata in favore di un giudizio di merito immediato. Confidiamo che le ragioni dell’Anci e dei Comuni vengano accolte nel merito. Se così fosse, il nostro ricorso creerebbe un precedente importante per tutta la regione». Intanto, secondo quanto afferma l’Anci in una nota, Poste italiane ha manifestato la disponibilità a trovare una soluzione che dovrebbe essere formalizzata nei prossimi giorni. «Dopo il silenzio dei mesi scorsi, riceviamo un primo segnale di apertura. Quando avremo in mano la proposta, riuniremo gli interessati ad Asti per discuterla nel merito. Ad aprile dovrebbe partire la seconda fase del servizio postale ridotto e per quella data sarebbe fondamentale giungere a una soluzione soddisfacente», evidenzia Gianluca Forno, coordinatore dei piccoli Comuni di Anci Piemonte.

Per ora, nei paesi della nostra zona interessati dal recapito a giorni alterni, la consegna dei giornali continua a essere quotidiana, ma non è così dappertutto. A inizio febbraio, a Cesena, il settimanale Corriere cesenate è stato consegnato a giorni alterni senza preavviso. Al giornale lo hanno scoperto dalle lamentele degli abbonati. Poi, nelle settimane successive, la situazione è tornata normale. «Ciò che è accaduto è la conferma che le Poste, se un giornale è molto diffuso, non riescono a smaltire il carico di lavoro. Occorre fare qualcosa. Abbiamo chiesto un incontro col Governo. Era stato aperto un tavolo di confronto con Agcom, ma si è riunito una sola volta», afferma il direttore del Corriere cesenate Francesco Zanotti, presidente della Fisc (Federazione italiana settimanale cattolici), che aggiunge: «Non c’è solo il problema dei giornali. Con la consegna a giorni alterni viene meno il servizio universale previsto da una delibera di Agcom».

Corrado Olocco

 

 

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