La diagnosi precoce è fondamentale

TUMORI GINECOLOGICI Maggiorino Barbero, direttore del servizio di ostetricia e ginecologia dell’Asl di Asti, dal 2016 è presidente della Società italiana di colposcopia e patologia cervico-vaginale. Recentemente, come previsto dalla legge Gelli, il sodalizio ha ottenuto l’accreditamento dal Ministero della salute per la stesura e la revisione delle linee guida nazionali per la gestione del secondo livello nello screening del tumore al collo dell’utero.

La diagnosi precoce è fondamentale
Maggiorino Barbero, direttore del servizio di ostetricia e ginecologia dell’Asl di Asti, presta anche attività gratuita nei Paesi africani.

Il secondo livello è appunto la colposcopia, un esame che permette la visione ingrandita del collo dell’utero attraverso una particolare lente, cui può far seguito l’eventuale biopsia. A Barbero abbiamo posto alcune domande sui tumori ginecologici.

Qual è la situazione della terapia del carcinoma alla mammella?

«La diagnosi precoce funziona: con lo screening vengono scoperti 55mila nuovi casi all’anno in Italia, e il 95 per cento guarisce dopo un piccolo intervento. Il nostro ospedale è fra quelli che in Piemonte hanno la breast unit, riferimento soprattutto per la zona a sud-est di Asti e Tortona».

Com’è cambiato l’intervento nel corso del tempo?

«Nella maggioranza dei casi si tolgono la lesione e il linfonodo sentinella, ma qualora si renda necessario asportare tutta la ghiandola, effettuiamo subito anche l’intervento estetico».

Come vengono gestiti gli altri tumori ginecologici?

«Quello del collo dell’utero ci mette dieci anni a diventare una lesione “brutta”. In Italia ci sono 2.500 casi all’anno e per l’80 per cento riguardano donne provenienti da altri Paesi, in cui lo screening non è ben organizzato. Il cancro più grave in ambito ginecologico è quello dell’ovaio e l’unica vera prevenzione praticabile è, in casi selezionati, l’intervento di asportazione delle ovaie, più noto da quando vi si è sottoposta Angelina Jolie».

a.r.

In Piemonte 16 centri di riferimento

In Italia sono 800mila le donne colpite dal tumore al seno. I dati più recenti sono stati presentati l’11
e il 12 gennaio a Genova al convegno nazionale in cui ogni anno vengono divulgate le novità emerse durante l’appuntamento internazionale sul tumore della mammella che si tiene in Texas. Confermato il miglioramento dei risultati dei trattamenti. Fra le priorità rilevate dai duecento specialisti, la capillarità delle breast unit. In Piemonte sono sedici i centri di riferimento che sono previsti per poter  garantire un’assistenza multidisciplinare a 55mila pazienti: i più vicini sono quelli di Alba, Cuneo, Savigliano e Asti. Anche per l’Asl Cn2 di Alba-Bra la Regione ha previsto all’ospedale San Lazzaro una breast unit, ma fino a ora non è stata attivata.

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L’Asl Cn2: «Per la breast unit, è nostra intenzione attuarla»

INTERDISCIPLINARE Nella Granda sono attive due breast unit, una a Savigliano, riferimento dell’Asl Cn1, e l’altra all’azienda ospedaliera Santa Croce e Carle di Cuneo. A Savigliano
a coordinare l’unità è il ginecologo Alessio Garetto, che spiega: «Siamo accreditati in base agli standard qualitativi e quantitativi previsti dalla rete oncologica; le donne vengono prese in carico dal centro accoglienza e servizi per poi seguire un percorso dedicato».

Nel 2017 sono state 188 le donne operate al seno seguite in modo interdisciplinare da un gruppo di specialisti composto da tre chirurghi ginecologi, due oncologi, due infermiere, un anatomopatologo e un radiologo senologo. Su richiesta vengono attivati specialisti in convenzione con l’azienda ospedaliera Santa Croce, quali il chirurgo plastico e il radioterapista.

Al Santa Croce la breast unit è diventata effettiva alla fine del 2018. A capo c’è l’oncologa Ornella Garrone: «Nel 2017 abbiamo seguito 236 nuove pazienti nel corso del loro iter diagnostico
e nei trattamenti. Per  loro abbiamo attivato un percorso dedicato. Ritengo importante l’avvio delle breast unit».

Quanto all’Asl Cn2, ad Alba è attivo il centro di riferimento per il tumore al seno, come previsto dalla delibera regionale. «Per quel che riguarda la breast unit, è nostra intenzione attuare il progetto, che manca solo di alcuni dettagli per poter essere attivato in modo strutturato»,
è il commento che arriva dalla direzione dell’Azienda sanitaria locale di Alba e Bra.

a.r.

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