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Coldiretti Piemonte: l’embargo verso la Russia blocca il 30 per cento dell’export e fa aumentare i falsi in tavola

Coldiretti Piemonte: l’embargo verso la Russia blocca il 30 per cento dell’export  e fa aumentare i falsi in tavola

TORINO L’embargo russo, deciso come ritorsione alle sanzioni europee nel 2014, ha già fatto perdere all’Italia oltre un miliardo di esportazioni agroalimentari a causa del divieto all’ingresso di frutta e verdura, formaggi, carne e salumi ma anche pesce, provenienti da Ue, Usa, Canada, Norvegia e Australia. È quanto emerge da una analisi della Coldiretti a poco più di quattro anni dall’entrata in vigore dell’embargo con decreto n. 778 del 7 agosto 2014, più volte rinnovato, in riferimento alla preoccupante escalation che potrebbe determinare l’ipotesi di nuove sanzioni europee per le tensioni tra Ucraina e Russia.

«Il mercato russo è sempre stato molto importante per il nostro export regionale, infatti, veniva esportato il 30% circa della produzione piemontese, soprattutto per quanto riguarda frutta, verdura, formaggi e vino, particolarmente apprezzato lo spumante»,  spiega Roberto Moncalvo presidente di Coldiretti Piemonte. Bruno Rivarossa delegato confederale aggiunge: «Oltretutto, in questo modo si sta favorendo la diffusione di prodotti di imitazione che non hanno nulla a che fare con il Made in Piemonte. Nei supermercati russi si possono ora trovare fantasiosi surrogati locali che hanno preso il posto dei cibi italiani originali. Con il proseguire, quindi, di questa situazione non cessano le difficoltà delle nostre imprese i cui prodotti sarebbero fortemente richiesti da quella popolazione russa che apprezza i veri prodotti italiani e li valorizza. Un blocco davvero dannoso che sta ostacolando anche le esportazioni per altre tipologie di prodotti, dalla moda alle automobili fino all’arredamento».

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