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Nadia Galli al centro culturale San Paolo: comprendere l’islam

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ALBA Cinque lezioni per conoscere la fede islamica a partire dal Corano, per poi comprendere le varie sfaccettature che la caratterizzano all’interno della società, senza dimenticare il dialogo con le altre religioni e la questione del fondamentalismo. È l’obiettivo del corso proposto dal centro culturale San Paolo, in programma il 6, il 13, il 20 e il 27 aprile, per poi concludersi il 10 maggio, con orario dalle 17 alle 19. È possibile iscriversi allo sportello di Gazzetta d’Alba, in piazza San Paolo 14, oppure ai numeri 335-73.69.882, 0173-29.64.97; l’indirizzo e-mail è centroculturale.alba@stpauls.it.

La docente del corso sarà Nadia Galli, laureata in lingue orientali, baccelliere in teologia all’Università di Milano e insegnante di religione, con alle spalle anni di vita in Asia.

Professoressa Galli, come si svolgerà il corso?
«“Esiste un islam moderato?” è il titolo scelto per le cinque lezioni, ma rappresenta solo una parte degli argomenti che verranno affrontati. Partiremo, infatti, dall’attualità e dal fondamentalismo islamico, di cui si sente sempre più parlare dopo gli attentati terroristici degli ultimi anni. L’intento è di andare oltre e comprendere l’islam dal punto di vista della fede, a partire dal Corano e dal problema della sua interpretazione. Durante i vari appuntamenti, toccheremo diversi aspetti: dalla concezione del Dio unico alla Shari’a, dalla posizione della donna a quella di Gesù nel testo sacro islamico».

Quanti preconcetti abbiamo su questa religione?
«Si tratta di una fede molto complessa, che tendiamo a semplificare. Per esempio, se guardiamo alla posizione della donna nella società islamica, uno degli aspetti più discussi a livello di opinione pubblica, ci rendiamo conto che non è possibile esprimere un giudizio a partire da un unico modello. Il Corano, così come l’Antico Testamento nella Bibbia, presenta un modello ancestrale legato alla società dell’epoca, che oggi ritroviamo solo in alcune aree di religione islamica, mentre in altre è ormai superato. È sufficiente prendere due Paesi molto diversi tra loro, come l’Arabia Saudita e l’Indonesia, per rendersene conto».

Se si guarda ai fondamenti dell’islamismo e del cattolicesimo, è possibile un dialogo interreligioso?
«Il Corano affonda le radici nell’Antico Testamento e per questo non mancano i punti d’incontro con la Bibbia. Malgrado ciò, esistono differenze nette tra i due testi, a partire dalla concezione di Gesù e dello stesso Dio. L’islam è una religione fondata su un monoteismo assoluto, per questo per i musulmani è impossibile accettare l’idea della Trinità o della morte del figlio di Dio in croce. Questo discorso, però, non equivale a negare il dialogo interreligioso, che dovrebbe proprio partire dalle reciproche differenze e non soltanto dalle affinità. Il problema è che, nel confrontarsi con il diverso, sarebbe necessario avere chiara la propria identità, cosa che manca oggi in Occidente».

Francesca Pinaffo

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