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Rifiuti: in 5 anni sono tornati 5,6 milioni di euro nelle casse dei sindaci

Rifiuti: in 5 anni sono tornati 5,6 milioni di euro nelle casse dei sindaci 1

Il presidente del consorzio Silvano Valsania: «Nel 2014 in discarica andavano undicimila tonnellate di pattume, nel 2019 ne porteremo meno di seimila»

IMMONDIZIA / 1

Il 2018 del consorzio che cura la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti in 55 Comuni di Langhe e Roero, al servizio di oltre 170mila residenti, è stato l’anno più positivo di sempre, anche se non si registreranno i risparmi ottenuti nel 2015, 2016 e 2017, dovuti al boom del prezzo della carta, salito a livelli da record con grandi ricadute economiche per i Comuni.

Nel complesso, pur aumentando la quantità di rifiuti prodotti – 81.554 tonnellate nel 2016, salite a 90.998 nel 2017 e a ben 97.265 nel 2018 – cresce la quantità di materiali differenziati, che passano da 46.053 tonnellate nel 2016 a 57.843 nel 2017, fino alle 65.843 del 2018. La quantità di materiale indiffferenziato finito al preselettore di Sommariva Bosco è scesa di oltre 4mila tonnellate, dalle 35.500 del 2016 alle 31.421 del 2018. Il presidente del Coabser – Consorzio albese-braidese servizi rifiuti – Silvano Valsania commenta: «Con due anni d’anticipo abbiamo raggiunto l’obiettivo del 65 per cento di differenziata. Siamo sulla strada giusta anche per toccare i 159 chili di rifiuti indifferenziati pro capite, parametri imposti dall’Ue entro il 2020: siamo a 182 chili contro i 193 del 2017. Un dato importante, se si pensa che solo nel 2014 al giorno ogni residente produceva quasi un chilo di pattume (353 all’anno). Nel 2018 ognuno ha prodotto 11 chili in meno di immondizia indifferenziata e l’obiettivo per il 2019 è di arrivare a 162 chili a testa».

Siamo sulla buona strada ma ognuno di noi ha originato ben 565 chilogrammi di rifiuti l’anno: l’obiettivo della Regione entro il 2020 è di 455. Riciclare peraltro rende, riciclare bene può portare in cassa moltissimo. Eppure basta una tazzina di ceramica per vanificare la raccolta di un’intera campana di vetro. Valsania: «Lo smaltimento dei rifiuti nella zona del Coabser quando ho iniziato il mandato nel 2014 costava 5,7 milioni di euro. Nel 2018 è costato 4,7 milioni, con un risparmio di un milione: siamo passati da un costo pro capite di 33,13 euro ai 27,32, circa 6 euro in meno per ogni cittadino l’anno».

Da sottolineare anche il ricavo dalla vendita dei materiali differenziati: «Dal 2014 al 2018 sono stati restituiti ai Comuni 5,6 milioni di euro derivati dalla cessione, in particolare della carta, per un totale di 32,5 euro per ogni cittadino restituiti in 5 anni», conclude il presidente Valsania. Risparmi e ricavi che hanno reso meno pesante la bolletta Tari (almeno quella dei municipi).

Se il futuro del Coabser rimane un’incognita – la Regione ha optato per una gestione provinciale dei consorzi, con una legge che non piace e ora potrebbe essere modificata dalla Giunta di Alberto Cirio –­sono chiari gli obiettivi per il 2019 e il 2020.

«Le novità a cui guardiamo vanno nella direzione di implementare la raccolta dell’organico per le utenze non domestiche (da 106 del 2017 a 350 nel 2018, con 12mila autocompostatori certificati) e di estendere quanto più possibile il sacco prepagato che ha portato benefici indiscutibili», spiega ancora Valsania, aggiungendo che «nel 2019 saranno introdotte nell’area Coabser le compostiere carrellate per chi non può fare il compostaggio domestico. Nel 2014 in discarica finivano 11mila tonnellate di rifiuti, dopo il passaggio nel preselezionatore di Sommariva Bosco, nel 2019 la proiezione è inferiore alle 6mila tonnellate: molto è stato fatto, ma possiamo ancora ridurre il quantitativo».

Marcello Pasquero

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