Il clan degli scout “Alba e Roero 1” contro pregiudizi e stereotipi

Il clan degli scout "Alba e Roero 1" contro pregiudizi e stereot

ALBA “I giovani (non) si interessano”, punta a smentire gli stereotipi legati al mondo dell’adolescenza il progetto promosso dai ragazzi tra i 16 e i 20 anni del clan 911 del gruppo scout “Alba e Roero 1”.

«”La nostra gioventù è corrotta fino all’interno ed è peggiore delle generazioni passate; questa gioventù non sarà in grado di salvare la nostra cultura.” Parole attualissime. Fin qui nulla di nuovo: questo è ciò che noi giovani ci sentiamo dire ogni giorno; peccato che questa citazione provenga da una tavoletta babilonese risalente al 3000 a.C», spiegano gli scout del clan che aggiungono: «È evidente che lo stereotipo del ” giovane-menefreghista ” si tramanda di generazione in generazione da più di 5000 anni. E se tutti i giovani non fossero così?».

Con questa spinta i ragazzi del clan hanno iniziato a discutere di politica in vista delle elezioni del 4 marzo e nelle difficili fasi che hanno portato alla formazione del Governo “Giallo-verde”.

Tra i primi stereotipi da smontare: quelli legati al mondo scout: «“Gli scout fanno attraversare la strada alle vecchiette e si perdono nei boschi”, si è vero che abbiamo un forte legame con la natura, ma siamo molto interessati ai temi di attualità e teniamo molto a essere dei buoni cittadini coerenti agli ideali che ci caratterizzano. Come scout infatti ci impegniamo, anche quando non abbiamo il fazzolettone al collo, a rispettare quei valori che sono rappresentati dalla nostra promessa, quell’impegno sincero e costante a fare sempre del proprio meglio, inoltre riteniamo che sarebbe importante ascoltare la voce di noi giovani, futuri uomini e donne del nostro paese, senza fermarsi all’apparenza di una gioventù svogliata e disinteressata alle vicende politiche».

Il progetto non si è limitato a distruggere gli stereotipi del mondo Scout, i ragazzi hanno, infatti, dedicato ampio spazio al mondo della comunicazione per imparare a riconoscere le buone fonti di informazione da quelle che strumentalizzano per un fine economico o politico.

«Una parola che per noi vuol dire molto è “democrazia”: in Italia la si è ottenuta anche con il sacrificio di vite umane; per questo, riteniamo che sia pericolosa ogni forma di attacco, dagli slogan politici violenti e propagandistici al “Quando c’era lui…” che ogni tanto si sente dire, senza imbarazzo. Un monito per tutti, soprattutto per noi giovani è nelle parole della senatrice a vita e reduce dalla deportazione ad Auschwitz-Birkenau Liliana Segre: “La democrazia svanisce progressivamente, per slittamenti successivi. Per le parole che non vogliono più dire nulla, che risuonano a vuoto. E per i leader che aizzano anziché placare, dirigenti che non dirigono ma seguono”».

Le conclusioni del clan sono importanti e vanno nella direzione di un mondo giovanile che reclama il proprio spazio e non vuole essere spettatore passivo della storia.

«Abbiamo maturato la convinzione che andare a votare sia veramente importante per esercitare un proprio diritto-dovere sancito dalla Costituzione. Riteniamo che sia incoerente e privo di senso civico lamentarsi e criticare le istituzioni se poi ci si astiene. Il buon cittadino si caratterizza per la capacità di discernere con intelligenza tra i vari partiti e coalizioni. Non può accontentarsi di seguire populismi e discorsi politici rivolti più alla “pancia” che alla “testa” con stereotipi e dati strumentali come spesso avviene sul tema dell’immigrazione. Da scout, riconosciamo che nella nostra personale scelta abbiamo chiari alcuni principi: la fede, il servizio al prossimo, la legalità e la giustizia sociale. Infine, riconosciamo la libertà di espressione e di opinione di ognuno, ma non tolleriamo le tendenze estreme e integraliste in ogni schieramento politico, come ad esempio i movimenti neofascisti».

Marcello Pasquero

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