Il sindaco Marello: «Ministro Bonafede, riapra il Tribunale»

Il riordino dei magistrati avrà influssi sul Tribunale?

ALBA Il sindaco di Alba Maurizio Marello scrive al neoministro della giustizia Alfonso Bonafede per chiedere un intervento diretto e risolutivo per la riapertura del Tribunale di Alba.
Il primo cittadino albese scrive: «Il contratto per l’autoproclamatosi “Governo del cambiamento” prevede nella parte dedicata alla magistratura e ai tribunali che: “Occorra una rivisitazione della geografia giudiziaria modificando la riforma del 2012 che ha accentrato sedi e funzioni, con l’obiettivo di riportare tribunali, procure e uffici del giudice di pace vicino ai cittadini e alle imprese”».
Leggendo queste parole nel contratto di governo, il sindaco sarebbe sobbalzato sulla sedia, di fronte alla possibilità di riaprire il dossier del Tribunale albese ritenuto ormai definitivamente chiuso. «Anche se nulla è stato detto sul tema dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte nel suo discorso di insediamento, ritengo che quanto previsto nel contratto sia ben presente a lei, ministro», prosegue Marello nella propria lettera e aggiunge: «Come forse lei saprà, l’Amministrazione dal sottoscritto diretta, interpretando l’unanime volontà dei cittadini di Alba e di quasi 200mila persone interessate dall’attività del Tribunale, si è fermamente opposta alla chiusura, giudicando l’accorpamento con Asti illogico e ingiusto e tale lo riteniamo ancora oggi».
Il sindaco Marello conclude la lettera – a cui ha allegato anche le motivazioni per evitare la chiusura già presentate al Governo in carica nel 2012 – con l’invito rivolto al ministro Bonafede per un incontro.
Così l’avvocato albese Roberto Ponzio, da sempre sostenitore del Tribunale di Alba, commenta il contratto di governo: «È chiaro che non si punta più a un accentramento della giustizia in alcune sedi, ma a una giustizia di prossimità vicina al cittadino e credo che questo passaggio debba essere affrontato con attenzione dalla classe amministrativa locale».
La speranza è che arrivi qualche beneficio a fronte delle rinunce e dei torti registrati nel passato: «La riduzione di costi a cui si puntava con la riforma, nel caso del nostro Tribunale, non c’è stata, anzi i costi sono quadruplicati», continua Ponzio, «e il nostro Tribunale non può essere annoverato neanche tra quei “tribunalini” di cui parlano i critici: era una struttura di medie dimensioni che serviva un territorio vasto. Certo è che bisognerà avere a disposizione i locali non affidandoli o affittandoli ad altri per usi diversi».
«Tra quelli soppressi», conclude Ponzio, «il nostro Tribunale era l’unico con una sede distaccata, anch’essa chiusa, a Bra e chissà che anche nel Braidese non possa tornare un ufficio del giudice di pace».
Marcello Pasquero
Erica Asselle

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