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"Società solidale", numeri in crescita: 17 mila richieste di servizi e oltre mille ragazzi coinvolti

giorgio-groppo-csvCUNEO Numeri positivi per il Centro servizi volontariato “Società solidale” di Cuneo che giovedì 28 aprile ha approvato il bilancio consuntivo 2015 alla presenza dei rappresentanti delle 336 associazioni che ne fanno parte. Un risultato incoraggiante per il futuro, nonostante le incertezze legate al disegno di legge sul Terzo settore che prevede di riorganizzare le associazioni di volontariato. Gazzetta d’Alba ha approfondito questi temi (ma non solo) con il presidente del Csv, Giorgio Groppo (foto).

Presidente Groppo, quali sono i dati più rilevanti del bilancio 2015?
«Le richieste di servizi sono state 17.229, rese a 610 associazioni e le consulenze erogate hanno toccato quota 13.622, con un incremento di  circa il 10 per cento rispetto all’anno precedente. I progetti promozionali sono stati 38, 13 i corsi di formazione, che hanno coinvolto 171 volontari. Anche i corsi specifici per le associazioni sono stati 13».

Com’è cambiata “Società solidale”?
«Il prossimo anno festeggeremo i 15 anni di attività: dalle origini le cose sono cambiate molto. Allora la situazione era incerta: si parlava ancora poco di volontariato, non si sapevano quante e quali associazioni fossero presenti in zona. Così abbiamo iniziato a mapparle, facendoci conoscere. È stata un’opera appassionante, anche se impegnativa: bisognava essere un po’ matti per intraprendere un percorso del genere, ma sono felice di averlo fatto».

Oggi come si può favorire il volontariato?
«Lo si può fare mostrando quanto il volontariato sia importante. In generale si pensa che il benessere di una società sia indicato dal benessere dei singoli, ma non è così: è il benessere collettivo a fare la differenza. È dunque importante mostrare, soprattutto ai più giovani, quanto sia bello donare il proprio tempo agli altri».

Ha parlato di giovani, i quali spesso vengono accusati di essere poco partecipi nel mondo del volontariato. Come li si può educare alla cultura dell’aiuto?
«I giovani sono una risorsa molto importante perché hanno tempo ed entusiasmo da offrire. Nel corso del 2015 abbiamo coinvolto 27 istituti superiori della provincia per un totale di 1.300 ragazzi con lo scopo di dare un punto di riferimento e mostrare quanto ci sia bisogno di aiuto. Spesso i ragazzi non partecipano alle attività di volontariato perché non le conoscono, non sanno come prendervi parte. Una volta creata in loro la voglia di partecipare, i risultati arrivano da soli e sono molto soddisfacenti».

Concludiamo con uno sguardo al futuro e in particolare al disegno di legge sulla riorganizzazione del Terzo settore: cosa cambierà?
«Personalmente non sono favorevole alla legge perché mette insieme associazioni, società e cooperative di natura diversa. Al momento, in Senato, è stato discusso solo lo “scheletro” della normativa: per un quadro preciso dobbiamo attendere i decreti, che dubito verranno emanati in tempi brevi. La prima sensazione è che la riorganizzazione ipotizzata possa complicare, e di molto, la vita delle associazioni di volontariato, invece di semplificarla. Ci dovrebbero comunque essere anche degli aspetti positivi, come la riorganizzazione, soprattutto fiscale, delle associazioni. Sono poi favorevole all’albo unico, a patto che ogni associazione possa mantenere la propria specificità».

Alessia M. Alloesio

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