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Museo Eusebio, si vedono nuove luci dal passato

La direttrice del museo Eusebio, Luisa Albanese, con alcuni reperti.
La direttrice del museo Eusebio, Luisa Albanese, con alcuni reperti.

ALBA In mostra a settembre reperti delle campagne di scavo dal 2008 a oggi

Il titolo della prossima mostra al museo Federico Eusebio di Alba è Nuove luci sul passato. Al termine di una gestazione piuttosto lunga – dovuta anche alle operazioni di restauro dei reperti che saranno esposti – sarà aperta il 22 settembre, in tempo per essere una delle proposte culturali della Fiera del tartufo.

La mostra sarà la sintesi delle ultime campagne di scavo portate a termine dalla Soprintendenza di Torino, successive al cantiere della cattedrale. Saranno presentati gli affreschi romani di casa Govone Caratti, ritrovati tra il 2007 e il 2008: datati tra il primo e il secondo secolo dopo Cristo, in piena età imperiale, sono appena usciti dalle mani di una restauratrice del laboratorio della Venaria Reale. Tra i frammenti, c’è anche un piccolo amorino, che sarà tra i pezzi più belli al centro della mostra. Altri reperti provengono da via Ospedale, sondata nel 2015, e dall’area di costruzione del nuovo Mercatò, in corso Europa. In quest’ultimo caso il materiale venuto alla luce è relativo anche a un insediamento tardoantico, sul sito di una villa rustica romana.

Molte le ceramiche ritrovate, che hanno attestato come ad Alba Pompeia ci fosse un’attività di produzione. Ma anche urne cinerarie di epoca preistorica, oggetto di un microscavo curato dagli archeologi della Soprintendenza. L’ultimo cantiere in città è stato in vicolo del Pozzo durante i lavori per il teleriscaldamento, con il ritrovamento di un pavimento a mosaico, lo scorso febbraio: sarà rappresentato in mostra con dei pannelli fotografici e illustrativi.

«Allestiremo quattro vetrine con tutti i reperti degli ultimi scavi, conservati a Torino e che stanno arrivandoci con una movimentazione piuttosto impegnativa», spiega la direttrice del museo Eusebio, Luisa Albanese. Si tratta complessivamente di 130 cassette: non tutto il loro contenuto sarà esposto, in buona parte finirà nei sotterranei del cortile della Maddalena. Ma non per questo resterà invisibile ai visitatori: è in corso un programma di schedatura, che potrà essere consultato attraverso un monitor. L’Eusebio organizzerà anche delle «giornate di magazzini aperti» per fare in modo che gli appassionati possano conoscere gli ambienti dove si conservano gli oggetti non esposti.

«La mostra sarà preparata insieme al Museo diocesano, che con i reperti ancora a Torino chiuderà il proprio allestimento», dice Albanese. «Sarebbe utile, se troveremo i finanziamenti, poter pubblicare il secondo numero dei Percorsi e monumenti archeologici di Alba». Il primo uscì nel 2009 ed è dedicato al tempio di piazza Pertinace, alla base di casa Marro.

In futuro il museo albese avrebbe materiale d’interesse per apprestare una sezione dedicata al Medioevo, l’epoca per certi versi più brillante nel passato della città.

Paolo Rastelli

 

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