Tre studenti del Cocito premiati al prestigioso concorso I giovani e le scienze: a settembre andranno ad Abu Dhabi

MILANO Oggi pomeriggio, lunedì 18 marzo, si è svolta a Milano la finale del prestigioso concorso internazionale “I giovani e le scienze”, promosso ogni anno dalla Fast  (Federazione delle associazioni scientifiche e tecniche) per avvicinare le nuove generazioni al mondo delle scienze e per individuare le menti più promettenti.

Tre studenti del Cocito premiati al prestigioso concorso I giovani e le scienze: a settembre andranno ad Abu Dhabi
I tre ragazzi del Cocito premiati a Milano.

Tra i trentasei progetti finalisti, selezionati tra un centinaio di candidature provenienti da tutta Europa, c’era anche Pax, il drone dotato di un sistema di intelligenza artificiale in grado di individuare e segnalare i depositi abusivi di rifiuti nell’ambiente. A idearlo, Samuele Marro, Alberto Ricatto e Mattia Scagliola, tre studenti all’ultimo anno del liceo scientifico Cocito di Alba.

Il filmato di presentazione del progetto

Dopo il fine settimana dedicato alla presentazione del progetto, che ha permesso loro di confrontarsi con ragazzi con la stessa passione per le scienze e la tecnologia, è arrivato il responso della giuria: Samuele, Alberto e Mattia sono stati selezionati per partecipare all’Esposizione scientifica intenzionale (Esi) di Milset, che li porterà ad Abu Dhabi dal 22 al 28 settembre di quest’anno. Una grande soddisfazione per i tre ragazzi e per gli insegnanti del liceo Cocito, che ogni anno sostengono la partecipazione degli studenti alla manifestazione “I giovani e le scienze”.

Francesca Pinaffo

Il drone individua rifiuti abbandonati

Samuele Marro vive a Govone e ha una grande passione per tutto ciò che riguarda le intelligenze artificiali. Mattia Scagliola di Alba e Alberto Ricatto di Montaldo dedicano il loro tempo libero all’elettronica. Le loro strade si sono incrociate sui banchi del liceo scientifico Cocito di Alba, all’indirizzo scienze applicate. Oggi sono all’ultimo anno, sono grandi amici e da novembre hanno deciso di mettersi al lavoro per realizzare un progetto ambizioso: il prototipo di un drone al cento per cento automatizzato, programmato per identificare dall’alto i rifiuti abbandonati nei luoghi pubblici.

È questa l’idea con la quale hanno deciso di partecipare all’edizione 2019 del concorso I giovani e le scienze, che ogni anno viene promosso dalla Fast (Federazione delle associazioni scientifiche e tecniche), con l’intento di avvicinare le nuove generazioni al mondo delle scienze e della ricerca.

Quest’anno, tra un centinaio di progetti provenienti da tutta Europa, trentasei sono stati selezionati dalla giuria tecnica per partecipare alla finale, che si svolgerà dal 16 al 18 marzo a Milano. Tra questi, c’è anche il drone ideato dai tre albesi: «Abbiamo sempre sognato di partecipare a I giovani e le scienze, ma ci mancava l’idea giusta: appena l’abbiamo identificata, ci siamo messi al lavoro», esordiscono gli studenti.

Tutto è nato dall’osservazione di un problema reale, come spiega Samuele: «Dato che lo scarico abusivo di rifiuti è un problema con cui molte città e paesi devono fare i conti, abbiamo pensato alle possibili soluzioni per affrontarlo. Di certo, anziché installare telecamere statiche, l’ideale potrebbe essere usare dei droni per sorvolare il territorio comunale, ma sarebbe troppo dispendioso pagare persone per pilotarli e visionare in tempo reale le immagini. Così abbiamo pensato a droni automatizzati, in modo da tagliare i costi e rendere il sistema accessibile».

Il mezzo che hanno ideato ha un processore centrale, che viene collegato a un cellulare installato alla base del dispositivo. Il cellulare, grazie a uno speciale algoritmo, elabora informazioni in modo analogo al cervello umano: «In gergo tecnico si parla di rete neurale. In pratica, grazie al caricamento di molte immagini che rappresentano scenari con spazzatura e altrettante senza spazzatura, il sistema riesce a riconoscere con certezza quando sono presenti dei rifiuti. Solo in questo caso scatta la foto del posto e la trasmette al centro di comando competente, in modo da permettere agli addetti di intervenire», precisa Samuele, che si è concentrato su quest’aspetto.

Nel frattempo, gli altri due ragazzi hanno messo a punto in concreto il drone: «Per quanto riguarda i materiali, le eliche e i motori sono specifici per questi mezzi, la base è in plastica e realizzata ad hoc, mentre la copertura del processore non è altro che il contenitore di una zuppa: in tutto abbiamo speso 120 euro, un costo che si ridurrebbe ancora di più qualora i droni venissero prodotti in serie», illustra Mattia.

I tre amici hanno già pensato a come il sistema potrebbe essere utilizzato: «Seguendo percorsi preimpostati, a seconda delle zone più interessate dal problemi dei rifiuti, il dispositivo avrebbe il vantaggio di muoversi in modo del tutto autonomo», aggiunge Alberto. Mentre guardano il drone e riflettono sugli ultimi dettagli, inizia a farsi sentire l’ansia per la proclamazione dei vincitori, ma non manca la soddisfazione per il lavoro che sono riusciti a portare a termine.

Francesca Pinaffo

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