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Comunità Laudato si’: l’Amazzonia e i popoli che vi abitano sono più vicini di quanto si creda

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AMATRICE Dopo la “plastica”, tema dello scorso anno, il secondo forum internazionale delle Comunità Laudato si’, riunito ad Amatrice il 6 luglio scorso, ha riflettuto sull’Amazzonia e i popoli che vi abitano. Un tema, questo, all’apparenza distante ed estraneo, ma che ci riguarda tutti. Più di quanto possiamo immaginare. L’hanno spiegato, molto bene, i relatori della mattinata con dati e cifre che aiutano a riflettere e ad agire per salvare la “casa comune”. Prima che sia troppo tardi.

Dopo i saluti di Carlin Petrini e di monsignor Domenico Pompili, gli ideatori delle Comunità che si ispirano all’enciclica di papa Francesco, il biologo Stefano Mancuso ha stupito l’affollata assemblea, che includeva anche i giovani del progetto Policoro: «Se non si inverte la rotta –  ha detto entro il 2072, qualsiasi risorsa della terra usata dall’uomo sarà finita». Riferendosi all’Amazzonia, l’immenso “polmone verde” da cui dipende il clima dell’intero pianeta, ha invitato a concentrarsi non più sull’intelligenza “animale”, ma su quella “vegetale”. Sono le piante a produrre vita, e noi ne siamo totalmente dipendenti. L’85% della terra – ha ricordato – è costituito dalle piante. E solo lo 0,3% dagli esseri animali (uomini inclusi). Una piccola “rivoluzione copernicana”, quella indicata da Mancuso, che ha indotto le Comunità Laudato si’ a ripensare anche il proprio logo, lanciando un concorso aperto a tutti: non più due mani che racchiudono un germoglio, ma le piante che includono l’essere umano.

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Una sensibilità nuova per un “nuovo umanesimo” e nuovi stili di vita, rafforzata dagli interventi degli altri relatori (suor Alessandra Smerilli e Mattia Prayer Galletti) e dalle testimonianze di don Luigi Ciotti, padre Ermes Ronchi e don Antonio Sciortino.  Nel pomeriggio, gli interventi di alcuni rappresentanti delle 43 Comunità Laudato si’, provenienti da ogni parte d’Italia (numerosa quella di Bra): un variegato panorama di attività e iniziative, che chiede d’essere più “rete”.  Nel rispetto delle “diversità” e di quella “sana anarchia” che sono tra i princìpi fondanti, come ha ricordato Carlin Petrini.

L’incoraggiamento più bello a proseguire l’esperienza delle Comunità è venuto da papa Francesco. A inizio lavori, Paolo Ruffini prefetto del Dicastero vaticano della comunicazione e moderatore del dibattitto ad Amatrice, ha portato il saluto del Santo Padre e ne ha letto il Messaggio (per il testo integrale vedi qui; il documento in Pdf è disponibile qui). «È un segno di speranza il fatto di ritrovarsi proprio ad Amatrice, il cui ricordo è sempre presente al mio cuore, mettendo a tema gli squilibri che devastano la nostra casa comune», ha scritto Francesco.  «Le ferite inferte all’ambiente, sono inesorabilmente ferite inferte all’umanità più indifesa. (…) La situazione dell’Amazzonia è triste paradigma di quanto sta avvenendo in più parti del pianeta: una mentalità cieca e distruttrice che predilige il profitto alla giustizia; mette in evidenza l’atteggiamento predatorio con il quale l’uomo si rapporta con la natura».

Appuntamento, per il prossimo anno, ancora ad Amatrice. Ma per una “due giorni”, per una testimonianza di solidarietà con una terra ferita dal terremoto, ma anche dall’incuria degli uomini. Nel cuore dei partecipanti l’auspicio di papa Francesco: “Che le Comunità Laudato si’ possano essere germe di un rinnovato modo di vivere il mondo, per dargli futuro, per custodirne la bellezza e l’integrità per il bene di ogni vivente, ad maiorem Dei gloriam”.

a.s.

