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Croce rossa albese: 600 volontari in pista

Croce rossa albese: 600 volontari in pista

ALBA «Il nostro più grande traguardo? Portare un aiuto concreto nelle situazioni di bisogno». Nominato per la prima volta nel 2012, Luigi Aloi è il presidente del Comitato locale di Alba della Croce rossa. Per lui le parole chiave sono “solidarietà”, “umanità”, la dote fondamentale richiesta ai volontari, e “rete”, come quella che dovrebbe unire le realtà assistenziali della zona, per contrastare gli effetti di una crisi che ha fatto aumentare le richieste di aiuto e ha tagliato fondi e finanziamenti.
Aloi, chi sono i 600 volontari del Comitato albese Cri?
«Siamo un gruppo molto variegato, con un’età compresa tra i 18 e i 75 anni. Fondamentale, per tutti i volontari, è saper interagire con le persone in difficoltà in modo umano, per portare loro un po’ di calore, oltre all’assistenza sanitaria o pratica».
Se guardiamo al passato, oggi ci sono più o meno volontari?
«Anche in questo campo, iniziano a farsi sentire gli effetti della crisi. Se qualche anno fa un giovane, magari d’estate, pensava di rendersi utile come volontario, oggi l’obiettivo principale è la ricerca di un lavoro. In realtà, se guardiamo ai numeri, il nostro organico è rimasto invariato, ma in proporzione ai servizi che abbiamo aggiunto nel corso degli anni, servirebbero più persone».
Crisi e finanziamenti: quali conseguenze?
«Come Onlus, viviamo di rimborsi spese per alcuni servizi sanitari che forniamo, ma soprattutto di contributi da parte di privati e Amministrazioni. I sindaci dei paesi, compatibilmente con le loro risorse, si sono sempre dimostrati sensibili ai bisogni. Prima di Natale, per esempio, abbiamo ricevuto in donazione una nuova autoambulanza a disposizione della sede di Neive. Il nuovo mezzo è frutto del lavoro dei volontari del paese assieme alle donazioni delle aziende e dei cittadini, in aggiunta al contributo del Comune. La crisi, purtroppo, si sente. Basti pensare alle fondazioni bancarie, che erogano sempre meno fondi. Per questo motivo cerchiamo di aumentare le entrate con tante iniziative, come le vendite di prodotti o i momenti di sensibilizzazione. Per ora riusciamo a sopravvivere, nonostante tutto».
Dal vostro punto di osservazione, com’è cambiata la società nell’Albese?
«Negli ultimi anni, si registrano due tendenze: ci sono più anziani, spesso soli, senza figli o nipoti che li assistano nel quotidiano; inoltre, con l’intensificazione del fenomeno migratorio, sono tanti gli stranieri che vivono situazioni difficili. Nel sociale interveniamo su segnalazione delle realtà assistenziali della zona, come il consorzio socio-assistenziale Alba, Langhe e Roero.
Che cosa si augura per il futuro?
«Di proseguire su questa linea, portando avanti tutte le strade intraprese negli ultimi anni. Vorrei sottolineare, poi, l’importanza di avviare una collaborazione tra tutte le associazioni di volontariato dell’Albese, al di là delle singole esigenze. Abbiamo la fortuna di vivere in una zona molto attiva in ambito sociale, per questo dobbiamo muoverci in modo compatto».
Francesca Pinaffo

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