Narriamo le colline con la storia di chi le ha coltivate

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MEMORIE Un progetto rimasto a lungo in un cassetto che si trasforma in una realtà da tramandare ai posteri per non disperdere lo straordinario patrimonio di conoscenze e personaggi di Langhe, Roero e Monferrato. Grazie alla spinta di Claudio Rosso, intenzionato a dare a radio Alba una identità anche di editrice per pubblicazioni relative al territorio, è partita poco più di un anno fa la fase di raccolta di testimonianze, fotografie, video e audio del fotografo Bruno Murialdo e del giornalista di Gazzetta e Radio Alba Marcello Pasquero.

Oreste e Franca Brezza

Il modello è l’importante opera svolta da associazioni meritorie di Langhe, Roero e Monferrato, attive da tempo nel mantenimento della memoria, ma con l’ambizione di creare un archivio spendibile con la stampa estera e come base per opere storico culturali.

Il materiale, infatti, in futuro andrà a formare una vasta banca dati dei personaggi di Langhe e Roero e potrà essere tradotto in film, grazie alla collaborazione con un cameraman professionista, in libri o in documentazione utile in chiave Unesco.

«Già da anni, a tempo perso, avevo iniziato a realizzare interviste a grandi personaggi che ci hanno lasciato come Bartolo Mascarello, Bruno Giacosa, Romano Levi, Francesco Morra, Quinto Chionetti e altri», spiega Bruno Murialdo che aggiunge: «Confrontandomi con il giornalista Marcello Pasquero ho capito che anche per lui era importante che le memorie non andassero perse e di come fosse possibile portare avanti un lavoro comune ambizioso e di grande qualità. Mancava un imprenditore che credesse in questo progetto e l’abbiamo trovato in Claudio Rosso».

In un anno di lavoro, affiancati da un operatore video, Pasquero e Murialdo hanno archiviato oltre 80 ore di files audio, 130 ore di video in alta qualità con oltre 500 cartelle di interviste trascritte.

La fase di raccolta è partita con quattro grandi Barolisti: Beppe Colla (Poderi Colla-San Rocco Seno d’Elvio), Mauro Mascarello (cantina Giuseppe Mascarello e Figlio-Monchiero), Gigi Rosso (Cantina Gigi Rosso di Castiglione Falletto) e Giacomo Oddero (Poderi e Cantine Oddero di La Morra).

Gigi Rosso

Quattro grandi nomi per partire nel raccontare la storia di un territorio che è fatto di paesaggi vitivinicoli, ma non solo, è fatto anche di storie che si intrecciano a filo doppio con la Storia con la esse maiuscola, come quella dell’ente morale Famija Albeisa, che della raccolta di memorie ha fatto una ragion d’essere, raccontata dalla voce del fondatore Giovanni Bressano o della diocesi albese, narrata da don Cesare Battaglino.

Non mancano il teatro con il grande esperto Serafino Enrico, la pasticceria con il re della torta alle nocciole Giuseppe Canobbio e la gastronomia con la regina dell’ospitalità roerina Rita Cordero, universalmente conosciuta come Rita “del Centro” di Priocca o Oreste Brezza con una storia alle spalle di cinque generazioni di ristoratori e produttori di vino in quel di Barolo.

Giuseppe Canobbio

L’enologo Massimo Martinelli, Terenzio Ravotto per Coldiretti e l’onorevole Natale Carlotto sono il collante tra i tanti personaggi per costruire una storia che parte dalla Malora e arriva fino al riconoscimento Unesco alla bellezza e all’unicità delle colline di Langhe e Roero.

La famiglia Ascheri, proprietaria dell’unica cantina all’ombra della Zizzola per una prospettiva diversa sul Mondo del vino, visto anche in chiave femminile con Cristina Ascheri, mamma di Matteo, neo presidente del consorzio del Barolo e del Barbaresco.

La Famiglia Ascheri

Michele Chiarlo (Cantina Michele Chiarlo), Rosy Pio, nipote di Pio Cesare, unico membro della famiglia a portare ancora il cognome Pio, Beppe Veglio, Maria Teresa Mascarello e Franca Brezza (Azienda Bartolo Mascarello), completano la rosa di personaggi finora intervistati.

«Nelle prossime settimane andremo a documentare il lavoro nelle vigne da un punto di vista per molti versi inedito, quello dei lavoratori che proseguono con gesti semplici, ma indispensabili, un mondo, quello del vino fatto ancora di manualità e di cadenze. Un Mondo che ha cambiato lingua nel corso degli anni passando dal langhetto e dal roerino al macedone e al romeno, con un numero di stranieri in agricoltura che supera l’80% del totale degli addetti. Un cambiamento che non può non essere raccontato», spiega Marcello Pasquero.

Cesare Giaccone

«Questo tipo di lavoro richiede grandi risorse economiche e in termini di tempo, ma non poteva più essere rimandato, per questo ho contribuito a dare il là alla raccolta di Murialdo e Pasquero, ma ora è fondamentale che associazioni e fondazioni sostengano questo progetto. Un primo segnale è arrivato dalla Fondazione Crc che, nella sessione erogativa di giugno ha destinato al nostro progetto, presentato in collaborazione con la Famija Albeisa, 15 mila euro, un aiuto importante, ma ancora non sufficiente a dare al lavoro la continuità che merita», conclude Claudio Rosso.

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