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Questo di Marinella è un sorriso vero. Venti anni fa moriva una protagonista nella vita diocesana

ALBA «Questa è di Marinella la storia vera che finì… a primavera»: in quel drammatico 15 febbraio 1999, 20 anni fa, in un incidente d’auto. Quante volte aveva cantato con gli amici la canzone di De André, incurante della sua voce simpaticamente stonata. L’importante era stare in compagnia, cantare.

Questo di Marinella è un sorriso vero. Venti anni fa moriva una protagonista nella vita diocesana

Ricordarla è dar voce al desiderio di tanti: far diventare parola e immagine il grazie che ci portiamo dentro per averla conosciuta, per aver beneficiato della sua amicizia, ricevuto da lei qualcosa di importante. Nessuno ha mai contato con quante persone nei suoi 44 anni di vita (era nata nel 1955) aveva stretto amicizia. Era questa la sua dote più preziosa ed evidente: la capacità di relazione, lo stringere amicizie, facendo sentire ognuno come unico, importante. Si spiega così la sua presenza non passiva, ma da animatrice, non di rado da trascinatrice, in tante realtà: dalla famiglia alla cooperativa L’incontro, dalla parrocchia di San Damiano all’Azione cattolica, dalla San Vincenzo all’Avis, alla Carovana. Riusciva a stare in questi gruppi, con sensibilità diverse, non in forza di una passiva capacità di adattamento, ma per la sua carica umana e spirituale. Questa dote, che pochi hanno, è simile al fuoco: se è vivo brucia gli elementi con cui viene a contatto, non importa che si tratti di legno, carta, foglie secche, carbone. Qualcuno osservò che il suo funerale è stato l’icona del “camminare insieme”, il motto del Sinodo diocesano che si stava celebrando.

Come la distanza nello spazio rende evidente l’altezza delle montagna, così la distanza nel tempo mette in risalto la reale statura umana, morale e spirituale delle persone. Nel caso di Marinella, tutto questo sta avvenendo, nell’ordine di grandezza che le era proprio. Come insegnava Pascal ci sono tre ordini di grandezza: quella dei corpi, ossia la ricchezza e la fama terrena; la grandezza delle menti, fonte delle scoperte in tutti i campi esplorati dall’intelligenza; la grandezza della carità, ossia del servizio al prossimo, dell’attenzione alle persone, della spiritualità.

Marinella è stata grande in questo ambito: così continua a vivere nel ricordo di tanti, a ispirare impegno, a sollecitare scelte. Ricordarla aiuta a fare un bagno di giovinezza, di amicizia e spensieratezza, a inebriarci della bellezza di fiori e paesaggi che lei non si stancava di ritrarre. Se tra le cose che continuano a vivere in Dio c’è anche il sorriso degli amici, un posto di rilievo lo ha quello di Marinella.

Battista Galvagno

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