Relazione di don Antonio Sciortino (Comunità Laudato Sì-Gazzetta d’Alba) al Forum di Amatrice

Alla luce dell’incontro qui ad Amatrice, devo riconoscere che l’intuizione di affidare a Carlin Petrini l’introduzione e la guida alla lettura dell’enciclica di papa Francesco, Laudato si’ (che allegammo a Famiglia Cristiana), è risultata vincente e provvidenziale. Anche se, allora, giunse più d’una critica al riguardo. “Con tutti i teologi che ci sono”, mi scrissero diversi lettori e preti, “doveva affidare l’introduzione proprio a un laico come Petrini?”. Evidentemente non avevano ancora letto l’enciclica, che è davvero universale. Papa Francesco si rivolge a tutti, credenti e non credenti. In passato, i Papi si rivolgevano solo ai cattolici o “agli uomini di buona volontà”, come aveva fatto Giovanni XXIII con la Pacem in terris.

Comunità Laudato si’: l’Amazzonia e i popoli che vi abitano sono più vicini di quanto si creda

L’appello universale di papa Francesco è dovuto al grave deterioramento del della “casa comune” e all’urgenza nel trovare soluzioni per guarire il pianeta malato. Secondo gli studiosi, ad esempio, ci restano solo pochi anni per invertire il surriscaldamento dell’ambiente, che provoca cambiamenti climatici inauditi.

Non tutti o non ancora hanno compreso la portata rivoluzionaria di questa enciclica. Qualcuno l’ha declassata a “enciclica ecologica” o “enciclica verde”, non percependone la forte portata sociale, in continuità con la migliore tradizione del magistero sociale dei Papi, soprattutto con la Rerum novarum di Leone XIII (1891), la Pacem in terris di Giovanni XXIII (1963) e la Populorum progressio di Paolo VI (1967). Anche all’interno della stessa Chiesa, c’è ancora un’accoglienza tiepida verso questa enciclica. L’ecologia è considerata una questione “aliena”. Oppure un tema di minore importanza nel magistero della Chiesa..

Non si è colta la forza innovativa e rivoluzionaria della Laudato si’, che sta nel concetto di ecologia integrale, cioè nella stretta connessione tra la difesa della dignità della persona umana e dei suoi diritti e la difesa della terra e dell’ambiente. Papa Francesco ha unito il “grido dei poveri” che patiscono ingiustizie sociali al “grido di madre terra” che viene violata e devastata. L’ambiente umano e l’ambiente naturale – ci ricorda Francesco –  si degradano o si salvano insieme.

Le Comunità Laudato si’

Per evitare il rischio che l’enciclica resti lettera morta o che venga depotenziata, è importante che i mass media, soprattutto d’ispirazione cristiana, ne favoriscano una maggiore conoscenza, rimettendo in circolo concetti un po’ appannati o desueti, come “casa comune”, il “bene di tutti”, “famiglia umana”, “fraternità”. Ma è indispensabile, soprattutto, fare un’opera di formazione e di educazione continua. E’ quella “conversione ecologica integrale” che ci chiede papa Francesco, che coinvolga singoli e comunità: dalla famiglia alla scuola, dalla Chiesa alla società, ai mezzi di comunicazione. E’ quella “cultura del prendersi cura”, che si compone di tante piccole azioni che assumono un grande valore civile, etico e politico. Le grandi rivoluzioni partono sempre dal basso, da gesti semplici e quotidiani.

Nell’invito alla concretezza, ben presente nell’enciclica, è nato il progetto innovativo delle Comunità Laudato si’, di cui s’è fatto promotore Carlin Petrini assieme a monsignor Domenico Pompili, vescovo di Rieti. La prima presentazione è avvenuta ad Alba, grazie all’opera e alla mediazione del settimanale Gazzetta d’Alba, seguito dall’ufficializzazione internazionale dell’iniziativa, fatta a Roma il 16 marzo 2019, presso la sala stampa della Radio vaticana.

