Don Celestino Grillo s’è fatto dono con l’intera esistenza

Le testimonianze sul sacerdote di Santa Vittoria nato nel 1929 e morto il 12 febbraio. Instancabile pastore dal 1952

Carissimo padre Celestino, grazie per i 30 anni vissuti insieme, fianco a fianco, come missionari di una diocesi senza frontiere. Prima in Teofilo Otoni (11 anni) e poi in Guarabira (19). Che tempi belli, di preti giovani, allegri e impegnati. Non smettendo un istante di pregare e lavorare intensamente. Alle volte ridevi quando ti dicevo che eri come un bue o un trattore che ara la terra… seminavi e seminavi, sempre pronto a lasciare quel campo, per cominciare di nuovo in un altro più difficile: Guarabira, Pirpirituba, Bananeiras, Cacimba di Dentro, Belem.

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Don Grillo (al centro in maglia bordeaux) con Aldina Brovia, laica missionaria.

Come eri generoso, sempre, con tutti, soprattutto con i poveri. Quanti gruppi hai iniziato, la pastorale familiare, la pastorale dei giovani, circoli biblici, ritiri, la fondazione delle suore diocesane di Maria Missionaria. Allo stesso tempo eri un maestro e un compagno, con tutti, in tutto. Continuano a ricordarti come se fossi presente.

La Bibbia, Gesù Cristo, l’Eucaristia, la Madonna, la carità, i poveri, l’evangelizzazione… Non mollavi un istante. Instancabile, felice e positivo, non ti sei mai lamentato di niente, tutto andava bene. Avevi una preoccupazione costante: il regno di Dio e gli altri. Eri triste quando i gruppi o la Chiesa non erano “mediazione” al regno di Dio. Sapessi quanti ti ringraziano, pregano per tutto quello di cui tu sei stato testimone.

Celestino, noi due eravamo come famiglia. Alla sera ci aspettavamo, non contava la stanchezza, dovevamo scambiarci idee, commentare la giornata passata e quella successiva. Nel 2005, a luglio, tu eri in Brasile. Io ero in Italia. È mancato tuo fratello Giovanni. A Guarene ho celebrato la Messa e le esequie per lui. A dicembre 2005, io ero in Brasile. È mancata mia madre. Non potevo arrivare in tempo, e tu a Torino hai celebrato la Messa per lei. Quante volte abbiamo ringraziato Dio, insieme, per essere missionari in Brasile, nel Nord-Est, dove ci siamo convertiti e fatti più umani e più cristiani.

Speravo ancora di rivederti, ma Dio ha voluto in altro modo. Per te abbiamo celebrato subito una Messa la sera del 13 e celebreremo la Messa del settimo giorno lunedì prossimo alla sera. «Dio ci benedica», così ci salutavamo. Ciao. Il tuo amico e compagno di squadra,

padre Luis Pescarmona

Don Celestino, amico, compagno e confratello. Ti ho conosciuto ragazzo quando eri curato al Mussotto. Poi in Seminario eri il nostro economo, professore di matematica e soprattutto l’amico buono, capace di entusiasmarci e portarci in alto, a desiderare qualcosa di grande nella nostra vita. E le barzellette che non finivamo mai e ci prendevano buona parte della ricreazione, quante risate!

Sei partito per il Brasile lasciando nel mio cuore un grande desiderio di missione. Ti raggiunsi nel 1974 a Teofilo Otoni. Grazie degli esercizi spirituali che ci hai predicato, preparandoci – io, Bruno e Lino – all’ordinazione sacerdotale.

Don Celestino Grillo s’è fatto dono con l’intera esistenza

Hai servito i poveri, povero tra i poveri, vivendo in pieno il messaggio delle Beatitudini. Ringrazio il Signore di averti visto ancora una volta a settembre 2018. Riposa in pace.

padre Sergio Stroppiana

Lui era convinto di aver ricevuto grandi doni dalla provvidenza di Dio: la vita, la fede, la vocazione e quant’altro, ed è per questo che si è fatto dono al Signore e alla Chiesa. Non ha fatto una donazione, ma si è fatto lui stesso dono, cioè amore per gli altri là dove il Signore lo ha chiamato a esercitare il suo ministero.

La nostra Chiesa ha bisogno di sacerdoti così, di questa stoffa, capaci di farsi dono come avviene quotidianamente nelle nostre comunità.

Ogni mese recandomi a Rodello a incontrare i nostri sacerdoti anziani e malati, non mancavo mai di scambiare due parole anche con don Grillo il quale mi incalzava dicendomi: cosa possiamo fare? Mi dia qualcosa da fare. Era l’entusiasmo di chi ha voluto donarsi fino alla fine e anche la sua sofferenza di questi ultimi anni è un dono fecondo per tutti noi, i cui frutti non mancheranno.

monsignor Marco Brunetti

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