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Il Festival di Sanremo, segno dei tempi: riflessioni sulla kermesse canora

Il Festival di Sanremo, segno dei tempi: riflessioni sulla kermesse canora 1
L'ingresso del Teatro Ariston durante il Festival appena conclusosi

SANREMO Non ci avete fatto niente è il titolo della canzone vincitrice dell’edizione appena conclusa del Festival di Sanremo, il cui testo è una sorta di orgogliosa sfida al terrorismo che non deve, o meglio, non dovrebbe condizionarci, limitarci la libertà,  impaurirci. Al teatro Ariston che, come tutti sanno, ospita da molti anni il celebre Festival della canzone italiana, il tempo sembrava essersi fermato. Una struttura obsoleta, ormai del tutto inadeguata a ospitare un evento che ha via via assunto proporzioni enormi. Sala trucco e parrucco con gli stessi tavoli e specchi di quando fu realizzato all’inizio degli anni 70, camerini minuscoli, pavimenti in perfetto stile dell’epoca. Lo stesso dicasi per l’ingresso e gli accessi. Appare evidente che non è stato mai fatto nessun investimento per ammodernare la struttura. Ora infatti Comune di Sanremo e Rai, organizzatori dell’ evento, parlano di realizzare un Palafestival ad hoc. Contrariamente infatti a quanto si pensa, l’Ariston non è del Comune ma è di proprietà privata.

In compenso il cambiamento è avvenuto fuori dalla struttura. Un cambiamento netto, quasi violento, segno dei tempi che viviamo. Durante le precedenti edizioni, per chi si fosse recato nei dintorni del Teatro, non sarebbe stato affatto difficile incontrare cantanti e ospiti, avere un autografo, una foto. Quest’anno gli appassionati del Festival che avessero analogo desiderio avrebbero avuto invece l’impressione di essere capitati nel mezzo di un G8, di una riunione di capi di Stato: Accesso all’area del teatro  attraverso un passaggio con metal detector, decine di mezzi delle forze dell’ordine, centinaia di uomini della Polizia, Carabinieri, Guardia di finanza ovunque. Zone attigue all’Ariston dove si incontravano i vip inaccessibili. Mentre il teatro è rimasto quello di sempre, tutto ciò che vi ruota attorno si è dovuto adeguare ai tempi e mostrare impietosamente i segni dei tempi. Il terrorismo ha già ottenuto ciò che voleva. Viviamo nella psicosi che ci possa attaccare o comunque siamo costretti a farci i conti, a conviverci e a prendere misure di sicurezza e di limitazioni della libertà personale che non avremmo mai potuto immaginare e anche una festa come il Festival non fa più eccezione e ha dovuto adeguarsi e riorganizzarsi drasticamente mostrando con scioccante evidenza tutta la nostra paura. No, non è vero che Non ci avete fatto niente.

m.f.

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