“Petrini lancia da Alba le Comunità Laudato si’”: questo il titolo del settimanale dei Paolini, che anticipava il 6 marzo 2018, l’idea dei gruppi internazionali chiamati a “salvare il pianeta attraverso il cambiamento che viene dal basso”, come spiegava il fondatore di Slow Food nell’intervista. “Le persone possono cambiare il corso della storia, con le loro decisioni, le loro prese di coscienza e con la loro volontà. Se oggi andiamo decisi verso il baratro, la moltitudine può invertire la rotta”.

Dunque, il “collasso planetario” si può ancora evitare, con un progetto “rivoluzionario”, che parta dalle persone comuni, preso atto che i potenti della terra non si allertano affatto. Anche in Italia la politica continua, colpevolmente, a ignorare il tema dell’ambiente e dei cambiamenti climatici. I grandi della terra, ma anche la stessa Chiesa, non riescono a intercettare la sensibilità, la protesta e le manifestazioni dei giovani a difesa dell’ambiente e del loro futuro, rappresentate dalla sedicenne svedese, Greta Thunberg. Saranno, allora, le Comunità internazionali Laudato si’ a fare la differenza. E a evidenziare, attraverso la formazione e le buone pratiche, la profonda connessione che esiste tra difesa dell’ambiente e difesa dell’uomo. In vista di un “nuovo umanesimo”, l’enciclica di papa Francesco ci invita a riflettere e ci spinge ad agire. Non è più tempo di restare fermi o, ancor peggio, indifferenti.

“C’è in Laudato si’ la presa di coscienza”, ricorda Petrini nell’intervista a Gazzetta d’Alba, “che un disastro ambientale come quello che si prospetta sarà pagato in primo luogo dai poveri, come già accade in Africa: da questo assunto consegue l’urgenza di un salto di qualità. Il Santo Padre ci chiama ad agire in prima persona, mettendo in luce l’importanza delle scelte individuali, che possono sembrare marginali ma – se viste in un contesto globale e di mobilitazione – assumono notevole rilievo.  E’ ormai urgente intraprendere azioni volte a richiamare un nuovo protagonismo: è l’idea dell’ecologia integrale, connessa alla questione sociale e alla giustizia. Le comunità internazionali non saranno confessionali ma aperte, proprio come il messaggio di Francesco: avranno l’obiettivo di farsi portatrici di un nuovo modello di pensiero ambientale e di trasmetterne le conoscenze a tutti”.

La “piccola comunità”, con la base affettiva che le è connaturata, risulta una delle chiavi di lettura più forti per cambiare la società, mentre ci rendiamo conto ogni giorno di quanto grande sia la fatica della politica a interpretare il cambiamento. Ha detto Petrini a Gazzetta d’Alba: “La famiglia, prima comunità, può decidere in modo efficace di educare i suoi membri alla responsabilità ecologica: vuol dire ridurre lo spreco alimentare, consumare meno carne, limitare la plastica. Le Comunità Laudato si’ potranno avere origini diverse, senza metodo né obbligo, nascendo da gruppi strutturati – ad esempio, Slow Food, parrocchie, associazioni, mass media – oppure organizzati allo scopo. Tutte dovranno credere nel concetto di “ecologia integrale” e lavorare per diffonderlo, in primo luogo attraverso i comportamenti individuali”.

La Comunità Laudato si’-Gazzetta d’Alba

Dallo stimolo di Carlin Petrini e di monsignor Domenico Pompili sono derivate riflessioni importanti anche per il nostro settimanale Gazzetta d’Alba. Ci siamo chiesti: che cosa possiamo fare tutti noi, muovendoci nel nostro piccolo mondo? Come possiamo coinvolgerci in un modo semplice quanto attivo? Il surriscaldamento globale, ad esempio, non può più essere ignorato: le conseguenze ci colpiscono già con evidenza, attraverso il mutamento climatico. Raggiunta la soglia di irreversibilità, che secondo alcuni scienziati sarebbe già stata superata, non potremo tornare indietro.

