Aree e immobili della stazione di Santo Stefano Belbo sono in vendita

Aree e immobili della stazione di Santo Stefano Belbo sono in vendita

FERROVIE Continua a far discutere il protocollo d’intesa per la riattivazione della linea ferroviaria Alba-Asti, firmato il 25 ottobre a Neive da Regione, Rete ferroviaria italiana (Rfi) e da alcuni sindaci dei Comuni attraversati. Altri primi cittadini, invece, non hanno partecipato all’incontro esprimendo scetticismo. Gli assenti erano Giuseppe Ugonia (Calosso), Marco Gabusi (Canelli, presidente della Provincia), Simone Nosenzo (Nizza Monferrato), Antonio Armano (Oviglio) e Luigi Genesio Icardi (Santo Stefano Belbo). Tra tutti, a metterci la faccia, è il santostefanese Icardi che afferma: «Non avrei voluto tornare su questo argomento, ma è necessario fare chiarezza perché i dubbi sono tanti e fondati, soprattutto dopo aver ricevuto da Rfi “inviti a offrire” per acquistare terreni e immobili».

Spiega Icardi: «Un ente che vuole far rinascere una parte della propria attività non mette in vendita aree attigue alle stazioni e strumentali». Prosegue Icardi: «Avevamo chiesto che non ci fossero costi a carico dei Comuni. Invece il nuovo documento prevede spese per la promozione turistica del trasporto ferroviario. Queste sono le motivazioni che hanno spinto l’Amministrazione comunale di Santo Stefano a non aderire a un protocollo poco chiaro, che pare avere i crismi di uno spot elettorale». Posizione condivisa anche dall’eurodeputato Alberto Cirio, che afferma: «Questa è la prova che il documento è una presa in giro; le Ferrovie credono talmente nella riapertura della linea che stanno vendendo parcheggi, magazzini e pertinenze delle stazioni lungo la tratta».

Rfi, da parte sua, ammette che tutte le aree e i fabbricati non funzionali all’attività ferroviaria, sia di linee attive, che di quelle dismesse, sono state vendute o affittate. Nel caso di Santo Stefano Belbo, terreni e fabbricati sono affittati a un’azienda spumantiera (la Gancia) fin dalla metà degli anni Novanta, più o meno da quando vennero chiusi e murati gli ingressi della stazione ferroviaria.

È da circa sette anni, invece, che non si sente più passare un treno nel paese natale di Cesare Pavese: la stazione è uno dei luoghi pavesiani dove campeggia una targa con la celebre frase da La luna e i falò: «Sentivo tra i peschi arrivare il treno a riempire la vallata filando o venendo da Canelli». Ormai è soltanto un ricordo.

Fabio Gallina

Una coppia di giovani australiani ha acquistato quella di Barbaresco

Aree e immobili della stazione di Santo Stefano Belbo sono in vendita 1

BARBARESCO La stazione ferroviaria di Barbaresco, dopo molti anni di abbandono e numerosi tentativi di vendita da parte delle Ferrovie, è stata acquistata da una coppia di giovani australiani, che hanno restaurato il pianterreno dell’edificio e, nella scorsa primavera, hanno aperto una cantina. A Neive, invece, da parecchi anni, grazie a un accordo tra Comune e Rfi, la stazione ospita la sede della Croce rossa e del locale gruppo degli Alpini.

Silvana Fenocchio

A Castagnole delle Lanze il Comune pensa a un museo ferroviario

CASTAGNOLE La stazione ferroviaria di Castagnole delle Lanze, a metà della linea da Alba ad Asti, è stata inaugurata il 13 ottobre del 1865, contemporaneamente alla tratta Bra-Nizza, che completava la linea tra Cavallermaggiore e Alessandria. Nel 1870, con l’apertura della linea per Asti, divenne stazione di diramazione. Nel 1988 tra Motta di Costigliole e Castagnole delle Lanze fu attivata una lunga variante su viadotto e il tracciato originario, interrotto diversi anni prima a causa delle frane, venne definitivamente abbandonato.

La stazione castagnolese è stata chiusa al servizio passeggeri il 17 giugno del 2012. Gli immobili, le pertinenze e i terreni dell’area sono ancora di proprietà delle Ferrovie. L’Amministrazione comunale, prima con il sindaco Marco Violardo e poi con l’attuale primo cittadino Carlo Mancuso, ha chiesto a Rete ferroviaria la concessione in uso dell’immobile per poterne ricavare un museo ferroviario e non solo. Tuttavia, per ora da Rete ferroviaria italiana non è arrivata neanche una risposta.

f.g.

A Saliceto la linea è attiva, ma le porte sono state murate

SALICETO L’unica stazione delle Langhe in cui transitano e si fermano ancora i treni è quella di Saliceto, sulla Torino-Savona. Le condizioni dell’edificio sono però simili a quelle di altre stazioni di cui parliamo in questa pagina. «Il fabbricato è chiuso da anni e i biglietti si acquistano dal tabaccaio in paese», spiega il sindaco Enrico Pregliasco. L’edificio appartiene alle Ferrovie. «La stazione non è più presidiata e l’area è degradata. Le porte sono state murate per evitare vandalismi e impedire che diventasse un dormitorio. Avevamo anche pensato di stipulare un accordo con le Ferrovie per gestirla noi e tenerla aperta oppure per farne la sede della protezione civile, ma si tratta di un’operazione troppo onerosa per il Comune», conclude Pregliasco.

c.o.

A Monchiero si punta sulla pista ciclabile lungo la Bra-Ceva

MONCHIERO La stazione di Monchiero è ancora di proprietà delle Ferrovie e si trova sulla linea Bra-Ceva, chiusa dopo l’alluvione del 1994. Per la tratta c’è il progetto della cosiddetta “Green way delle Langhe” pista ciclabile pensata per attraversare sulle due ruote le colline Unesco. L’obiettivo degli enti locali è di ottenere in comodato d’uso il sedime ferroviario.

Il progetto della pista ciclabile era stato discusso a gennaio a Dogliani, nella sede del Calso, il Consorzio dell’acquedotto delle Langhe sudoccidentali. Lo studio di fattibilità finanziato dalla Regione aveva dato esito positivo, confermando la possibilità di realizzare la pista ciclabile sull’ex ferrovia Bra-Ceva, alla quale dovrebbero poi aggiungersi altri due tratti, da Cherasco ad Alba e da Ceva verso la Liguria. L’obiettivo è passare al più presto alla fase di attuazione, con il tratto da Alba a Narzole e poi sui 31 chilometri tra Narzole e Ceva, utilizzando il percorso della ferrovia dismessa nel 1994.

Il sindaco Giovanni Bottino dice che il progetto è in ballo da una ventina d’anni e che si cercheranno i fondi per procedere a tratti, ma il percorso non sarà affatto breve.

Elisa Pira

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