Pallapugno. Castagnole: storico scudetto, terzo titolo per Max Vacchetto

PALLAPUGNO / SERIE A

FINALE, INCONTRO DI RITORNO RAVIOLA-VACCHETTO 8-11

Acqua San Bernardo Bre banca Cuneo: Raviola, Arnaudo, Rinaldi, Mangolini; quinto giocatore: Mattiauda. Direttore tecnico: Giuliano Bellanti.
Araldica Castagnole Lanze: Massimo Vacchetto, Re, Bolla, El Kara; quinto giocatore e direttore tecnico: Rigo.
Arbitro: Vergani; giudice di battuta: Salvetto; terzo arbitro: Fazio.

Niente sorprese, tipo la vittoria del Leicester nel campionato inglese o l’ingresso di Trump alla Casa Bianca. Il campionato di Serie A-trofeo Cantine Manfredi lo hanno vinto i favoriti. All’Araldica Castagnole di Massimo Vacchetto sono bastate due partite per chiudere il conto con l’Acqua San Bernardo Bre banca Cuneo di Federico Raviola, ma dopo il comodo 11-4 dell’andata i castagnolesi hanno dovuto soffrire di più per conquistare uno scudetto storico, che riporta il tricolore nell’Astigiano 35 anni dopo quello vinto nel 1981 da Berruti a Monastero Bormida.

Pallapugno. Castagnole: storico scudetto, terzo titolo per Max Vacchetto

A Cuneo, Vacchetto e soci hanno rischiato di perdere una partita dominata, forse anche più nettamente rispetto alla gara di andata. A complicare la vita ai castagnolesi del presidente Mario Sobrino sono stati i crampi che sul 9-5 hanno praticamente azzoppato Vacchetto, propiziando la rimonta dei padroni di casa, che sul 9-8 sono arrivati a un passo dall’aggancio. Il tricolore ha giocato quasi da fermo la parte finale del match, aggrappandosi alle risorse del mestiere e del talento. Non essendo più in grado di spingere dalla battuta, Vacchetto ha provato il piano B (e forse anche il C), alternando traiettorie esterne ad altre contro il muro o ad effetto e alla fine è stato premiato. Dopo una seconda fase di campionato dominata (la squadra è imbattuta dall’inizio del play-off), Vacchetto ha conquistato lo scudetto con la testa, la freddezza e il cinismo, sfruttando al meglio le indecisioni dei locali nelle fasi cruciali dell’incontro. È anche da questi particolari che si giudica un giocatore.

L’inizio del match era tutto in discesa per i castagnolesi, che si sono portati a condurre per 4-0 lasciando appena due punti ai locali. Le battute lunghe e alte di Vacchetto tagliavano fuori Arnaudo e davano parecchio fastidio a un Raviola troppo falloso. Nel quinto gioco i locali riuscivano a rompere il ghiaccio (1-4). Poi, sul 2-5, gli ospiti piazzavano un altro allungo portandosi sul 2-7, ma i cuneesi riuscivano a limitare i danni conquistando l’ultimo gioco prima dell’intervallo.

Nella seconda parte Vacchetto appariva meno brillante e i cuneesi, più continui rispetto all’inizio, si rifacevano sotto, risalendo fino al 5-7 in due giochi che hanno visto protagonista El Kara, prima colpito da crampi e poi ammonito dall’arbitro per qualche parola di troppo. Nonostante una battuta sempre più corta Vacchetto riusciva a riportarsi avanti, conquistando a zero il gioco del 5-9, ma sul primo pallone dopo un time-out chiesto dai cuneesi iniziavano i problemi per il capitano ospite, che cadeva a terra colpito dai crampi. Raviola conquistava a zero i due giochi successivi, con Vacchetto che lasciava il ricaccio a Re e si limitava a tenere la palla in campo in attesa di tempi migliori.

Pallapugno. Castagnole: storico scudetto, terzo titolo per Max Vacchetto 1

Quando i locali arrivavano sull’8-9 con un gioco vinto al secondo vantaggio la partita sembrava riaperta. Invece, nel momento più difficile, erano gli ospiti a chiuderla, portandosi sull’8-10 al secondo vantaggio con un errore di Mangolini su una battuta corta e un fallo di Rinaldi al ricaccio. Più agevole il gioco conclusivo, con un fallo in battuta di Raviola prima del punto decisivo firmato da Bolla.

Per Massimo Vacchetto è il terzo scudetto (il secondo consecutivo) in sei stagioni di Serie A. Quinto titolo, invece, per Lorenzo Bolla; secondo (e ultimo) per Yehia El Kara, che inizierà prossimamente un’attività imprenditoriale a Dubai, e primo per il debuttante Simone Re. Undici scudetti in tutto, appena uno in più di quelli del dt-giocatore Gianni Rigo che, dopo nove titoli vinti da spalla e da terzino, ha conquistato il decimo dalla panchina. Normale per uno che, in fondo, faceva già il direttore tecnico quando giocava.

Corrado Olocco

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