Anche in Langa e Roero, dove viviamo, sono parecchi i problemi ambientali, come documenta ogni settimana, il nostro giornale: dall’utilizzo di diserbanti ed erbicidi all’esclusione della biodiversità a causa delle monoculture, all’inquinamento delle acque e dell’aria, all’eccesso di produzione di plastica, ai boschi contaminati dai rifiuti, alle malattie che ne derivano. E’ per queste ragioni, che Gazzetta d’Alba, insieme alla Condotta Slow Food Alba, Langhe e Roero, ha deciso di lanciare la propria Comunità Laudato si’: un gruppo senza limitazioni o restrizioni di credo religioso, orientamento politico, nazionalità ed estrazione sociale, che ha come obiettivo la tutela e la salvaguardia dell’ambiente.

La Comunità ha intrapreso e continuerà a svolgere iniziative diverse, sempre in linea con i princìpi dell’ecologia, della giustizia sociale e della trasmissione dei saperi. E si impegna, come atto concreto e solidale, a sostenere il Centro studi Casa futuro Laudato si’ ad Amatrice (terra ferita dal terremoto e fragile anche per l’incuria degli uomini), dedicato ai temi ambientali e alle loro ricadute sociali; un luogo adatto per ospitare giovani in stage, percorsi di riflessione, eventi di aggregazione e formazione. Siamo, infatti, consapevoli che “l’educazione ha un ruolo centrale nella costruzione del nostro futuro”.

Sulla base di questi presupposti, la Comunità Laudato si’-Gazzetta d’Alba punta molto sull’informazione, per accrescere la conoscenza e la consapevolezza di quanto male stiamo facendo alla “casa comune” e alle nostre vite.  E si impegna, concretamente, a diffondere lo straordinario messaggio lanciato da papa Francesco. A tale riguardo, uno dei prossimi obiettivi sarà la realizzazione di un’edizione economica della Laudato si’ da diffondere gratuitamente in migliaia di copie, affidandola a giovani perché la distribuiscano ai loro coetanei.

La Comunità Laudato si’-Gazzetta d’Alba ha già all’attivo numerosi interventi e attività. Il debutto è avvenuto il 21 aprile 2019, con un’azione contro l’inquinamento ambientale. Diversi volontari delle Comunità albesi Laudato si’ si sono radunati nei pressi del ponte di Pollenzo per raccogliere i rifiuti accumulati ai lati della strada provinciale. Un gesto concreto e, allo stesso tempo, simbolico, che segna l’inizio di una lunga e virtuosa catena di sensibilizzazione in difesa del territorio. Stessa iniziativa è stata ripetuta per la raccolta di rifiuti all’interno del perimetro urbano di Alba.

Ma ci sono state, poi, serate a tema ambientale; raccolta fondi a favore di Casa futuro Laudato si’ di Amatrice; passeggiate guidate sul Tanaro con l’accompagnamento del geologo Carlino Belloni e i due naturalisti Elio Sabena  e Angelo Berbotto; cene di solidarietà e serate musicali denominate “Cantico per la natura”, per la raccolta fondi per il Centro studi di Amatrice; la lettura commentata dell’enciclica con don Antonio Sciortino assieme a Carlin Petrini nella sala Fenoglio di Alba; una campagna rivolta ai ragazzi delle scuole per sensibilizzarli all’uso dei mezzi pubblici. E, inoltre, conferenze più mirate, come quella del biologo ed esperto agroalimentare Silvio Greco sull’invasione della plastica e la “plastificazione” dei fondali del mare, assieme al giornalista scientifico Franco Borgogno che ha denunciato come in mezzo ai ghiacciai del Polo Nord siano stati avvistati centinaia di accumuli rifiuti plastici. E, ancora, incontri sui cambiamenti climatici e sulla risorsa acqua. A settembre, con la ripresa scolastica, i ragazzi del liceo albese Govone faranno la lettura in classe dell’enciclica Laudato si’.

