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Asti-Cuneo: “Basta aspettare”. Biraghi presenta un progetto da 700 milioni in meno

Dalle associazioni di categoria della Granda la spinta per uscire dall'immobilismo
Il presidente di Confindustria Cuneo Franco Biraghi

ASTI-CUNEO Il presidente di Confindustria Cuneo Franco Biraghi torna a scrivere al ministro Graziano Delrio per chiedere azioni forti e immediate per sbloccare lo stallo dell’autostrada.

Il progetto di Biraghi prevede una soluzione d’emergenza come alternativa per il lotto albese 2.6. Tempo di realizzazione: meno di un anno per unire con un collegamento veloce, sullo stile della tangenziale di Mondovì, l’attuale tratto interrotto dell’A33 con la Sp7 nei pressi della diga Enel.

In seguito, dopo l’iter autorizzativo necessario, si potrebbe allungare la strada fino alla tangenziale di Alba seguendo il tracciato già previsto nel progetto autostradale.

Asti-Cuneo: "Basta aspettare". Biraghi presenta un progetto da 700 milioni in meno

 

Biraghi spiega: «La soluzione individuata nasce dalla constatazione di alcune problematiche viabilistiche del territorio, come la presenza di ponti potenzialmente pericolosi per una viabilità al collasso a causa dell’elevato transito di mezzi soprattutto pesanti. Oltre ai ponti sul Tanaro e sullo Stura, nodi critici sono anche le salite spesso teatro di incidenti del Bergoglio e di strada Orti nei comuni di Cherasco e Bra, per non parlare del disagio patito quotidianamente dai centri abitati di Bra, Roreto di Cherasco e Pollenzo».

La soluzione per risolvere l’emergenza in tempi rapidissimi prevede di unire con un collegamento l’attuale tratto interrotto dell’A33 con la Sp7 nei pressi della diga Enel.

Meno di 10 milioni di euro per il primo tratto

Biraghi aggiunge:  «Basterebbe realizzare una strada denominata tecnicamente “sezione tipo c1” ossia una strada extraurbana secondaria con due corsie da 3,75 metri ciascuna con carreggiata unica e banchine laterali pavimentate da 1,5 metri per una larghezza complessiva di 10,5 metri di superficie pavimentata, per capirsi una strada uguale alla tangenziale di Mondovì. La strada collegherebbe il ponte ‘monco’ dell’A33 al punto esatto in cui l’attuale progetto autostradale prevede l’uscita della galleria di Verduno, più precisamente all’intersezione tra la Sp7 e il tracciato autostradale, in prossimità degli stabilimenti della Fratelli Revelli srl e della Bocchino srl. L’interconnessione avverrebbe tramite una rotonda che, tra l’altro, collegherebbe facilmente la strada che porta all’ospedale di Verduno».

Secondo lo studio dell’Unione industriale, sottoscritto anche dalla presidente di Ance Cuneo, Elena Lovera, dall’imprenditore delegato Domenico Monge e dall’ingegnere autore del progetto Giovanni Brero, la soluzione sarebbe realizzabile con un importo che si aggira sui 9,9 milioni di euro (per 3,8 km di tratta).

Con  ribassi medi di mercato, i costi potrebbero scendere ancora notevolmente.

Secondo lo studio in futuro la strada potrebbe essere prolungata fino alla tangenziale albese (tratto lungo in tutto 5,8 km) con un costo standard di 13,3 milioni.

Secondo l’Unione Industriale si posson risparmiare 700 milioni di euro

Il valore totale dell’opera, a costi standard, sarebbe di 23,2 milioni di euro e i ribassi derivanti dalle gare d’appalto potrebbero essere eventualmente reimpiegati in opere di compensazione sul territorio, con ulteriori benefici per la messa in sicurezza della viabilità locale.

«Con costi che si stima non di molto superiori ai 15 milioni, si potrebbe raddoppiare tutta la tratta e avere una superstrada in grado di assolvere le necessità del territorio. Una soluzione migliore dell’autostrada con un costo stimato di 760 milioni 286 mila 699 euro e 46 centesimi, evitando per altro di realizzare un collegamento autostradale sotto una collina franosa e pericolosa, con un risparmio di almeno 700 milioni, pari ben oltre il 90% dei costi previsti dal progetto autostradale.

Siamo certi che tale proposta otterrà l’appoggio delle altre categorie produttive, dei cittadini, dei sindaci e dei comitati di protesta, che sempre peggio sopportano l’immobilità della situazione» ha concluso Biraghi.

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