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Novità in vista per il Consorzio del Roero

Novità in vista per il Consorzio del Roero

VINO Il 2016 sembra essere un anno di novità per il Roero e la sua produzione vitivinicola. È di queste settimane, infatti, la conclusione di una serie di iniziative volte a introdurre alcune innovazioni nel disciplinare di produzione della denominazione Roero. Evidentemente tra le ipotesi e la realizzazione ci sono di mezzo i tempi della burocrazia, ma in zona il più è fatto. A parlarne in un recente incontro è Francesco Monchiero, presidente del consorzio, che ha riepilogato i lavori fin qui realizzati nel 2016.

Novità normative. Cominciamo dalle modificazioni del disciplinare di produzione, che si fissano su tre elementi. Innanzitutto, l’introduzione delle cosiddette “menzioni geografiche aggiuntive”, ovvero i riferimenti territoriali che individuano porzioni più piccole della zona di origine. «Il lavoro è stato lungo sette anni, ma alla fine abbiamo individuato le parti di territorio che meritano di campeggiare sulle bottiglie dei vini Roero. Le menzioni sono di due tipi. Quelle comunali, con l’eccezione di Castellinaldo, i cui produttori da tempo lavorano per il binomio tra il nome del Comune con la Barbera d’Alba e quindi ne hanno chiesto l’esclusione dal disciplinare del Roero e le zone più piccole, individuate sostanzialmente con il criterio usato nel passato per Barolo, Barbaresco e Diano d’Alba», spiega Monchiero.

Altra novità è la possibilità di utilizzare la menzione “Riserva” anche sul Roero Arneis. Con l’evoluzione del mercato, sono sempre di più le persone che si appassionano ai vini bianchi affinati; quindi, questa è parsa un’utile opportunità da cogliere. Prosegue Monchiero: «Ma l’innovazione forse più impegnativa da condividere è un’altra, ovvero la possibilità di utilizzare in alternativa a Roero Arneis anche solo il riferimento Roero, senza l’obbligo di indicare il termine bianco. È evidente che chi vuole potrà continuare a usare Roero Arneis. Probabilmente, se questa ipotesi fosse stata percorsa una ventina di anni fa avrebbe segnato in modo diverso l’immagine di questo vino, sulla stessa linea del Gavi, altro importante bianco piemontese».

Gestione e promozione. Anche la gestione della denominazione Roero segnala fatti positivi per il 2016: se nei due anni precedenti la resa a ettaro era stata ridotta rispettivamente del 10 e del 5%, con la vendemmia 2016 tutto tornerà alla normalità. «Oramai, possiamo dirlo con certezza: la vendemmia 2016 ripristinerà la resa globale per il Roero Arneis, senza più riduzioni. Le vendite dei primi otto mesi del Roero Arneis 2015 hanno fatto segnare un incremento significativi (+8% rispetto allo stesso periodo dell’annata precedente) e quindi ci sono i presupposti per tornare a produrre i 100 quintali per ettaro», afferma Monchiero.

Anche la promozione ha compiuto i suoi passi per consolidare l’immagine e il prestigio della denominazione. Prosegue il presidente: «Il fatto più significativo è stato il Roero day che si è svolto a marzo alla reggia di Venaria. I produttori hanno incontrato circa 2mila­persone, soprattutto appassionati. È stata la prima fortunata edizione di un evento che ha portato molte persone a scoprire o riscoprire i vini del Roero». Da non trascurare la promozione negli Usa, che ha visto la realizzazione di una missione con 20 produttori e alcune iniziative rivolte ai giornalisti di settore.

Giancarlo Montaldo

 

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