Ci siamo resi conto che, nel tempo, il gruppo era diventato ampio: circa una trentina di persone. C’era il rischio di muoversi e agire con difficoltà.  Per questa ragione s’è creato un piccolo nucleo operativo (guidato da Andreanna Eusebio), che si riunisce con periodicità per seguire e coordinare gli eventi.  Nel frattempo, il settimanale Gazzetta d’Alba ha implementato la trattazione dei temi a sfondo ambientale con articoli, inchieste e dossier.

All’inizio del 2019, ad esempio, il primo numero di Gazzetta d’Alba è stato interamente dedicato al fiume Tanaro, attraverso ricerche, interviste, racconti, esperienze, proposte. E nella settimana successiva, questo interessante “numero speciale” del settimanale è stato presentato al pubblico dagli stessi giornalisti che hanno contribuito a realizzarlo.

Inoltre, ogni settimana, Gazzetta d’Alba è molto attenta alla crisi in cui stiamo vivendo. Un esempio è proprio l’ultimo il numero in edicola, dove si affronta l’impennata delle temperature dal punto di vista del global warming, illustrandone le cause e fornendo i dati dell’Agenzia per l’ambiente del Piemonte. Altrettanto si fa anche per la sensibilità ecologica delle aziende locali, che è in crescita. E che riguardano, ad esempio, gli imballaggi della Ferrero o le dichiarazioni del governatore della Regione Piemonte sul consumo di suolo pubblico.

Numerose sono, poi, le inchieste sulla raccolta differenziata, l’utilizzo dei pesticidi, l’impatto che ha sulla vita dei cittadini una società più attenta al profitto che alle persone. E poi ci sono i temi legati alla povertà, agli ultimi ed emarginati, alla legalità, agli immigrati presenti nel territorio.

Crediamo che nella Comunità Laudato si’-Gazzetta d’Alba il ruolo del nostro giornale sia decisivo. Un settimanale radicato nel territorio da più di 135 anni, uno dei più longevi settimanali diocesani, attorno al quale don Giacomo Alberione, dopo averlo acquistato dalla diocesi, ha creato il primo nucleo della Scuola tipografica che ha dato vita alla Società San Paolo e ai Paolini. E che rappresenti, inoltre, un modello da imitare per gli altri 190 settimanali diocesani raggruppati nella Fisc.

L’iniziativa delle Comunità Laudato si’ può intercettare la sensibilità ecologica in crescita, soprattutto nelle nuove generazioni. E’ un modo concreto e intelligente di rilanciare l’enciclica di papa Francesco, che molti vorrebbero depotenziare, infastiditi dalle sue denunce a un’“economia che uccide”, e a una “cultura dello scarto” che assoggetta l’uomo e l’ambiente al dio profitto.

Il prossimo Sinodo dei vescovi sull’Amazzonia, che si terrà a Roma nel mese di ottobre, sarà strettamente connesso alla Laudato si’. Un momento favorevole da cogliere. Si affronteranno, in quella assise, “i nuovi cammini” per la Chiesa di Amazzonia, ma anche il tema dell’“ecologia integrale” in merito alla realtà panamazzonica, come la deforestazione del polmone d’ossigeno dell’intera umanità, l’isolamento degli indigeni, la corruzione…

E’ una sfida planetaria che ci riguarda tutti. E che le Comunità Laudato si’ sapranno cogliere, nello spirito dell’ecologia integrale, come proposto dall’enciclica e dal magistero di papa Francesco.

Gli interventi al forum: guarda i filmati

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