IL CASO Non sono serviti anni di sentenze con più gradi di giudizio e l’intervento dell’Unione europea per sancire in modo definitivo il diritto delle imprese piemontesi, danneggiate dall’alluvione del 1994, a ottenere il rimborso di quanto versato indebitamente all’Inps e all’Inail nei tre anni successivi all’inondazione.
La Corte di cassazione, infatti, si è di recente pronunciata a sfavore degli imprenditori, mettendo a rischio il loro futuro. Per fare chiarezza sulla questione, è stato istituito il Comitato imprese alluvionate Piemonte 1994. Spiega il presidente Luca Matteja: «In questo momento c’è una grande confusione, per questo abbiamo deciso di fare fronte comune e di coinvolgere tutte le aziende interessate. Il nostro invito va anche ai politici, al di là del partito di appartenenza, e ai rappresentanti delle associazioni di categoria: non dobbiamo lasciare che quest’ultima beffa cada nel silenzio».
Ma per comprendere le motivazioni alla base di questo movimento, è necessario ritornare a una legge emanata nel febbraio del 1995: nei tre anni successivi all’inondazione – 1995, 1996 e 1997 – le aziende danneggiate avrebbero dovuto versare all’Inps e all’Inail solo il 10 per cento di quanto dovuto. Una forma di agevolazione finanziaria, i cui benefìci non si fecero sentire.
Prosegue Matteja: «Per ragioni inspiegabili, la notizia non venne diffusa e quasi tutte le aziende continuarono a versare la cifra intera. Si calcola che, su 8.800 imprese piemontesi destinatarie, solo il 3 per cento venne a sapere di questa opportunità».
Nel 2007, poi, diverse aziende iniziarono a presentare istanze amministrative all’Inps e all’Inail per ottenere il rimborso di quanto versato: «Subito i due enti accettarono di adempiere al loro dovere», aggiunge il presidente, «ma non appena il numero dei richiedenti cominciò ad aumentare, iniziarono a rifiutarsi di versare la somma dovuta, costringendo gli imprenditori a proseguire per vie legali». Nel 2012 la questione passò all’Unione europea che, dopo tre anni di valutazioni, riconobbe il diritto delle imprese a ottenere il rimborso, pur aggiungendo alcuni limiti di calcolo. Oggi i processi, sospesi in attesa del giudizio dell’Europa, sono ripresi e la Cassazione si è pronunciata di recente in senso contrario, chiedendo alle imprese di restituire quanto ricevuto negli anni passati dall’Inps e dall’Inail a titolo di rimborso.
Francesca Pinaffo