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La vescica ricostruita col minirobot

L'urologo Giuseppe Fasolis va in pensione
Giuseppe Fasolis (al centro) con i colleghi Camilli e Puccetti

ALBA Il servizio di urologia albese, insieme a quello di Cuneo, è centro di riferimento regionale della Rete oncologica e ha messo a punto tecniche innovative e vantaggiose, che ci hanno illustrato gli urologi.

urologi Da sinistra Camilli Fasolis Puccetti 1
Qual è il punto di eccellenza della struttura?
Risponde Luca Puccetti, referente per la Rete oncologica regionale e responsabile dell’ambulatorio dedicato a queste patologie. «Abbiamo ottenuto un significativo aumento della qualità della vita del paziente, senza un aumento delle recidive, sostituendo gli esami endoscopici con indagini non invasive (esame delle urine, citologia urinaria, ecografie, fish test delle urine). Questo nuovo atteggiamento diagnostico ha trovato approvazione dalla Rete oncologica di Piemonte e Valle d’Aosta ed è in corso uno studio per la definitiva approvazione di questa metodologia, che incontra il gradimento dei pazienti».
Cosa succede quando i tumori alla vescica sono muscolo invasivi?
Risponde Giuseppe Fasolis, direttore del servizio di urologia: «Dal 1997 ad Alba si pratica la chirurgia radicale con derivazione o ricostruzione della vescica. Il nostro centro vanta circa 450 interventi di cistectomia radicale e in più del 50% di loro una ricostruzione di vescica utilizzando un tratto di intestino. Da circa un anno eseguiamo questo intervento, laddove indicato, in laparoscopia assistita da minirobot, metodo che permette una guarigione in tempi più brevi. La ricostruzione della vescica è indicata nei pazienti che hanno una buona aspettativa di vita e che si dimostrano motivati».

a.r.

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