Asti-Cuneo sempre al palo: l’idea di Conte e Toninelli rischia l’infrazione europea

Autostrada Asti-Cuneo: c'è un nuovo accordo con il gestore per aprire i cantieri in estate

ALBA Le auto non possono transitare, ma a viaggiare sull’Asti-Cuneo è la campagna elettorale. Da una parte la Giunta regionale, con in prima fila il governatore Sergio Chiamparino e l’assessore ai trasporti Francesco Balocco, dall’altra gli esponenti del M5s: l’onorevole Fabiana Dadone e il consigliere regionale Mauro Campo. In un angolo ci sono gli “alleati” della Lega che si guardano bene dall’intervenire nel dibattito, ben consci che l’ennesimo stop dell’iter dell’A33 significherebbe perdere decine di migliaia di voti a un mese e mezzo dalle elezioni.

In mezzo, come sempre, i cittadini e le aziende della provincia di Cuneo che da 31 anni – è del 1988 il primo affidamento dei lavori – aspettano di percorrere l’autostrada. Cuneesi vittime delle beghe di una politica che un anno fa sembrava aver trovato il modo di finire l’Asti-Cuneo, ma era la soluzione di “quelli là” (Delrio e Gentiloni) e a “questi qua” (Conte e Toninelli) non poteva andar bene, che fosse la migliore o la peggiore non importa, era sbagliata in quanto “degli altri”. La solita vergogna italiana.

La riunione del Cipe di giovedì 4 aprile, annunciata in pompa magna dal premier Giuseppe Conte durante la sbandierata visita al tronco interrotto dell’Asti-Cuneo, ancora una volta non ha portato risposte. Non resta che affidarsi all’empirismo: se entro l’estate partiranno i cantieri la promessa sarà stata mantenuta, in caso contrario l’addio all’autostrada diventa più probabile che mai.

Il più duro ad attaccare il Governo è stato l’assessore ai trasporti Francesco Balocco: «Si è verificata l’ennesima figuraccia del Governo e del Mit. In pompa magna Conte e Toninelli due settimane fa a Cuneo avevano annunciato che entro l’estate sarebbero partiti i cantieri per il completamento dell’A33, ignorando i dubbi di quanti sostenevano che la proposta di aumentare il valore di subentro della A4 al termine della concessione non solo rappresentava un grosso regalo al concessionario stesso, ma che non si sarebbe potuta attuare senza il parere preventivo della Commissione europea. Al Cipe, nei giorni scorsi, al quale ero presente insieme a Chiara Gribaudo, dalla stessa Presidenza del Consiglio è arrivata una nota indirizzata al Mit nella quale si riferiva che con la “soluzione Toninelli” si rischia una procedura di infrazione. Una preventiva e sonora bocciatura da parte della direttrice Grow, che intravede nell’ipotesi formulata dall’attuale Governo una possibile turbativa alla concorrenza. Una incompetenza disarmante da parte di Conte e Toninelli, che farà perdere alla nostra provincia altri anni».

Marcello Pasquero

Se pure una ruspa di salviniana memoria potrebbe essere un segnale all’orizzonte

A fare eco a Balocco anche il presidente Sergio Chiamparino, che subito dopo la visita aveva annunciato di voler dare fiducia al Governo posticipando il giudizio dopo la riunione del Cipe.
Una lettura contro la quale si sono scagliati Fabiana Dadone e Mauro Campo, due esponenti del M5s. Non sgombra il campo dai dubbi nemmeno la nota ministeriale diramata il 5 aprile: «Il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti conferma che i lavori sull’autostrada Asti-Cuneo potranno essere riavviati in tempi brevi. Il perfezionamento dell’operazione richiede unicamente la conclusione dell’iter di valutazione da parte dell’Autorità di regolazione dei trasporti, prima del passaggio definitivo al Cipe», dice. E conclude: «L’operazione di finanziamento prevista risulta coerente con il quadro normativo vigente e con le precedenti indicazioni della Commissione europea e quindi non necessita di alcuna autorizzazione preliminare da parte dell’Ue, ma solamente di una comunicazione alla stessa da parte dell’Italia. L’entità dell’indennizzo da subentro previsto per la Torino-Milano, attualmente stimato in 3,5 volte il margine operativo lordo, è compatibile con gli orientamenti espressi dalla Ue in passato».
La nota non convince Chiamparino e nemmeno i cuneesi, a cui non resterà che guardare l’orizzonte, sperando di veder spuntare qualche mezzo di lavoro: anche solo una ruspa di salviniana memoria sarebbe un segnale, qualcosa più del nulla o di polemiche elettorali.

m.p.

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