Strada Orti diventerà comunale per regolarizzare i passi carrai

Bra: via Principi di Piemonte e strada Orti riaprono al traffico

BRA La lettera indirizzata al sindaco Bruna Sibille, con la quale i residenti di strada Orti (statale 231) – coinvolti dalla polemica con l’Anas relativa ai loro passi carrai – richiedono al Comune di acquisire il tratto di strada interessato, è stata depositata nella mattinata di venerdì scorso.
Il caso dei passi carrai era salito agli onori della cronaca all’inizio dell’anno, quando i residenti avevano ricevuto una raccomandata, nella quale si diceva che si sarebbero dovuti preoccupare di effettuare una rapida «rimozione delle opere e il ripristino dei luoghi», pena l’attivazione delle norme del codice della strada e l’applicazione di sanzioni amministrative.
Spiegano i residenti: «Quando abbiamo ricevuto la missiva inviata dall’Anas – che ci imponeva di distruggere i nostri accessi – abbiamo sottoposto la questione al sindaco Sibille, che si è subito attivata per sollecitare un incontro con i responsabili Anas, bloccando al contempo l’abbattimento delle opere. Che, di fatto, avrebbe isolato decine e decine di residenti».
A oggi però la questione non pare avere alcuna soluzione. Se non quella di cambiare la proprietà dei due chilometri di strada, che partendo dalla città arrivano fino a Borgo San Martino.
Commenta il geometra Guglielmo Bruno, professionista braidese che segue la vicenda per conto di una decina di ortolani proprietari di case e terreni lungo strada Orti: «Abbiamo scritto una lettera al sindaco, con la quale abbiamo chiesto all’Amministrazione civica di acquisire il tratto di strada. Il passaggio di proprietà, e la trasformazione in strada urbana, andrebbe a sanare la questione della distruzione dei passi carrai».
Sottolinea il sindaco Bruna Sibille: «Studieremo con attenzione il caso, che affonda le sue radici nel tempo. Siamo consapevoli dei disagi che dovrebbero sopportare le famiglie; adesso faremo adeguati ragionamenti, anche con i funzionari dell’Anas per porvi rimedio».
Valter Manzone

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